Livia Ermini, il Venerdì 3/8/2012, 3 agosto 2012
LA TUTA CHE FA PROVARE COME CI SI SENTE DAI 75ANNI IN SU
Brutta cosa la vecchiaia. Provare per credere. In Germania è stata creata una tuta che simula l’invecchiamento. Indossandola ci si sente come se si avessero 75 anni o più. La ricercatrice del Centro geriatrico evangelico di Berlino Rahel Eckardt, che l’ha messa a punto insieme ai costruttori dell’istituto Meyer-Hentschel di Saarbrücken (centro di ricerca specializzato nello sviluppo di prodotti per gli over 60) la fa indossare ai suoi studenti per far capire loro come si sentono i pazienti anziani e quali sono i loro bisogni.
L’indumento riproduce i sintomi del processo di degenerazione degli organi, impedendo i movimenti di chi la indossa. Si tratta infatti di una specie di armatura che appesantisce il fisico di dieci chili, con protezioni alle orecchie che riducono l’udito, una visiera gialla che rende le immagini sfocate e i colori difficili da distinguere, imbottiture alle ginocchia e ai gomiti per irrigidire le giunture, un giubbotto che pesa sul petto e guanti imbottiti per ostacolare la presa delle mani. «Fare le scale con la tuta è faticoso e lascia senza fiato» spiegano alcuni degli studenti che l’hanno provata, «si può impazzire cercando di tirar fuori una medicina da un blister e la pesantezza della veste insieme alla difficoltà di sentire e vedere ti disorienta».
Si tratta di un metodo sperimentale di sicuro più efficace di una dimostrazione in power point. «La speranza è che questi ragazzi possano stabilire un’empatia con i loro pazienti più anziani» spiega la Eckardt «in modo che si appassionino al lavoro che dovranno svolgere».
E all’empatia fa esplicito riferimento l’acronimo dell’antenata americana della tuta tedesca, Agnes (Age Gain Now Empathy System, ovvero sistema empatico di invecchiamento immediato), un prototipo sperimentato nei laboratori del Mit di Boston. Testandolo in un supermercato una giornalista americana ha sperimentato che per gli anziani è impossibile vedere gli ingredienti dei prodotti e che la disposizione strategica degli articoli in vendita secondo le regole del marketing li penalizza, mettendo i più economici in alto, dove per loro è impossibile raggiungerli.