Andrea Tarquini, Repubblica 5/8/2012, 5 agosto 2012
AIUTO D’EMERGENZA PER LA GRECIA
La Banca centrale europea spara con un mini-bazooka per salvare la Grecia. Secondo indiscrezioni di fonte Eurotower, ampiamente rilanciate dal quotidiano liberalconservatore
Die Welt,
la Bce ha acconsentito a uno stratagemma per consentire ad Atene di procurarsi liquidità a breve per 4 miliardi di euro, in modo da arrivare almeno a coprire le spese correnti fino a fine agostoinizio settembre. Il nuovo apparente segnale di Mario Draghi è rivelato sullo sfondo di uno scontro aperto nel governo tedesco, tra sostenitori e avversari della linea di pronto intervento della Bce. Il vicecancelliere liberale Philipp Roesler insiste nel definire non drammatica un’uscita greca dall’euro, ma la ministro del Lavoro e del Welfare, Ursula von der Leyen, vicinissima alla cancelliera Angela Merkel, lo accusa di irresponsabilità: attenti al contagio, dice, sarebbe pericolosissimo per tutti.
Il nuovo tentativo di salvataggio della Grecia, scrive
Die Welt,
è stato in sostanza deciso alla riunione di giovedì scorso del board della Bce. Atene avrebbe il permesso in via eccezionale di emettere altri titoli sovrani a brevissima scadenza, i cosiddetti T-Bills, in modo da coprire nell’immediato circa 4 miliardi di euro. Funzionerebbe così: le banche greche acquisterebbero i titoli sovrani T-Bills
dello Stato ellenico, e li depositerebbero come garanzia presso la Ethnikì Tràpeza tis Ellàdos, la Banca centrale. La quale rifinanzierebbe così debiti pubblici.
I falchi della Bundesbank, ma anche altre correnti nella Bce, si dicono perplessi e allarmati. La Banca centrale greca è infatti parte dello eurosystem, il sistema delle banche centrali dell’eurozona. Dunque la Bce sarebbe ultima garante. Ha potere di veto su simili operazioni, ma non lo userebbe in
questo caso. Finora Atene aveva avuto il permesso di usare i T-Bills in tal modo fino a un tetto di tre miliardi di euro, adesso ha licenza per 4 miliardi in più. Mossa coragl’Abi,
giosa e temeraria: aiuta la Grecia, in attesa del verdetto della trojka Bce-Ue-Fondo monetario in settembre, ma può aumentare il rischio di contagio di un default greco per gli altri.
Su questo sfondo è esplosa la polemica nel governo federale. «Dobbiamo rafforzare la fiducia in un’eurozona che resti insieme », dice la ministro Ursula von der Leyen al
Tagesspiegel.
Aggiungendo: «Se perdessimo la Grecia, i mercati e tutti si chiederebbero
subito chi è il prossimo». E ancora: «In caso di uscita dall’eurozona, la Grecia si impoverirebbe in tal modo che noi altri europei non potremmo stare a guardare senza agire, non ci si può illudere che un’uscita di Atene resti un evento senza conseguenze, e i segnali contrastanti dei partiti tedeschi provocano irritazione tra i nostri partner».
Draghi dunque spacca la leadership tedesca: nella rappresentanza alla Bce, tra Weidmann falco
e Asmussen colomba, e la colomba Asmussen, e nel governo. «L’Europa può cadere anche per eccesso di solidarietà, se chiediamo troppo a noi tedeschi ed esigiamo troppo poco quanto a disponibilità degli altri alle riforme », ha detto il ministro degli Esteri (liberale come Roesler) Guido Westerwelle. Per Angie è un’estate calda di scontro interno sull’Europa, prima e dopo il rientro dalle ferie altoatesine.