Francesco Rigatelli, la Stampa 3/8/2012, 3 agosto 2012
DALL’ARCHIVIO 3 AGOSTO 1900
Dopo l’assassinio di Umberto I, avvenuto il 29 luglio 1900 per mano dell’anarchico Gaetano Bresci, il nuovo re Vittorio Emanuele III incontra la regina Margherita a Monza Ci telefonano da Milano, 2, ore 14,20: Ecco come avvenne l’incontro dei nuovi Sovrani colla regina Margherita e cogli altri membri della famiglia, secondo il racconto che la Lega Lombarda ha da ottima fonte: «Ai piedi dello scalone della villa erano tutti i membri della Famiglia Reale. S. M. la regina Elena scese per la prima e si gettò nelle braccia della regina Margherita, mentre questa, col braccio libero, stringeva a se il Re. Così, in gruppo, e senza far motto, salirono lo scalone, entrando nella grande sala dove erano schierati tutti i gentiluomini, le dame ed i membri della Real Casa. S. M. il Re passò dinanzi, inchinando tutti collettivamente».
La salma del re giace nell’alcol Ci telegrafano da Monza, 2, ore 21,30: Circa la data e la località dei funerali non si ha ancora alcuna notizia. Oggi ho potuto avvicinare una persona che occupa un posto a Corte. La interrogai su quanto si fa nella Villa Reale. Circa i funerali, mi disse che al personale di Corte non venne fatta alcuna comunicazione, e pare che nulla finora sia stato deciso. «Gli stessi gentiluomini di Corte - mi disse - a quanto mi consta, sono al buio di tutto, malgrado i continui contatti con i membri della Reale Famiglia, ed il loro ininterrotto soggiorno alla Villa». La stessa persona mi disse che re Umberto è stato messo dentro una vasca piena di alcool, posta accanto al letto. È vestito della sola camicia, mutande e calze. La testa emerge dall’alcool. Sul petto tiene un piccolo crocefisso. Un lenzuolo copre tutta la vasca, la quale è circondata da piante ornamentali. Togliendo il lenzuolo, sopra il volto resta ancora un fazzoletto. Duo corazzieri custodiscono la porta della camera. Continuano a faro la guardia d’onore il Duca d’Aosta e il Conte di Torino. Il corpo di re Umberto è enfiato talmente, che si dovette ordinare una nuova uniforme da generale per la salma quando sarà messa nella bara.
In cerca del complotto La Tribuna riceve da New York: «Ultime e più attive indagini hanno condotto a gravissime scoperte sulle quali però la Polizia mantiene il segreto più assoluto. Si ritiene però il complotto come del tutto scoperto, comprovandosi la relazione fra il regicidio di Monza e l’assassinio del capo operaio Pessina e il suicidio dell’anarchico Sperandio a Patterson. Si assicura che sulla base delle nuove scoperte i complici del regicidio potranno essere condannati a morte come gli anarchici di Chicago. Stasera la colonia italiana terrà una protesta contro il delitto di Monza a Tammany-Hall.
Il fantino che arrestò l’anarchico Bresci Scrivono alla Perseveranza : «Dalle narrazioni avute sui giornali del terribile delitto di Monza, vedo dimenticato, o quasi, il fantino, al quale si deve principalmente l’arresto dell’assassino. Egli con vero coraggio, senza balzare di sella, e mai abbandonando lo briglie, si buttò indietro sul cavallo stesso, cinse al collo con veemenza l’assassino, e lo trascinò per due o tre passi, consegnandolo cosi ai due marescialli già accorsi, i quali sudarono poi sangue a liberarlo dagli assalti della adiratissima folla, che voleva linciarlo. Riguardo alla rivoltella, è inesatto sia stata strappata dalle mani dell’assassino da un pompiere. Il sottoscritto, cercando i berretti dei suoi bimbi, un momento prima fuggiti por lo spavento, rinvenne a terra, al posto ove trovavasi l’assassino, la rivoltella stesso, nel mentre un ragazzo dodicenne prontamente la raccolse; allora, preso questi pel braccio, lo condussi al palco, ove eranvi ancora due pompieri (unica autorità rimasta in quel momento) e ad essi consegnammo l’arma, senza che ci fosse fatta alcuna interrogazione. In fede: Carlo Beretta.
La regina in solitudine a Gressoney Dove andrà ora la regina Margherita. Contrariamente a quanto fu telegrafato da Torino a qualche giornale di Milano, ci si conferma la notizia che S. M. la regina Margherita verrà a prendere stabile dimora a Torino. Possiamo inoltre aggiungere che la Regina vedova, prima di venire a Torino, si recherà per qualche tempo a Gressoney, dove chiederà alla solitudine delle montagne un’ora di raccoglimento nel suo sconfinato dolore e un poco di riposo alla sua fibra così duramente provata, come il suo spirito, dalla sventura.
Le operaie piangono il sovrano generoso Riceviamo: L’Associazione Generale delle operaie di Torino, da non confondersi coll’Associazione Generale degli operai d’ambo i sessi, lunedì mattina inviava a S. M. la regina Margherita a Monza il seguente telegramma: «Associazione Generale femminile torinese presenta alla M. V. vivissime condoglianze per l’infame assassinio del Re, probo, generoso, desideroso sempre promuovere benessere classe operaia». S. M. fece rispondere stamane col seguente telegramma: «Il compianto delle classi lavoratrici, per l’acerbissima perdita del Sovrano che tanto la amò, lenisce il doloro ineffabile di S. M., che ringrazia commossa del conforto arrecato».