VARIE 2/8/2012, 2 agosto 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - LO SCONTRO DEI GOVERNATORI AL CONSIGLIO DELLA BCE
ore 13.45. I tassi di interesse dell’area euro restano fermi al minimo storico dello 0,75 per cento. Lo ha stabilito la Banca centrale europea che, come da attese, ha evitato di operare nuove variazioni dopo il taglio effettuato il mese scorso. Restano a zero i tassi sui depositi custoditi dalla Bce per conto delle banche. Tuttavia oggi le attese dei mercati sono focalizzate sull’annuncio di possibili nuove misure straordinarie contro le tensioni dei mercati. E per questo ora l’attenzione è tutta concentrata sulla consueta conferenza stampa esplicativa che il presidente Mario Draghi terrà alle 14 e 30. Ad alimentare queste attese, che hanno portato euforie e miglioramenti sui mercati nei giorni passati, era stato la scorsa settimana proprio Draghi, che aveva avvertito come "la Bce, nell’ambito del suo mandato, è pronta a tutto per preservare l’euro".
grafici
bufacchi - bce ha comprato inutilmente cento miliardi di btp
Le ipotesi di Credit Suisse sulla reazione dei mercati alle varie misure
articoli correlati
L’allarme di Monti: rischio-euroscetticismo se gli spread restano alti
FRANCOFORTE - Un’intervista del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, pubblicata ieri sul sito della stessa banca, ha agitato le ore che hanno preceduto la riunione di consiglio della Banca centrale europea, già dense di attese dopo le dichiarazioni del suo presidente Mario Draghi, la settimana scorsa, secondo cui la Bce «nei limiti del suo mandato è pronta a fare tutto il necessario per salvare l’euro».
Oggi pomeriggio, la conferenza stampa mensile di Draghi si carica quindi di significati, in quanto il capo dell’Eurotower, in un uno dei momenti più importanti dei suoi primi nove mesi di presidenza e in un test della sua credibilità, dovrà navigare fra le aspettative che si sono create sui mercati finanziari e i limiti imposti dalla Bundesbank. Il banchiere centrale italiano ha incassato, dopo il suo intevento di Londra, l’appoggio dei maggiori leader europei, compreso il cancelliere tedesco Angela Merkel. Ma da Weidmann, che lunedì, come Il Sole 24 Ore ha rivelato ieri, ha incontrato Draghi per uno scambio di vedute, è venuto ieri un richiamo al rigoroso rispetto del mandato della Bce, alla resistenza alle pressioni della politica e alla primazia della Bundesbank sulle altre banche centrali dell’Eurosistema.
La posta in gioco è alta tanto che della riunione di oggi ha parlato anche Barack Obama con François Hollande. Il presidente americano ha espresso apprezzamento per «le recenti dichiarazioni della Bce e dei leader europei sulla necessità di fare tutto il possibile per l’euro» e ha accolto con favore la decisione di agire in modo deciso. Ma proprio perché la posta in gioco è così alta, gli esiti della discussione fra i 22 membri del consiglio, iniziata ieri sera a cena all’Eurotower, sono in questa occasione particolarmente difficili da prevedere. La Bce potrebbe ribadire la sua disponibilità a intervenire anche con acquisti di titoli sui mercati, ma solo a condizione che i Governi si impegnino a rispettare le promesse di riforma e mettano in moto per primi i meccanismi dei fondi salva-Stati in funzione anti-spread. L’analisi dell’economia dell’Eurozona, dove la recessione si sta estendendo e aggravando, potrebbe poi aprire la porta a un ulteriore taglio dei tassi d’interesse, dopo quello decretato il mese scorso, ma le attese degli operatori di mercato sono per una decisione a settembre. Nel menu di opzioni figurano anche nuovi allentamenti del collaterale che le banche presentano per ottenere finanziamenti dalla Bce e un’ulteriore iniezione di liquidità a lungo termine.
