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 2012  agosto 02 Giovedì calendario

LE ULTIME SFIDE DEL MANAGER

Il piano Grande Unipol, la partita Impregilo, la defenestrazione di Perissinotto dal vertice delle Generali. Così, negli ultimi mesi, il Ceo di Mediobanca Alberto Nagel ha applicato, rivisitandolo, quel concetto di potere appreso nelle ovattate stanze di Piazzetta Cuccia. Per difendere un credito miliardario ha sponsorizzato il progetto di salvataggio di Fondiaria targato Bologna. Con l’obiettivo di rilanciare le quotazioni delle Generali, Mediobanca ha messo alla porta l’amministratore delegato del Leone, Perissinotto: con il titolo sotto i 10 euro Piazzetta Cuccia rischia infatti di dover iscrivere una minusvalenza nei conti. Per preservare un legame storico con la famiglia Gavio è sceso in campo sul fronte Impregilo, seppure con minore convinzione che sugli altri due dossier, per tentare di stoppare l’ascesa del gruppo Salini. Sulla carta sembrerebbero tre dossier distinti, eppure tutti hanno fatto perno attorno alla figura del giovane banchiere che dal suo ufficio di Piazzetta Cuccia ha tirato le fila di tre partite chiave per il riassetto del capitalismo italiano. Tre partite sulle quali al momento è difficile fare un bilancio ma almeno due, finanziariamente parlando, si sarebbero chiuse con la vittoria di Nagel, che si definisce anche autore della cacciata dei Ligresti. O meglio, allo stato attuale i piani e i desiderata del "figlioccio" di Vincenzo Maranghi avrebbero prevalso. Nonostante l’offensiva di Sator e Palladio, le lungaggini nelle trattative, lo scontro sui concambi, Unipol ha preso il controllo dell’ex galassia Ligresti. Giusto ieri gli aumenti di capitale di Ugf e FonSai si sono chiusi, seppure con una quota importante di inoptato, e Bologna è già azionista di controllo di Fondiaria. Certo ora c’è tutto il coté legale da chiarire, ma il progetto sponsorizzato da Mediobanca ha vinto ai punti: Nagel arrivò a definire «priva di concretezza» la proposta alternativa di Sator e Palladio e inviò una lettera dura al vertice di Premafin per spingere verso la soluzione Unipol. E poi c’è il fronte Generali. Perissinotto, vittima di un blitz improvviso, ha lasciato la carica di amministratore delegato del Leone di Trieste e giusto ieri il nuovo ceo, Mario Greco, ha debuttato al vertice. A lui toccherà ora il compito di risollevare le quotazioni, disinnescare la mina Ppf e rilanciare il profilo internazionale della compagnia. Su Impregilo, invece, il primo round è andato a Salini. Cruciale, in questo caso, è stato il voto del fondo Amber. Fondo che per un anno è stato anche socio di Mediobanca, tra il 2007 e il 2008, riuscendo a piazzare anche un proprio rappresentante nel consiglio di sorveglianza della banca, quando questa aveva deciso di adottare il sistema di governance duale. Amber è socio anche di Fondiaria Sai, un azionista rivelatosi assai agguerrito in passato: spesso ha puntato il dito contro la gestione della famiglia Ligresti. A febbraio il fondo ha limato la propria partecipazione nella compagnia assicurativa all’1,65% ma è possibile che, nonostante il ridimensionamento della quota, abbia deciso di sostenere la ricapitalizzazione funzionale al progetto Grande Unipol. Dati certi si avranno solo a valle dell’asta sull’inoptato, ma i primi numeri fanno immaginare che il sostegno di Amber ci sia stato. Supporto, invece, che è mancato nella vicenda Impregilo. Una storia che parte da lontano e sulla quale la regia di Mediobanca non è mai mancata. Piazzetta Cuccia ha favorito la trattativa tra la famiglia Gavio, i Ligresti e i Benetton per l’uscita di quest’ultimi dal capitale di Igli, il veicolo che ha il 29,9% del general contractor. E prima ancora è stata artefice della nascita di Igli. Come è stata anche promotore di Invag, altra scatola partecipata dai Gavio e finanziata da Piazzetta Cuccia che diversi anni fa ha investito nelle Generali con perdite, ad oggi, assai rilevanti.