Erica Orsini, il Giornale 5/8/2012, 5 agosto 2012
Il mercoledì giorno del medico esordiente: boom di morti - Se proprio dovete andare in ospedale evitate di farlo in agosto e, per carità, non di mercoledì
Il mercoledì giorno del medico esordiente: boom di morti - Se proprio dovete andare in ospedale evitate di farlo in agosto e, per carità, non di mercoledì. Sembra questo il suggerimento di molti quotidiani nazionali britannici venuti in possesso dei dati di una ricerca effettuata sulla mortalità riscontrata negli ospedali del Regno nel giorno di «lancio» di ben 7mila specializzandi in medicina. Uno di questi giorni è appena trascorso, era mercoledì, primo giorno di agosto, anche soprannominato «black Wednesday»perché il tasso di mortalità in giorni come questo, secondo una recente ricerca, aumenta del 6 per cento. Ogni anno il Servizio Sanitario Inglese mette in circolazione nella rete ospedaliera migliaia di dottorini al loro primo incarico e li lascia «in trincea» ad affrontare da soli casi e problematiche molto spesso al di sopra delle loro capacità. I problemi si moltiplicano durante la notte quando i praticanti medici rimangono in pochi senza neppure un medico anziano a cui chiedere un consiglio. A causa di questa situazione i decessi causati non da negligenza, ma dalla mancanza di esperienza aumentano esponenzialmente in determinati periodi dell’anno. Lo ha rilevato ieri il quotidiano The Independent che a supporto della notizia ha pubblicato anche le testimonianze inquietanti del primo giorno di lavoro di alcuni giovani specializzandi. Tutti lamentano la mancanza di un supervisore, di qualcuno che li guidi nelle fasi più critiche del loro avvio ad una professione che più di altre richiede un training professionale accurato ed efficace. Ragazzi di ventidue anni che dalle scuole di medicina si trovano catapultati in corsia alle prese con più casi di quanti siano in grado di seguire, spesso costretti a prendere decisioni che non spetterebbero loro. L’articolo ha suscitato non poche polemiche nel mondo della Sanità pubblica inglese, già nell’occhio del ciclone nelle ultime settimane. La sua organizzazione è ben lungi dall’essere perfetta tanto che in molti hanno fatto notare quanto la parte dello spettacolo olimpico dedicato alle meraviglie del Servizio Sanitario Nazionale sia apparsa come un’inopportuna autocelebrazione. Una delle ultime polemiche che hanno messo sotto accusa la sanità pubblica riguarda peraltro proprio il perido dei Giochi durante il quale il Servizio Sanitario inglese si è visto costretto ad appaltare una parte del servizio di ambulanze a ditte private. Dei 350 mezzi a disposizione a Londra, 50 saranno privati. Non essendo in grado di gestire l’aumento dell’emergenze il Servizio Sanitario ha dovuto quindi spendere circa 900mila sterline per assicurarsi altre ambulanze e 150 dipendenti temporanei in più rispetto al solito organico. Una notizia che di certo non ha rallegrato le associazioni sindacali sempre sul piede di guerra quando si tratta di privatizzazione dei servizi pubblici, tema molto caro al governo Cameron. Tornando al mercoledì nero dei dottorini inglesi, il ministero della Sanità sembra essere corso ai ripari annunciando l’istituzione in tempi brevi di un periodo di affiancamento che dovrebbe aiutare il dottorando a integrarsi nel sistema ospedaliero senza commettere troppi errori. Il problema? Si tratterebbe di un periodo della durata di soli quattro giorni, troppo pochi per dimostrarsi efficaci come sostengono i rappresentanti della categoria.A Bristol un periododiaffiancamentosperimentaleeradurato quattro mesi. «Problemi come questi non si risolvono con soluzioni rapide», è la critica più comune a un sistema che presenta ancora molte falle e il cui miglioramento risulta improbabile visti i tagli negli ultimi bilanci. A far acqua è soprattutto l’organizzazione dei medici di famiglia, chiamati a occuparsi di tutto e spesso costretti a limitare le visite specialistiche per consentire quelle riduzioni di costi che vanno tutte a scapito dei pazienti. E se nei Pronto Soccorso le cose funzionano senz’altro meglio che in Italia, non si pensi che le liste d’attesa per ottenere una visita specialistica siano meno lunghe di quelle della nostra sanità: per una visita odontoiatrica si può attendere anche 18 mesi e sempre più spesso lo stesso Servizio Sanitario ha autorizzato la copertura di operazioni specialistiche effettuate da alcuni pazienti all’estero per mancanza di strutture e personale medico. Sicuramente medici e infermieri sono molto più garbati e rispettosi dei pazienti, ma la cortesia non sostituisce l’efficienza, anche se rallegra l’animo laddove la seconda si riveli carente.