Anche se la Bundesbank ha precisato che l’intervista con Weidmann è stata realizzata un mese fa e che la sua pubblicazione ieri è avvenuta solo per la coincidenza con il 55esimo anniversario della fondazione della banca centrale, il messaggio che la sua posizione è indefettibile è apparso molto chiaro. Anche perché nell’intervista Weidmann era affiancato da uno dei suoi predecessori, Helmut Schlesinger, uno dei grandi vecchi della storia della Bundesbank, considerato l’emblema dell’indipendenza e della inflessibilità della banca centrale. Il simbolismo è molto forte, anche se nella sostanza le parole di Weidmann non si discostano in modo clamoroso da quelle di Draghi. Inoltre, non è la prima volta che la Banca centrale tedesca prende le distanze da quella europea.
Il presidente della Bundesbank ha affermato che la Bce deve essere consapevole che la sua indipendenza richiede «il rispetto, e non il superamento, del mandato». Lo stesso Draghi aveva parlato di azioni «nei limiti del mandato», ma è chiaro che è sull’estensione di questo mandato che le opinioni sembrano divergere. Weidmann ha aggiunto anche che «quello che è politicamente desiderabile e quello che è economicamente prudente spesso non corrispondono» e che la Bce deve fare attenzione a non essere «strumentalizzata per obiettivi di politica fiscale». Peraltro, Draghi aveva insistito a Londra di non volersi sostituire ai doveri dei Governi. Questi, secondo Weidmann, sopravvalutano le possibilità della banca centrale, ritenendo che possa essere usata non solo per la stabilità dei prezzi, ma anche per promuovere la crescita, ridurre la disoccupazione e stabilizzare il sistema bancario. Infine, ha ricordato che la Buba «non è solo una delle 17 banche centrali dell’Eurozona, ma la più grande e la più importante e ha una maggiore influenza delle altre». Tanto perché nessuno se lo dimentichi oggi nell’ora delle decisioni cruciali.
sms conferenza stampa draghi
15:59 | Draghi chiarisce: molto soddisfatto del discorso che ho fatto a Londra, gli osservatori non hanno frainteso
15:38 | Draghi: le mie frasi di Londra della settimana scorsa son state "fraintese" dai mercati
15:35 | Bce, Draghi: la nostra azione non può colmare le falle dei governi
15:32 | Bce, Draghi: non ha senso scommettere contro l’euro, qui per restare
15:31 | Bce, Draghi ribadisce il concetto: l’euro è una valuta forte e irreversibile
15:25 | Borse europee estendono le perdite dopo le parole di Draghi. Madrid a -4,5 per cento
15:22 | Draghi: i prezzi stanno calando più velocemente del previsto
15:17 | Piazza Affari a -2,3 per cento dopo le parole di Draghi, vola lo spread Btp-Bund
15:16 | Euro sotto 1,22 dollari dopo le parole di Draghi
15:14 | Draghi: nuove misure sono dettate dal peggioramento della crisi
15:10 | Draghi: le riserve Weidmann e Bundesbank su acquisti dei titoli sono conosciute
15:08 | Draghi: fra le opzioni allo studio della Bce, accanto agli interventi sui mercati dei titoli di stato, c’è la possibilità di riprendere i maxiprestiti
15:05 | Direttivo Bce, Draghi: la decisione sulla salvaguardia euro a tutti i costi "unanime"
15:04 | Draghi: dettagli delle misure straordinarie nelle prossime settimane, oggi solo linee guida
15:03 | Spread Btp/Bund sale sopra 450 punti dopo parole di Draghi
15:01 | Draghi: attuale Esm non può avere fondi Bce
14:58 | Draghi: nuovi acquisti bond concentrati su scadenze brevi.
14:57 | Draghi: non abbiamo discusso di singoli Paesi, forti progressi Madrid
14:55 | Direttivo Bce, Draghi: con statuto attuale Esm non è nostra controparte
14:54 | Direttivo Bce, Draghi: discusso nuovo taglio tassi ma non è il momento
14:53 | Direttivo Bce, Draghi: cruciale continuare sforzi consolidamento
14:53 | Crisi: spread risale a 452 punti dopo discorso Draghi
14:45 | Direttivo Bce, Draghi: inflazione sotto il 2 per cento nel 2013.
