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 2012  agosto 03 Venerdì calendario

FEDERICA PELLEGRINI AI GIOCHI DI LONDRA PER FOGLIO DEI FOGLI 6 AGOSTO 2012

«One of the sport’s most colorful figures»: questo era, secondo “Sports Illustrated”, Federica Pellegrini alla vigilia dei Giochi di Londra. Emanuela Audisio: «Un personaggio di colore. Non solo una nuotatrice, non solo una grande atleta». La più autorevole rivista sportiva americana, nella sezione “Medal Picks”, prevedeva per la “diva” un bronzo nei 400 stile libero: «Un magro bottino per lei, la “regina capricciosa” dell’acqua», aveva commentato Agnese Ananasso su “la Repubblica”. Alla fine è andata pure peggio: «Quinta nei 400 stile libero, la distanza che le ha dato soddisfazioni pari a sofferenze, quinta nei 200, il suo regno. Ecco il capolinea di una splendida carriera, vissuta negli ultimi tempi da starlette» (Guido Boffo). [1]

Una vittoria della Pellegrini avrebbe obiettivamente avuto del miracoloso. Stefano Arcobelli: «Ma il podio - che in questi deludenti Giochi azzurri del nuoto sarebbe stato una manna - poteva trovarlo». [2] «Ci ho provato ma i miracoli in questo sport non esistono. Non sono arrivata in grande forma», ha commentato “la divina”. Giulia Zonca: «E lo dice come fosse normale, come se a Londra non ci fossero le Olimpiadi ma un meeting qualsiasi». [3] Nei 200 stile libero, specialità dov’era imbattuta da cinque anni, ha chiuso in 1’56”73. Audisio: «Quasi un’ex, su questi tempi. A quattro secondi dal suo record mondiale (con il costumone integrale)». [4] Andrea Monti: «La questione, cronometro alla mano, serpeggia da mesi tra gli esperti: la regina del nuoto italiano è sul viale del tramonto?». [5]

Sbocciata nel 2004 («ragazzina tra pubertà e adolescenza») con l’argento di Atene (200 stile libero), sotto la guida del tecnico veronese Alberto Castagnetti la Pellegrini era diventata uno «splendido giunco da combattimento». [6] Da allora ha dovuto correre dietro una linea immaginaria. Zonca: «Un orizzonte simile a quello che in tv mettono in sovraimpressione per segnalare il record. In acqua non c’è ma tu ci nuoti contro lo stesso. Per lei è così dal 2007, dal primato mondiale più imprevisto e assurdo arrivato in una notte australiana, quando ancora c’era Laure Manaudou a dominare la specialità, e durato un solo giorno. Sembra passato un secolo, sono pochi anni moltiplicati per ogni gara in cui quella linea immaginaria, il segno del fenomeno che può riuscire nell’impossibile, le è stata davanti». [3]

Alle Olimpiadi di Pechino e ai Mondiali di Roma la Pellegrini era riuscita (più o meno) a tener fede alle aspettative. Zonca: «È stata all’altezza del nome in cartellone ai Mondiali da Shanghai, qui poteva solo non presentarsi per evitare di essere sorpassata». [3] Nei progetti di Castagnetti, a Londra avrebbe dovuto gareggiare dai 100 agli 800 stile libero [6], «dominare, ottenendo il suo picco come Phelps ha fatto a Pechino» (Roberto Perrone). [7] Purtroppo il «tecnico-mentore-secondo padre-guida» è morto il 12 ottobre 2009. Zonca: «Lei si è sentita persa, invece di approfittarne per ricaricare le batterie si è buttata in altre stagioni al massimo. Voleva dimostrare di saper vincere ancora “e volevo anche tenere alto il suo ricordo con i miei trionfi, in quel momento lasciare la piscina mi è sembrato impossibile”». [3]

Nella strada tra Pechino e Londra ci sono stati «cinque allenatori diversi con idee distanti tra loro e una sola richiesta della campionessa: “Proteggetemi”, in mezzo quattro medaglie Mondiali, due fidanzati, saliscendi sfrenati». [8] Monti: «Ora il tormentone nazionale si concentrerà sui vezzi e le bizze della divina. Sulla sua propensione a macinare uomini e allenatori. Come se una ragazza che dall’età di 13 anni si sciroppa venti chilometri ogni giorno in un elemento umido che appartiene ai pesci e non agli umani, non avesse il diritto all’introspezione, alla timidezza, a qualche scatto di carattere. L’assalto carogna che da noi segue sempre una sconfitta la consegnerà alle pagine rosa dei rotocalchi». [9]

La Pellegrini, per dirla col direttore della “Gazzetta”, è stata «una regina»: «Per carità, non voglio paragonarla a Elena di Troia o a Cleopatra se pure qualche disputa tra maschi l’ha creata». [9] «Bella, della sua bellezza che aumenta con gli anni» (Perrone) [6], «è sempre stata così: bambina e donna, pinne e tacco 13, orgoglio e dolcezza, screziata da nove tatuaggi» (Audisio). [10] Arcobelli: «C’è chi la considera una vergogna perchè si parla tanto di lei, soprattutto fuori dalla vasca». [11] Lei si difende: «Tutti pensano che mi dia fastidio tutto questo rumore attorno a me. Invece no. È solo una conseguenza di quello che sono e quello che faccio. Io non ho mai voluto essere famosa e poi una campionessa di nuoto. Semmai è il contrario». [12]

