G. B. Olivero, Gazzetta dello Sport 7/8/2012, 7 agosto 2012
INTERVISTA A MARCELLO LIPPI
La Supercoppa di sabato è anche la sua partita: perché ha allenato sia la Juve sia il Napoli e perché è l’ambasciatore del nostro calcio in Cina. Marcello Lippi, però, non sarà in tribuna al Nido d’Uccello: quel giorno il suo Guangzhou è impegnato in campionato. Allora Lippi prova ad anticipare la Supercoppa con noi ricordando che l’ultima volta che la Juve ha alzato quel trofeo lui era in panchina e la storia era simile a quella di oggi. Era il 2003, si giocava all’estero (America) e si sfidavano le due squadre che avevano chiuso la stagione precedente con una finale (la più prestigiosa: quella di Champions). La Juve aveva perso a Manchester contro il Milan ai rigori e sempre ai rigori vinse la Supercoppa contro i rossoneri al Giants Stadium. Conte, allora giocatore, restò in panchina per tutta la partita: chissà cosa darebbe per poter ripetere a Pechino la stessa esperienza.
Lippi, dopo la sconfitta in Coppa Italia contro il Napoli ripartire con una vittoria per la Juve conta di più?
«La Juve ha iniziato l’anno scorso una ricostruzione totale, cosa non semplice ma che ha subito portato un risultato straordinario. Adesso ha una quadratura notevole. Succede di perdere come in Coppa Italia contro il Napoli, ma è stato molto più importante ritrovare una filosofia di gioco, la competitività e una evidente juventinità. Ecco perché per i bianconeri in Supercoppa non ci devono essere pressioni particolari».
Con quali obiettivi la Juve può affrontare la Champions?
«Con l’obiettivo di divertirsi e di essere ambiziosa. La squadra è competitiva, i nuovi acquisti sono forti, Buffon e Pirlo sono fuoriclasse. In Europa ci sono due squadre, il Barcellona e il Real Madrid, davanti a tutti. Poi c’è un gruppetto di cinque o sei formazioni tra cui la Juve».
Quale può essere il trucco da usare per ridurre il gap?
«La chiave è la convinzione nel lavoro e nelle proprie qualità. Il pensiero di poter battere tutti. Poi in Champions sono determinanti i sorteggi, gli episodi, il momento in cui affronti un avversario. Se il Barcellona o il Real li trovi solo in semifinale o finale significa che nel frattempo hai fatto un certo percorso e sei cresciuto».
Alla Juve serve un grande attaccante?
«L’idea del gruppo viene e verrà sempre prima, ma se la società lo riterrà opportuno un campione arriverà».
Condivide l’accostamento tra la Juve di Conte e la prima Juve di Lippi?
«Ci sono dei punti di contatto: motivazioni, impegno, voglia di vincere. E mi fa piacere che vengano notati».
Quanto perderebbe la Juve per una eventuale squalifica di Conte?
«Qualcosa, ma non tanto. Antonio partecipa molto alle partite, al punto da perdere la voce, ma è più importante il lavoro che fa in settimana. E quello continuerebbe a svolgerlo anche in caso di squalifica».
Quanto incide percentualmente sul lavoro di un allenatore quello che fa in panchina durante una gara?
«Il 10 per 100. Mentre il 90 per 100 lo fa in settimana».
Che idea si è fatto della vicenda che riguarda Conte?
«Io conosco Antonio, è una persona di autentica limpidezza e serietà. Non mi sembra che abbia fatto nulla di male».
Al posto di Conte andrebbe in panchina Massimo Carrera, altro suo ex giocatore.
«Massimo conosce bene la filosofia dell’ambiente bianconero. Ha passione, volontà, determinazione, serietà. Quando lo allenavo io, mi dava l’idea di un ragazzo che avrebbe avuto continuità nel mondo del calcio anche se non sapevo quale strada avrebbe intrapreso».
Molti giocatori della Juve di Lippi sono diventati allenatori o assistenti: se lo aspettava?
«Erano grandi giocatori e grandi uomini. Le caratteristiche comuni erano la passione e la serietà. All’epoca non avrei saputo dire chi sarebbe diventato allenatore, ma ero sicuro che avrebbero fatto bene qualunque cosa».
Sabato sera Juve-Napoli ci divertirà?
«Credo di sì. Dalle amichevoli mi sembra che le due squadre stiano già tornando sui livelli dell’anno scorso. Rispetto al Napoli, la Juve ha avuto un’estate più condizionata dall’assenza dei nazionali».
Giovinco e Insigne sono pronti per un ruolo di primo piano?
«Sono pronti. Però devono affidarsi completamente alle rispettive guide: Conte e Mazzarri».
Guardiamo al campionato: la Juve è favorita?
«Sì, in questo momento non vedo squadre forti come la Juventus. Il Napoli sta crescendo bene, l’Inter ha chiuso un ciclo e prova a riaprirne un altro, il Milan ha dovuto fare cessioni eccellenti ma ha ottimismo e fiducia. La Roma sta allestendo una formazione di alto livello. Ma la Juventus resta davanti».
Com’è la sua giornata-tipo a Guangzhou?
«Dopo i primi due mesi in albergo, ho preso una casa. Il calcio domina la giornata. Al mattino programmo il lavoro e studio gli avversari. Poi mi informo attraverso Sky, internet e i giornali italiani. Nel pomeriggio intorno alle 18 (prima fa troppo caldo) c’è l’allenamento. Io e la squadra ci stiamo ancora conoscendo, ma i risultati sono buoni: primi in campionato, in semifinale in Coppa di Cina e nei quarti della Champions League asiatica».
Qual è la cosa più difficile da insegnare?
«Faticano ad alzare i ritmi e c’è poco movimento senza palla. Sull’alimentazione, invece, ho preferito non intervenire».
Lei a tavola si è adattato?
«Mi capita di mangiare cinese anche se evito i piatti troppo speziati. Mangio molte zuppe, carne e pesce alla griglia. Quando mi viene voglia di una pasta alla carbonara o di spaghetti con pomodoro e basilico ci sono un paio di ristoranti italiani in cui vado con lo staff. Ormai siamo in sette: a me, Pezzotti, Maddaloni, Gaudino e Rampulla si è aggiunto il fisioterapista Silvano Cotti e ha una consulenza il dottor Castellacci, che ogni mese e mezzo passa quindici giorni qui con noi».
Ma è vero che sabato l’hanno fatta arrabbiare?
(risata) «Sì, è vero. Eravamo 1-1 a 20’ dalla fine, stavamo giocando bene e ci hanno annullato un gol per fuorigioco inesistente: roba di un metro. E siccome già la partita precedente c’erano stati errori gravi, sono esploso. Certo che se va avanti così il mio proposito di stare tranquillo con gli arbitri va a farsi benedire...».
Lippi, per chi tifa sabato sera?
«Juve e Napoli sono entrambe nel mio cuore, ma una delle due un po’ di più...».
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