14:44 | Direttivo Bce, Draghi: euro è irreversibile
14:43 | Direttivo Bce, Draghi: Bce può intervenire sui mercati rispettando mandato
14:42 | Direttivo Bce, Draghi: potremmo attivare misure non convenzionali
14:41 | Direttivo Bce, Draghi: governi devono attivare Efsf/Esm
14:39 | Direttivo Bce, Draghi: spread così alti sono inaccettabili
14:38 | Direttivo Bce, Draghi: Bce potrebbe continuare a intervenire sul mercato
14:35 | Direttivo Bce, Draghi: necessarie riforma strutturale e integrazione Ue
14:34 | Direttivo Bce, Draghi: debole crescita nell’eurozona
IL SOLE 24 ORE.IT
Ci si attendevano misure forti e concrete a difesa dell’eurozona. Ci si aspettavano soluzioni tangibili agli interrogativi sui rapporti molto tesi con la Bundesbank, irremovibile nei giorni scorsi (come sempre negli ultimi mesi) sulla concessione di una licenza bancaria al fondo salva-stati Esm e persino sull’acquisto di titoli dei paesi in difficoltà. Nulla di tutto questo. Il presidente della Bce Mario Draghi, dopo il Consiglio direttivo all’Eurotower, si è limitato, per così dire, a ribadire posizioni note e a stimolare i governi all’azione. I tassi non sono stati toccati dall’attuale 0,75% fissato a luglio, anche se si è discusso di un nuovo taglio. Alla fine il board della Bce ha concordato che non era ancora il momento.
La decisione della Bce di lasciare i tassi invariati, comunque, «era attesa» e da parte «di Draghi non c’è stato nulla di concreto o straordinario, solo linee guida su quello che Francoforte potrebbe fare e sicuramente farà», ha commentato un operatore. Risultato, i mercati hanno reagito molto male, come se quello di Draghi la settimana scorsa nel discorso di Londra («faremo tutto quanto è necessario per salvare l’euro e, credetemi, sarà abbastanza») fosse stato un bluff. O che, tattiche a parte, alla fine il vincitore vero di oggi sia Jens Weidmann, il gran capo della banca centrale tedesca.
«Oggi non c’è stato nessun passo indietro rispetto all’intervento della scorsa settimana a Londra», ha sostenuto dal canto suo il presidente della Banca centrale europea, il quale ha sottolineato, anzi, che oggi il direttivo della Bce ha approvato le linee guida e la filosofia di ciò che farà l’istituto di Francoforte per preservare l’euro. Che sia chiaro, resta una moneta forte: «L’euro irreversibile significa che non si potrà tornare alla Dracma o alle altre monete. L’euro resta e resterà. Non serve a nulla scommettere contro la moneta unica. L’euro è qui per durare».
«Nel mio intervento a Londra - ha dovuto però precisare Draghi - non ho parlato di acquisto di titoli di Stato, la sostanza del mio intervento è che l’Eurozona è forte è la moneta che è irreversibile». I mercati «hanno frainteso». Sulla riunione odierna Draghi ha ribadito più volte che il board non ha deciso interventi. «Abbiamo definito le linee guida e aspettiamo «che le commissioni completino il lavoro sulle varie opzioni». Come per tutti gli altri Paesi, una eventuale attivazione dello scudo anti-spread per l’Italia «sarebbe su richiesta» e a determinate condizioni.
Quanto al fondo salva-stati Esm «sono sorpreso - ha commentato Draghi - dall’attenzione che ha avuto il tema della licenza bancaria nei tempi recenti sulla stampa e nell’opinione pubblica. Dopoditutto io ho detto almeno due volte che il disegno attuale dell’Esm non gli consente di essere riconosciuto come controparte eleggibile. Noi non diamo la licenza bancaria, quello spetta ai governi».
E quindi? Che cosa ci si può attendere adesso? Il Consiglio direttivo della Bce «entro il proprio mandato, che è quello di mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine e nel rispetto della propria indipendenza nell’assumere decisioni di politica monetaria, potrebbe intraprendere operazioni sul mercato aperto nel volume adeguato per raggiungere gli obiettivi previsti», ha spiegato ancora il presidente della Bce, spiegando che quanto deciso oggi dal Consiglio direttivo «è una guidance che dovrà essere definita nelle prossime settimane in quanto alle misure specifiche».