Negli anni la Pellegrini è diventata uno degli sportivi italiani più controversi. Sui blog di gazzetta.it quelli che non la amano sono numerosi: «Dov’è l’umiltà? La signorina ha ancora tanta strada da fare prima di maturare un poco. Ciao diva, cresci»; «Lei come Phelps? Lui non fa lo spocchioso! La Pellegrini è montata»; «Ha smesso di nuotare a Roma 2009, o meglio, ha smesso di dedicarsi completamente al nuoto dopo Roma. Da lì sono cominciate le distrazioni, il gossip, la tv, le riviste etc etc...»; «Nella storia rimarrà come una delle più brave nuotatrici. Certo non è nè umile, nè simpatica»; «Il risultato della sua comunicazione è semplicemente un danno per il nostro Paese»; «Mi vergogno che l’Italia sia rappresentata da certi atleti». [11]

«Da questa Olimpiade ho imparato che ho la tranquillità per perdere», ha detto la Pellegrini. [4] Zonca: «Quel che stravolge non è vederla battuta ma capire che non è furiosa, che non ha voglia di spaccare il mondo per reagire alla disfatta. Si è spenta: “Il nuoto è l’amore della mia vita però logora”». [11] L’anno sabbatico che intende prendersi «sa di congedo» (Boffo). [14] «Non farò di certo gare individuali al livello internazionale, in Italia boh. Magari andrò a cercarmi i tempi per le staffette. I picchi li rivedrete tra due anni. Forse», ha detto a Londra. [12] Dopo la batosta, quel che più desidera è «nuotare solo perchè mi piace farlo senza obblighi, senza dover dimostrare ogni volta qualcosa. Voglio godermi le uscite, fare tardi senza l’ansia dell’allenamento all’alba. Stare anche fuori dall’acqua finalmente. Magari mi iscrivo all’università, imparo l’inglese». [3]

«Se farò sognare di nuovo gli italiani? Spero intanto di tornare a sognare io» aveva detto la Pellegrini quando ancora si sperava in una riscossa nei 200 stile libero. [6] Nel futuro, almeno in quello immediato, ci saranno meno nuoto e più tv («un reality, perchè no? Se mi divertissi»). Le agenzie di scommesse britanniche danno il suo matrimonio entro l’anno col collega Filippo Magnini (per il quale ha lasciato il collega Luca Marin) a 4,50. [15] Quando le hanno chiesto se pensa di gareggiare ai Giochi di Rio 2016, ha riposto: «Sono giovane, fino al Brasile posso arrivare». Ieri ha compiuto 24 anni, «una rispettabile e veneranda età per una fuoriclasse del nuoto» (Gaia Piccardi). [16] Audisio: «Il nuoto è un orco che ti regala caramelle, ti prende quando sei una bambina ossessiva e compulsiva, e non vorrebbe mai farti diventare donna. Anche perchè certe imposizioni non le accetti più: ti senti una deprivata». [17]

Non è semplice, ma tornare si può. Audisio: «Mamma Dara Torres, americana, la più anziana nuotatrice olimpica, a 41 anni nel 2008 ha vinto tre medaglie, dopo due ritiri, sette stagioni di inattività e mettiamoci pure tre mariti, una figlia, un’operazione alla spalla e una al menisco. Dara, che stavolta non è riuscita a qualificarsi, spende centomila dollari l’anno per mantenere uno staff con headcoach, allenatore della velocità, della forza, due fisioterapisti, due massaggiatori e un chiropratico». [17] Gli ottimisti non abbondano. Perrone: «Le Schmitt, le Muffat, le Barratt e le Franklin (17 anni) sono solo una piccola pattuglia in avanscoperta. Si ripresenteranno a Rio insieme con un gruppo di new entry con i denti aguzzi. Per questo qui cala il sipario su Federica Pellegrini, almeno su quella che dominava l’acqua». [15]

Note: [1] Emanuela Audisio, la Repubblica 1/8; Brian Cazeneuve, Sports Illustrated 23/7; Agnese Ananasso, la Repubblica 22/7; Guido Boffo, La Stampa 1/8; [2] Stefano Arcobelli, La Gazzetta dello Sport 1/8; [3] Giulia Zonca, La Stampa 1/8; [4] Emanuela Audisio, la Repubblica 1/8; [5] Andrea Monti, La Gazzetta dello Sport 30/7; [6] Roberto Perrone, Corriere della Sera 31/7; [7] Roberto Perrone, Corriere della Sera 1/8; [8] Giulia Zonca, La Stampa 29/7; [9] Andrea Monti, La Gazzetta dello Sport 1/8; [10] Emanuela Audisio, la Repubblica 30/7; [11] s. a., La Gazzetta dello Sport 31/7; [12] Alessandra Retico, la Repubblica 30/7; [13] Giulia Zonca, La Stampa 31/7; [14] Guido Boffo, La Stampa 1/8; [15] Roberto Perrone, Corriere della Sera 2/8; [16] Gaia Piccardi, Corriere della Sera 1/8; [17] Emanuela Audisio, la Repubblica 2/8.