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 2012  agosto 02 Giovedì calendario

CL È PULITA. MA CHI HA SBAGLIATO PAGHI. E TU, ROBERTO, NON PRESTARE IL FIANCO ALLE CRITICHE


Monsignor Luigi Negri è stato per decenni uno dei più stretti collaboratori di don Luigi Giussani, il fondatore di Comunione e liberazione. Giussani negli anni Settanta gli affidò la guida della sua creatura,Gioventù studentesca, che Negri rilanciò. «Ho conosciuto don Giussani al liceo Berchet nel 1957» racconta Negri «e posso dire di avere avuto con lui un rapporto privilegiato fino a pochi mesi dalla sua morte. Ancora oggi gliene sono grato». Monsignor Negri, dal 2005 lei è vescovo della diocesi di San Marino-Montefeltro, ma non ha mai fatto segreto della sua appartenenza al movimento. Certo, non ho alcun problema, anche se non partecipo più alla vita concreta di Cl. Però i valori per cui faccio il vescovo sono gli stessi. Cerco di trasmettere a questo popolo l’impeto missionario di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Il cristiano non riceve una grazia così grande per tenerla per sé. Da mesi Cl è associata alle inchieste della magistratura... Ritengo di non dover intervenire su questioni che mi pare debbano ancora essere definite. Qualora ci fossero dei reati, ciascuno si assumerebbe la sua responsabilità, con la consapevolezza che alla magistratura in Italia non sempre si può guardare con molta fiducia. Inchieste a parte, lei cosa ne pensa? Cl è un popolo che mangia, veglia, dorme, vive e muore non per se stesso ma per Colui che è morto e risorto. È da prevedere che possano esserci degli scarti, ma ciò non tocca la fiducia che ho nel metodo educativo di Cl e mi fa solidale fino a prova provata con questi amici. Anche perché, da quello che è emerso sulla stampa, mi pare che alcune cose, vedi l’affare Finmeccanica, siano assolutamente demenziali. I responsabili del movimento hanno voluto prendere le distanze dalle voci di tangenti. Io avrei fatto lo stesso. Personalmente non considero neanche possibili questo tipo di cose. Come vivono questo momento la base e i vertici di Cl? Il movimento sta facendo un serio percorso di purificazione. Ogni realtà ecclesiale può vivere momenti come questi. Può capitare di fidarsi troppo delle proprie capacità creative e meno della grazia che spinge l’attività. E la gerarchia ecclesiastica? Cl s’è guadagnata presso la comunità ecclesiastica un grande credito quando essere presenti nella società come cristiani significava quello che significava. Negli anni Settanta passavo buona parte del tempo a girare per gli ospedali di Milano dove erano ricoverati i nostri ragazzi massacrati davanti alle scuole da quelli che adesso sono direttori di testate nazionali o boiardi di stato. Tutto questo chiacchiericcio non credo abbia incrinato la fiducia nei confronti di Cl. Il cardinale Angelo Scola però recentemente ha preso le distanze. L’arcivescovo di Milano ha la comprensibile preoccupazione di porsi come il pastore di tutti i cattolici milanesi, al suo posto avrei fatto lo stesso. Don Julián Carrón, il responsabile di Cl, ha detto: «Se il movimento è continuamente identificato con l’attrattiva del potere, qualche pretesto dobbiamo averlo dato». Non è possibile negare a priori che qualcuno abbia vissuto la tentazione di modulare la propria presenza in politica secondo dinamiche di potere. Il movimento è stato chiamato dal suo capo a un recupero di identità, ma non ci si può fidare che il mondo laicista dia credito a queste cose. La stampa ha risposto in una maniera esasperatamente anticiellina perché la nostra stampa è esasperatamente anticattolica. Oltre a una giornata dell’omofobia, dovrebbe essere indetta una giornata per quella che Benedetto XVI, il mite e fermo Benedetto decimo sesto, chiama cristianofobia. Anche Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia che è stato iscritto nel registro degli indagati, sostiene di essere sotto assedio. Di Formigoni ho una grandissima stima. Ritengo che abbia fatto cose straordinarie per la società lombarda: il sistema sanitario, il buono scuola, la libertà di educazione. Questi sono i fatti sulla base dei quali giudico un politico, non la vita privata. Per ora si è parlato solo di camicie sgargianti e vacanze costose. Nell’opinione pubblica, però, i voti di povertà, castità e obbedienza dei Memores domini, la confraternita laica a cui appartiene, mal si conciliano con yacht e vacanze milionarie. Come direi a ogni cristiano e anche a me stesso: cerchiamo di vivere coerentemente con l’educazione che abbiamo ricevuto. Punto. Da mesi in molti chiedono le dimissioni di Formigoni. Lei cosa gli consiglierebbe? Sul piano politico, niente. Come prete gli direi: «Attento a vivere in modo, come dire, il più possibile coerente con l’educazione che hai ricevuto». Tutto questo accade in concomitanza con l’avvio della causa di beatificazione di don Giussani. Come ci ha insegnato Giovanni Paolo II, è in atto in tutto l’Occidente un progetto di radicale eliminazione dell’etica cristiana. Nella maggior parte dell’Europa la Chiesa si trova a giocare in un contesto sociale e politico terribilmente ostile. Questo processo è stato, non dico vinto, ma fortemente rallentato in Italia dalla presenza di realtà come Cl. Il laicismo non l’ha ancora perdonato alle realtà vive della Chiesa. Il movimento sotto assedio, appunto. Forse è meglio dire i movimenti. Ma è la Chiesa stessa a essere sotto assedio, perché rappresenta un’alternativa a questa società consumistica, individualistica e tecnoscientifica, dove tutto viene deciso dal massmediaticamente corretto. Intendiamoci, il fenomeno di Eluana Englaro è una vergogna che abbiamo rimosso dalla coscienza. È stato realmente un omicidio di stato nato dalla convergenza di una cattiva magistratura, una cattiva scienza e di certa cattiva politica.