Ci lavoreranno, come detto, i diversi Comitati responsabili della Bce. Premessa per la discesa in campo della Bce e dei fondi salva-Stati per frenare gli spread «è il rispetto degli impegni da parte dei Governi e l’adesione di Efsf/Esm al proprio ruolo». Inoltre, il Consiglio direttivo, sempre nell’ambito delle misure anti-crisi, «potrebbe decidere ulteriori misure non convenzionali» sulla base di quanto sarà necessario per ripristinare il giusto funzionamento dei canali di trasmissione della politica monetaria. «Nelle prossime settimane - ha detto Draghi - definiremo le modalità adeguate per queste misure». (Al.An.)
SOLE24ORE.IT - MONTI A MADRID
Ha preso il via alla Moncloa, nel palazzo del governo a Madrid, il summit bilaterale tra il presidente del governo spagnolo Mariano Rajoy e il presidente del Consiglio italiano Mario Monti. Sul tavolo dell’incontro i nodi più delicati della crisi economica. L’incontro è l’ultimo delle tre tappe europee del premier italiano, che nei giorni scorsi si è recato in Francia e Finlandia.
In mattinata il seminario ad Helsinki organizzato dalla Confindustria finlandese
«L’Italia era tradizionalmente uno dei più paesi più europeisti, ma vedo una pericolosa tendenza nell’opinione pubblica e in Parlamento a riconsiderare in modo critico l’Ue e la zona Euro, e alcuni grandi Paesi che si collocano a Nord dell’Italia». Da Helsinki prima di partire per Madrid Mario Monti lancia l’allarme. Il problema dello spread «va preso in considerazione non nella prospettiva italiana, ma europea. C’è una tesi per cui i tassi di interessi alti costringono alle riforme e dunque sarebbero una buona cosa. In passato questo è stato in parte vero, ma oggi per valutare le riforme che uno fa ci sono strumenti migliori, come ad esempio le valutazioni della Commissione europea». Parole che sembrano rispondere indirettamente anche alle osservazione fatte recentemente dal presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. «Germania e Francia contribuiscono maggiormente al salvataggio della Grecia rispetto all’Italia, ma ottengono anche di più visto che le banche tedesche e francesi hanno una "alta esposizione" in quel paese, mentre gli istituti italiani no». Ha aggiunto Monti. «Noi - ha detto il premier durante un intervento ad un convegno organizzato dalla Confindustria finlandese - non chiediamo e non otteniamo alcun sostegno da nessun meccanismo» europeo. «Siamo il terzo più grande contributore Ue e siamo il terzo più largo contributore in termini di impegno per il salvataggio di Irlanda, Portogallo e del sistema banacario spagnolo. Ma se calcoliamo il netto siamo molto più vicini alle cifre di Germania e Francia. Perchè? Perchè essendo più grandi contribuiscono di più, ma tutti sanno che parte di queste somme tornano indietro in termini di sollievo per le banche tedesche e francesi che sono altamente esposte in Grecia, mentre le banche italiane non hanno questa grande esposizione".
Ieri, in un’intervista al più importante quotidiano finlandese, Helsingin Sanomat apparsa ieri mattina, il premier italiano Mario Monti ha definito l’aiuto di cui il nostro Paese potrebbe avere bisogno per "tirare il fiato" e ottenere una tregua sugli spread troppo alti che non premiano affatto gli sforzi compiuti sul fronte del rigore di bilancio e con importanti riforme strutturali (pensioni, mercato del lavoro e spending review). Dopo una colazione di lavoro a Kesaranta, nella residenza estiva del primo ministro finlandese Jyrki Kaitainen, poco fuori Helsinki, Monti ha fornito ieri l’interpretazione autentica del suo pensiero sollecitando (così come fatto da Kaitanen) una risposta europea agli spread troppo alti. «L’Italia – ha spiegato il presidente del Consiglio – non sembra avere bisogno di aiuti particolari, non ha certo bisogno di un salvataggio della sua economia. Ma aiuti potrebbero servire a causa della lentezza con cui i mercati comprendono gli sforzi compiuti e i risultati raggiunti». Certo, ha aggiunto il professore, «basterebbe la sola attuazione delle decisioni del Consiglio europeo, migliorando la governance e la stabilità dei mercati finanziari con la creazione di un efficace scudo anti spread, per aiutare "de facto" l’Italia a contenere il livello dei suoi tassi di interesse». Ma quello che sembrava un accordo fatto nel Consiglio Ue del 28 e 29 giugno non è stato implementato dal successivo eurogruppo e i dubbi dei Paesi del Nord guidati dalla Germania hanno ripreso vigore.
