Andrea Tarquini, la Repubblica 2/8/2012, 2 agosto 2012
QUANDO IL FÜHRER ERA INNAMORATO ECCO LE LETTERE A WINIFRED WAGNER
Da Sigfrido all’Oro del Reno alla cavalcata delle Valchirie, la sua musica fu la colonna sonora dell’orgoglio nazionale tedesco sotto il Kaiser. E Hitler se ne appropriò: il festival di Bayreuth, e i discendenti del Maestro, vennero tutti accolti sotto la sua protezione. Parliamo, lo avrete capito, di Richard Wagner, grande musicista e narratore delle epopee nazionalromantiche teutoniche. E acceso antisemita: rifiutava cantanti lirici d’origine ebraica. Infatuata da quei sentimenti, fu la nuora, Winifred Wagner. Diresse lei il festival durante il nazismo, accoglieva sempre entusiasta Hitler che venerava. Adesso, quasi settant’anni dopo la vittoria alleata e trentadue anni dopo la morte di Winifred, emerge il mito dei carteggi segreti. Carteggi, soprattutto tra Winifred e il Führer. In cui, ipotizza tra l’incredulo e il malizioso la stampa tedesca, chi sa cosa si troverebbe, forse persino lettere d’amore. Ma sulla pubblicazione o no di quel carteggio, i discendenti del musicista più discusso della tragica storia d’Europa sono divisi.
Gli ingredienti per un filmone da Hollywood ci sono tutti. È quasi roba da Indiana Jones. Se lui contendeva ai nazisti l’arca perduta, qui il tesoro conteso è un grande armadio d’acciaio verniciato di bianco. Ben protetto in una bella casa borghese di Monaco di Baviera, custodisce il carteggio di Winifred Wagner. Là, tra tante buste, biglietti d’auguri
e fogli Din A4 ingialliti dal tempo, è l’epistolario tra la donna che sotto il Terzo Reich si sentì custode e garante dell’eredità wagneriana e “Onkel Wolf”, lo zio lupo, come i figli di lei chiamavano l’amato Führer. Poi c’è l’altra collezione segreta della famiglia: il carteggio di Wolfgang Wagner. Wolfgang e Wieland erano i due figli di Winifred. Questa seconda parte l’avrebbe tuttora in custodia Katharina Wagner, figlia di Wolfgang e sua erede in ogni senso: il casato ha passato a lei lo scettro-testimonio della direzione del festival.
«Io sono pronta a rendere pubblici in ogni momento i carteggi di cui sono in possesso, non ho nulla da nascondere», dice Katharina Wagner. Cerca spazio e vittorie in un braccio di ferro dietro le quinte in famiglia, vuole venire incontro al pressing degli storici. «Il festival di Bayreuth aveva un ruolo importante nella scenografia di potere del nazismo, dunque occorre
che gli storici analizzino e studino la complicità dei Wagner con il regime», dice il professor Johannes Tuchel, responsabile della Berliner-Gedenkstätte Deutscher Widerstand. Cioè il museo della resistenza antinazista che in Germania fu decapitata subito. I resistenti sparirono dopo processi farsa inscenati dal procuratore del Reich Roland Freisler, il Beria nazista, assassinati nei sotterranei delle prigioni con la ghigliottina o nei Lager con un colpo alla nuca. «Esigo in nome della Storia e della verità che tutte le fonti siano
rese pubbliche, come sono pubblici i finanziamenti senza cui il festival di Bayreuth non andrebbe avanti», chiede il professor Tuchel.
Non c’è problema, promette Katharina Wagner. Ma come in una saga degna delle opere dell’avo, affronta una guerra in famiglia sull’arca perduta, l’armadio metallico bianco a Monaco e gli altri cassetti dei carteggi segreti. Amélie Hohmann, nipote di Winifred Wagner, ha posto il veto: sulla vita privata di lei niente studi. Cosa si saranno mai scritti, dunque, Winifred e il
Führer? La domanda appassiona storici e media. Winifred aveva una “venerazione rovente”
per Hitler, parlavano insieme anche di come eliminare gli ebrei in modo più doloroso. A “Villa Wahnfried”, vicino alla
Collina verde di Bayreuth che ora ospita il festival, “zio Lupo” ebbe fin dal 1923, dopo il suo primo putsch fallito, un quartieredependance tutto per sé. Veniva quando voleva. Winifred, vedova dal 1930 del figlio di Wagner, Siegfried, lo adorava, quasi gli affidò il destino dei suoi figli. Con successo, in parte: Wolfgang fu chiamato alle armi per l’aggressione alla Polonia, ma Wieland, “musicalmente ben più dotato”, fu esentato dal servizio nella Wehrmacht per ordine di Hitler. Il Führer, in serate intime con Winifred o passeg-
giando con lei nei boschi, aveva scelto il destino del ragazzo: dopo una vittoria finale nazista, dopo la sognata conquista del mondo, ci dicono i carteggi dei Wagner già resi pubblici anni fa, avrebbe dovuto guidare lui il festival musicale della Pace, apoteosi del trionfo del Reich.
Chi sa, si chiedono molti e da tempo qui in Germania, quanto fu profondo il legame tra Winifred
e Adolf Hitler. Gli scettici ricordano che Winifred, dopo aver sopportato fino alla vedovanza la vita con Siegfried omosessuale confesso. Poi, ci pensò Heinz Tietjen a soddisfare le sue brame erotiche. Del tutto, o solo in parte, vista l’adorazione per Hitler? Molti pensano che il Führer si sentisse attirato solo da giovincelle come Eva Braun, o la nipote Geli Rauball, poi morta d’amore. Eppure, dal Bunker sotterraneo a Berlino investita dall’Armata rossa, nell’ultimo telegramma inviato a Winifred poco prima del suicidio insieme a Eva, lui parlava quasi da innamorato: «Alzati, o compagna solidale del mio gusto, il nuovo giorno qui non ci potrà più vedere ». Vedremo se l’apertura dell’armadio bianco risolverà il mistero, o se dopo la Götterdämmerung (crepuscolo degli Dèi) la saga dei Wagner e di Hitler affronterà una Wahrheitdämmerung, crepuscolo della verità.