Paolo G. Brera, Repubblica 5/8/2012, 5 agosto 2012
VOLA, OSSERVA, REGISTRA UN DRONE CI CAMBIA LA VITA
MAI visto un reattore nucleare dal di dentro? Un incendio dalla sua letale nuvola di fumo, una crepa millimetrica nella fiaccola di un pozzo petrolifero? Loro sì: adesso che i droni hanno cambiato pelle, il mondo è in gara per inventarne di nuovi e gioca a scoprire come usarli. Da sterminatori silenziosi e vili, capaci di uccidere senza rischiare, sono diventati una promessa civile.
COSTANO poco e arrivano ovunque, si alzano in volo ronzando come sciami infuriati, puntano l’obiettivo con il Gps e tornano a casa con immagini uniche, irripetibili, impossibili da catturare per un essere umano. Ora, dunque, impera la fantasia: un’azienda olandese, Green X, dà loro la forma di falchi e li prova come infiltrati per tenere a bada gli storni
dagli aeroporti. Robert Blair, un agricoltore dell’Idaho
stanco di spendere 9mila dollari per spedire in volo un Cessna a controllare lo stato dei suoi campi sterminati, ha costruito un drone a forma di aereo e lo invia in missione ogni dieci giorni: non gli costa praticamente nulla e gli consente di utilizzare al momento giusto le armi agronomiche per mantenere sano il raccolto.
La polizia di frontiera svizzera ticinese per sorvegliare i confini ha un “ranger” volante speciale, si chiama Ads 95 e ha gli occhi infrarossi per non lasciarsi sfuggire un clandestino neppure di notte. L’Arma dei carabinieri invece ha usato un drone per riprendere “in full hd” la sua festa annuale, liberandolo a trenta metri di altezza con svolazzante tricolore incorporato. In America, dopo la morte di due biologi in un incidente con l’elicottero
usato per spiare gli animali selvatici, un loro collega ha ripiegato su un drone: gli ha affidato l’incarico di controllare da lassù come si comportassero i salmoni dello Snake river.
Poi ci sono gli smanettoni in libertà, che in cielo ci spediscono i loro nuovi amici tecnologici a planare pericolosamente sulle nostre teste per poi riferire in alta definizione su
Youtube.
Imperversano vere prodezze: «Volo con un piccolo drone quadricottero con telecamera
GoPro
sul lungotevere Marconi, vicino a Ponte Marconi, il 4 febbraio 2012 mattina», avverte un romano offrendo la sua occhiata bionica
sulla città eterna sommersa dalla neve.
Il futuro è adesso, o quasi. Perché una cosa è far volare un drone nel giardino di casa per riprenderti dall’alto mentre fai “ciao ciao”, un’altra è spedire un robo volante di qualche decina di chili a ronzare sulle teste altrui. In Italia non ci sono ancora normative specifiche e ogni tanto si vede volare qualche drone
da amministrazioni pubbliche che non potrebbero. «Una cosa e utilizzarli in zone evacuate, come nei terremoti, o in aree private, e un’altra è inventarsi usi spericolati che anche a fin di bene possono mettere a repentaglio altre persone», spiegano all’Enac.
Tutto bene, allora, se su
You-Reporter.it
c’è il video del drone sul capannone crollato di
Sant’Agostino. Ma trasformarsi in tecnici delle riprese aeree fai da te rischia di costare una denuncia, se non una tragedia. Che il futuro passi per questa strada, però, ci sono pochi dubbi: si calcola che più di 50 nazioni stiano costruendo o usando droni per ragioni militari o civili. E la grande corsa è in atto anche in Italia. Dal Cira, il Centro italiano di ricerche aerospaziali, che sta testando
un vero e proprio aereo in grado di volare da solo, a Finmeccanica che lavora al progetto “Neuron” per un drone militare europeo, alle decine di imprese che producono e tentano di omologare oggetti volanti senza pilota per scopi esclusivamente civili. La sfida è realizzarli sempre più piccoli e leggeri, per poter essere usati anche in zone popolate senza rischio per i poveri
terrestri.
E a proposito di regole da rispettare, quel biologo intraprendente che guardava i salmoni... Beh, le buone idee richiedono autorizzazioni preventive: la Faa, l’autorità federale Usa per l’aviazione, gli ha atterrato il drone. Per ora non gli resta che tornare a rischiare la pelle salendoci
anche lui, in elicottero.