Posizioni ancora distanti con Berlino come quella sulla licenza bancaria al Fondo permanente salva Stati Esm, vero argomento del contendere al centro di un negoziato serrato e complesso. «Su questo, come su altri temi, le posizioni potranno evolvere nel corso del tempo» ha detto Monti. Alla domanda se fosse favorevole alla concessione della licenza bancaria all’Esm per aiutare i Paesi virtuosi ad abbassare lo spread, Monti ha risposto secco: «Credo che aiuterebbe e credo che questo, al momento debito, succederà». Quanto alla riunione odierna della Bce, Monti non si è sbilanciato: «È molto delicato per un capo di governo esprimere aspettative sulle decisioni della Bce» ma, poi, la stoccata alla Bundesbank: «Desidero solo che tutti i componenti del sistema europeo delle banche centrali mostrino lo stesso rispetto per le decisioni e l’indipendenza della Bce come fanno i governi».
Arrivando ieri mattina a Helsinki, Monti conosceva perfettamente tutti i dubbi e le perplessità del suo collega Kaitanen e non si illudeva certo di modificarne il pensiero ma semmai di approfondire un dialogo già avviato. Monti ha parlato di Kaitanen come uno «degli interlocutori più interessanti e degli osservatori più acuti» tra i leader europei. I due premier si sono chiariti reciprocamente sentimenti e timori delle rispettive opinioni pubbliche. Kaitanen ha ammesso che «la situazione dei mercati non è normale» e che occorre un doppio approccio: «Iniziative europee per calmare i mercati» e nello stesso tempo, «iniziative a livello dei singoli Paesi». Solo così i mercati «avranno modo di valutare adeguatamente gli sforzi di aggiustamento» allentando la morsa degli spread troppo alti. Ma le regole, ha insistito Kaitanen, «devono essere valide per tutti così come sono state scritte e non interpretate». Il premier finlandese ha ringraziato Monti per l’impegno con il quale continua a sollecitare il completamento del mercato unico. Elogi anche da Monti per la Finlandia: «Dobbiamo imparare da voi e velocemente – ha precisato – per creare un ambiente più competitivo». Ma la strada imboccata dall’Italia è quella giusta se è vero che il nostro sarà uno dei pochi Paesi Ue a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013. Quest’anno il rapporto deficit/Pil sarà del 2%, non buono come la Finlandia ma meglio di molti altri. Abbiamo poi un avanzo primario e «questo significa che il debito italiano è stabilmente su una via di discesa».
BUFACCHI NON NEGATIVA:
programmio cqisti era fermo, e ora rivede programma e farne uno nuovo. Primo programma 100 miliardi di Btp e rendimenti saliti, qc andava rivisto. C’è certezza che programma verrà resuscitato
altro positivo. chiarezza procedura. stati si devono muovere, oltre a riforme strutturarli, politica fiscale fondo salva stati. si comincia da lì. se i fondi non funzionano, bce indipend potrà decidere come intervenire a sostegno. gli stati devono fare la loro parte, non accadrà più quanto concesso a berlusconi, acquisto titoli di stato senza impegni del governo.
licenza bancaria esm. non spetta a bce dare licenza bancaria. europa deve chiarise se esm chiederà licenza, versa il minimo riserva valutaria, sottostare a vigilanza, dopo di che se può essere controparte nelle operazioni di rifinanziamento. parere legale: no, non ha tutte le carte in regola.
Polidori: La Bce nel suo mandato e nella sua indipendenza potrebbe fare interventi diretti sui mercati nelle prossime settimane. Le riserve della Bundesbank sugli acquisti dei titoli di stato sono note. Rinvio potrebbe avere a che fare con la necessità di rispettare l’equilibrio. Spread troppo alti sono inaccettabili, e che l’euro è irreversibile, e sensazione di peggioramento della crisi.
TARQUINI SU REPUBBLICA.IT
BERLINO - Ha vinto la Bundesbank, hanno vinto i falchi. Sono riusciti a frenare i piani d’intervento annunciati dal presidente della Banca centrale europea Mario Draghi. E i mercati hanno subito reagito 1 con pesanti cadute delle Borse, da Milano a Parigi, da Londra a Francoforte.
