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 2012  agosto 03 Venerdì calendario

A ROMA LE ESCORT CONDANNATE ALL’ESILIO

Il processo, celebrato nel 295 a.C., fece grande scalpore a Roma: le accusate erano delle matrone accusate di rapporti sessuali illeciti (all’epoca tutti quelli fuori del matrimonio o del concubinato). Ma non si trattava di adulterio. Le matrone infatti vennero processate in gruppo e condannate a una pena diversa da quella dell’adulterio: una pesantissima multa, con cui venne costruito un tempio a Venere Obsequens («obbediente», rispettosa delle regole). Ancor più scalpore fece poi, nel 213 a.C., un secondo processo contro aliquot matronas, come dice Tito Livio (un tot di matrone, potremmo tradurre), accusate dello stesso comportamento e processate di nuovo in gruppo. La pena, questa volta, fu molto molto peggiore: l’esilio. Di quale comportamento si erano rese colpevoli le matrone? Né di adulterio — lo abbiamo detto — né di prostituzione, professione che a Roma non era criminalizzata. L’unica spiegazione è che non fossero state accusate di un singolo, specifico comportamento delittuoso, ma di malcostume abituale. Che si trattasse, insomma, di signore che si comportavano con grande disinvoltura, procurandosi vantaggi grazie alle elargizioni degli amanti. A Roma era molto pericoloso, per le donne, ricoprire il ruolo che oggi le farebbe definire delle escort.
Eva Cantarella