Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  agosto 05 Domenica calendario

Il mercoledì giorno del medico esordiente: boom di morti - Se proprio dovete andare in ospedale evitate di farlo in agosto e, per carità, non di mercoledì

Il mercoledì giorno del medico esordiente: boom di morti - Se proprio dovete andare in ospedale evitate di farlo in agosto e, per carità, non di mercoledì. Sembra questo il suggerimento di molti quotidiani nazionali britannici ve­nu­ti in possesso dei dati di una ricerca effet­tuata sulla mortalità riscontrata negli ospe­dali del Regno nel giorno di «lancio» di ben 7mila specializzandi in medicina. Uno di questi giorni è appena trascorso, era merco­ledì, primo giorno di agosto, anche sopran­nominato «black Wednesday»perché il tas­so di mortalità in giorni come questo, secon­do una recente ricerca, aumenta del 6 per cento. Ogni anno il Servizio Sanitario Ingle­se mette in circolazione nella rete ospeda­liera migliaia di dottorini al loro primo inca­rico e li lascia «in trincea» ad affrontare da soli casi e problematiche molto spesso al di sopra delle loro capacità. I problemi si moltiplicano durante la not­te quando i praticanti medici rimangono in pochi senza neppure un medico anziano a cui chiedere un consiglio. A causa di questa situazione i decessi causati non da negligen­za, ma dalla mancanza di esperienza au­mentano esponenzialmente in determina­ti periodi dell’anno. Lo ha rilevato ieri il quo­tidiano The Independent che a supporto del­la notizia ha pubblicato anche le testimo­nian­ze inquietanti del primo giorno di lavo­ro di alcuni giovani specializzandi. Tutti la­mentano la mancanza di un supervisore, di qualcuno che li guidi nelle fasi più critiche del loro avvio ad una professione che più di altre richiede un training professionale ac­curato ed efficace. Ragazzi di ventidue anni che dalle scuole di medicina si trovano cata­pultati in corsia alle prese con più casi di quanti siano in grado di seguire, spesso co­st­retti a prendere decisioni che non spette­rebbero loro. L’articolo ha suscitato non poche polemi­che nel mondo della Sanità pubblica ingle­se, già nell’occhio del ciclone nelle ultime settimane. La sua organizzazione è ben lun­gi dall’essere perfet­ta tanto che in molti han­no fatto notare quanto la parte dello spetta­colo olimpico dedicato alle meraviglie del Servizio Sanitario Nazionale sia apparsa c­o­me un’inopportuna autocelebrazione. Una delle ultime polemiche che hanno messo sotto accusa la sanità pubblica ri­guarda peraltro proprio il perido dei Giochi durante il quale il Servizio Sanitario inglese si è visto costretto ad appaltare una parte del servizio di ambulanze a ditte private. Dei 350 mezzi a disposizione a Londra, 50 saranno privati. Non essendo in grado di ge­stire l’aumento dell’emergenze il Servizio Sanitario ha dovuto quindi spendere circa 900mila sterline per assicurarsi altre ambu­la­nze e 150 dipendenti temporanei in più ri­spetto al solito organico. Una notizia che di certo non ha rallegrato le associazioni sin­dacali sempre sul piede di guerra quando si tratta di privatizzazione dei servizi pubbli­ci, tema molto caro al governo Cameron. Tornando al mercoledì nero dei dottorini inglesi, il ministero della Sanità sembra es­sere corso ai ripari annunciando l’istituzio­ne in tempi brevi di un periodo di affianca­mento che dovrebbe aiutare il dottorando a integrarsi nel sistema ospedaliero senza commettere troppi errori. Il problema? Si tratterebbe di un periodo della durata di so­li quattro giorni, troppo pochi per dimo­strarsi efficaci come sostengono i rappre­sentanti della categoria.A Bristol un perio­dodiaffiancamentosperimentaleeradura­to quattro mesi. «Problemi come questi non si risolvono con soluzioni rapide», è la critica più comu­ne a un sistema che presenta ancora molte falle e il cui miglioramento risulta improba­bile visti i tagli negli ultimi bilanci. A far ac­qua è soprattutto l’organizzazione dei me­dici di famiglia, chiamati a occuparsi di tut­to e s­pesso costretti a limitare le visite specia­listiche per consentire quelle riduzioni di costi che vanno tutte a scapito dei pazienti. E se nei Pronto Soccorso le cose funziona­no senz’altro meglio che in Italia, non si pen­si che le liste d’attesa per ottenere una visita specialistica siano meno lunghe di quelle della nostra sanità: per una visita odontoia­trica si può attendere anche 18 mesi e sem­pre più spesso lo stesso Servizio Sanitario ha autorizzato la copertura di operazioni specialistiche effettuate da alcuni pazienti all’estero per mancanza di strutture e perso­nale medico. Sicuramente medici e infer­mieri sono molto più garbati e rispettosi dei pazienti, ma la cortesia non sostituisce l’effi­cienza, anche se rallegra l’animo laddove la seconda si riveli carente.