E’ finito così, come si aspettavano i pessimisti tra gli operatori finanziari internazionali, il lungo duello andato in scena all’Eurotower tra Draghi e il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann. Il presidente Draghi infatti, nella sua conferenza stampa, ha sì preannunciato che la Bce prende in considerazione la ripresa di operazioni di acquisti di titoli sovrani dei paesi dell’Eurozona in difficoltà, per aiutarli a ridurre lo spread tra i loro interessi sul debito e i bassissimi interessi sui Bund, i titoli sovrani tedeschi. Ma questo, ha un po’ spiegato e un po’ fatto capire, è solo un generico piano d’intenti, non una decisione operativa. Le scelte concrete verranno nelle prossime settimane, probabilmente - stimano gli osservatori a Francoforte - almeno cinque settimane. Un lungo lasso di tempo rispetto alla velocità di reazioni dei mercati.
Siamo pronti a intervenire, ma vedremo in seguito, ha detto Draghi. Aggiungendo, in un tentativo di rassicurare che è apparso troppo debole viste poi le immediate reazioni negative dei mercati, che "gli speculatori si sbagliano, perdono tempo e soldi scommettendo contro l’euro: l’euro è irreversibile, un ritorno alle valute nazionali è impensabile, l’euro continuerà a esistere". Troppo poco, rispetto alle aspettative illustrate stamane presto dall’apertura della Sueddeutsche Zeitung, la quale prometteva un piano immediato e concertato tra Bce e futuro fondo salvastati Esm per acquisti massicci di titoli sovrani di paesi deboli da parte di entrambi.
La Bce è indipendente, ma non può sostituirsi ai politici, tocca a loro risolvere il problema del debito, ha detto Draghi. Aggiungendo che i rischi per le prospettive dell’economia reale nell’eurozona restano alti. Poi però ha aggiunto, in un altro apparente cedimento alla linea del rigore duro tedesco, che "le mie parole a Londra (quelle appunto con la promessa di decisi interventi 2, ndr) sono state fraintese dai mercati". E ha anche annunciato che i tassi centrali della Bce restano invariati al minimo storico dello 0,75, perché "abbiamo convenuto che non è il momento di abbassarli".
Se davvero Draghi voleva avviare interventi decisi con acquisti di titoli sovrani e altre misure, se davvero non è stato frainteso con quella promessa che aveva annunciato a Londra la settimana scorsa (e che era stata lodata e incoraggiata 3 dalla cancelliera Angela Merkel, dal premier italiano Mario Monti, dal presidente francese François Hollande oltre che dalle aspettative e sperante dei mercati) quel che è successo oggi vuol dire che alla riunione del board Bce - la quale avrebbe dovuto terminare verso le 12 e 30 e invece si è prolungata, segno di duro confronto e disaccordi - la sua linea non ha trovato una maggioranza sufficiente. Il vincitore della giornata non è Draghi, né Monti né Hollande, ma neanche la Germania tutta. Il vincitore si chiama Jens Weidmann, è il giovane falco capo della Bundesbank. Il quale ieri aveva duramente ammonito la Bce del cui vertice ovviamente fa parte (ripubblicando non a caso sul sito della Buba una vecchia intervista) a non andare oltre il suo mandato di difesa della stabilità monetaria e quindi a non acquistare titoli sovrani. Aveva poi aggiunto con tono ai confini dell’arroganza: "Noi della Bundesbank non siamo una banca centrale qualunque, siamo la prima banca centrale dell’eurozona e contiamo più di altri". Adesso vedremo quanti ne pagheranno le conseguenze. I mercati non promettono nulla di buono, la tempesta perfetta continua.
BORSE SU REPUBBLICA.IT
MILANO - Nella sua attesissima conferenza stampa il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi 1ha annunciato possibili "interventi non convenzionali" sui mercati obbligazionari ma non ha fornito una tempistica certa e ha spiegato che non tocca alla Bce dare una licenza bancaria all’Esm. I mercati non hanno apprezzato e Milano ha chiuso con un tonfo del 4,64% e Madrid fa peggio in calo del 5,16%. Male anche il Cac di Parigi, sceso del 2,68%, il Dax di Francoforte, giù del 2,2% e l’Ftse 100 di Londra a -0,88%. Pesante anche la seduta di Wall Street, il Dow Jones cede l’1%, l’S&P 500 l’1,1% e il Nasdaq lo 0,2%.
Dopo il nulla di fatto del vertice della Federal Reserve di ieri tutti gli occhi erano puntati sulla riunione della Bce dove è andato in scena lo scontro tra i rigoristi nordeuropei e i rappresentanti dei paesi messi in difficoltà dalla crisi del debito. A giudicare dalla reazione dei mercati sembrano essere stati i primi a fare dei passi in avanti o perlomeno a spostare in là nel tempo il momento della resa dei conti. Come previsto sono rimasti invariati i tassi d’interesse: quelli sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la Banca centrale rimangono invariati rispettivamente allo 0,75%, all’1,50% e allo 0,00%.
Sul fronte obbligazionario la seduta è all’insegna di un fortissimo rialzo dello spread Btp/bund a 510 punti dopo la chiusura di ieri a 456 punti base. Sempre oggi la Spagna ha collocato 3,123 miliardi di euro di titoli di stato, con tassi in rialzo sulle obbligazioni a dieci anni al 6,647%, rispetto al 6,430% della precedente emissione. Lo spread bonos/bund è in rialzo, post-conferenza stampa di Draghi, a 552 punti. I rendimenti sul mercato secondario tornano a salire: 6,29% per l’Italia e 7,07% per la Spagna.
La prudenza degli investitori, in vista delle mosse contro le turbolenze del debito sovrano dell’Eurozona aveva influenzato la seduta della Borsa di Tokyo che questa mattina ha terminato gli scambi in rialzo dello 0,13%. Chiusura in ribasso (-0,56%) per il Kospi di Seul, oltre che per Shanghai (-0,57%) e Hong Kong (-0,66%).
Dopo la seconda parte della conferenza stampa di Draghi l’euro è tornato sotto quota 1,22 contro il dollaro. Sul fronte delle materie prime il petrolio è in lieve calo. Il greggio Wti perde 12 cent a 88,79 dollari mentre il Brent cede 14 cent a 105,82 dollari. Oro in rialzo a 1.601 dollari l’oncia segnando un guadagno dello 0,2%.
(02 agosto 2012)
MONTI SU REPUBBLICA.IT
MADRID - Mario Monti parla a Madrid mentre crollano le borse e vola lo spread, dopo le parole di Mario Draghi. Parla dopo aver incontrato il premier spganolo, Mariano Rajoy. La crisi e la stabilizzazione dei mercati. E poi l’ammirazione per gli sforzi fatti dalla Spagna per mettere in campo riforme coraggiose, ma, soprattutto, il sostegno all’operato del presidente della Bce: "Vedo diversi passi avanti, nessun passo indietro". Sono stati questi alcuni degli argomenti contenuti nell’intervento di Monti in conferenza stampa nella capitale spagnola dopo che, in mattinata, il presidente del Consiglio si era recato a Helsinki per prendere parte a un seminario organizzato dalla confindustria finlandese.
Compiti a casa. "La stabilizzazione dei mercati e i costi di finanziamento dipendono dalla capacità della zona euro di gestire la crisi in modo efficace e la soluzione può venire se ciascuno di noi fa rapidamente e bene i compiti a casa e tutti insieme facciamo rapidamente e bene i compiti nella casa comune", ha ribadito Mario Monti.
Riforme coraggiose. Il presidente del Consiglio italiano ha sottolineato con insistenza l’ammirazione nei confronti dell’impegno dimostrato dalla Spagna per mettere in campo importanti riforme: "Sono bastati pochi mesi - ha detto in conferenza stampa - perché, nei consigli europei, ci potessimo tutti rendere conto di quanto rispettato e circondato di simpatia sia il governo spagnolo. Ho sempre seguito
la Spagna con grande interesse e ammirazione. Adesso la Spagna, come altri Paesi tra cui l’Italia sta incontrando difficoltà, ma vorrei esprimere il mio vivo apprezzamento per gli sforzi che sta compiendo per il risanamento dei conti pubblici e le riforme strutturali". A questo proposito Monti ha citato "la riforma del mercato del lavoro così incisiva e l’ultima manovra. Sono misure coraggiose".
Bce. La Bce "sente l’esigenza di intervenire direttamente" con operazioni di mercato "e non solo come agente per conto" del fondo Efsf-Esm, ha sottolineato il premier, che si è anche detto fiducioso sulla possibilità che la" Ue arrivi molto presto a un accordo sulla vigilanza bancaria a livello europeo e che questo possa realizzarsi".
Scudo. Il presidente del Consiglio è tornato, poi, sul nodo dello scudo: "Non so se il governo italiano chiederà l’attivazione" dello scudo antispread, "di questo strumento bisognerà esaminare modalità e se ci occorre o no". Ma ha precisato che comunque "non c’è nessuna intenzione di farlo in questo momento", ribadendo che "di aiuti, nel senso di un salvataggio per i conti pubblici, non ce n’è proprio bisogno, abbiamo una delle finanze pubbliche più solide in Europa", ha rivendicato Monti, ricordando che "la politica economica italiana in questi mesi è stata impostata perché non fosse necessario questo tipo di aiuto".
Euro. Italia e Spagna "sono decise a mantenere l’integrità e la stabilità della zona euro e faranno tutto ciò che è necessario per proteggerla", hanno infine dichiarato, in un comunicato congiunto, Mario Monti, e il collega spagnolo, Mariano Rajoy.
Allarme spread. "Se lo spread dovesse rimanere a livelli troppo elevati per troppo tempo, il rischio è quello di avere in Italia un governo non europeista, non favorevole all’euro e non orientato alla disciplina fiscale", ha detto in mattinata il premier, nell’intervento ad un seminario organizzato dalla confindustria finlandese ad Helsinki .
La riforma elettorale. Poco dopo, rivolgendosi ai politici italiani, li ha esortati a trovare un accordo in tempi rapidi sulla riforma della legge elettorale. "Sono fiducioso che i partiti politici italiani riflettano sul gap che si è creato fra cittadini e partiti in termini di credibilità e che lavorino per migliorare loro stessi e raggiungere un accordo sulla nuova legge elettorale rapidamente perché anch’essa dà credibilità al sistema politico", ha detto Monti. Su questo punto ironizza il segretario del Pdl Angelino Alfano, ospite di Radio Anch’io: "Apprezziamo l’appello di Monti, ma speriamo che non creda che facendo quello cali lo spread".
L’antieuropeismo. "Lo spread alto non porta buone politiche e riforme, ma l’esatto contrario", ha spiegato Monti rispondendo alle tesi di alcuni osservatori europei. "Vi assicuro - ha detto agli imprenditori finlandesi - che se lo spread rimane a questo livello per un pò di tempo, non vi dico quanto, lascio un pò di mistero... Ma dopo, dopo, vedrete un governo antieuropeista, antieuro e anti disciplina fiscale in carica in Italia".
Eurobond. Il premier si è poi detto d’accordo con la Germania sulla questione degli eurobond. "Credo sia importante non creare inutili conflitti fra leader politici e per questo ripeto che l’Italia è fortemente in favore degli eurobond, ma allo stesso tempo il governo ritiene che questo passo possa essere fatto solo dopo che altri passi siano fatti", ha spiegato Monti. Il premier ha detto di essere "molto d’accordo" con Agela Merkel sulla necessità che prima di varare gli eurobond sia necessario procedere sulla strada di una più stretta "mutualizzazione" della politica europea.
Ottimismo sulla crescita. "Non sono affatto pessimista sulle prospettive di crescita anche se sono consapevole delle difficoltà - ha spiegato Monti nel corso del dibattito ad Helsinki - . Se guardiamo al periodo fra il 1995 e il 2015 scopriremo che questi 20 anni la crescita dell’Europa è inferiore ad altri Paesi, ma la crescita non è stato il tema principale nell’agenda dell’Europa", ha spiegato il presidente del Consiglio.
"Germania e Francia aiutino la Grecia". Il premier ha fatto anche un riferimento alla situazione della Grecia. Germania e Francia contribuiscono maggiormente al salvataggio della Grecia rispetto all’Italia, ma ottengono anche di più visto che le banche tedesche e francesi hanno una "alta esposizione" in quel paese, mentre gli istituti italiani no.
(02 agosto 2012)