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 2012  agosto 02 Giovedì calendario

DIECI COSE DA SAPERE SULL’OLIMPIADE

Dopo aver elencato dieci cose fascinose nella cerimonia d’apertura (Corriere, 29 luglio), ecco altrettante cose istruttive in questi primi giorni d’Olimpiade, trascorsi a Londra.
Il primo ministro David Cameron che spera di poter abbracciare un vincitore, ma non ne imbrocca uno. Al traguardo della prova su strada di ciclismo maschile, il primo ministro era acquattato dopo il traguardo. Appena ha visto arrivare il kazako vincitore, e non il favorito Cavendish, è sgusciato via come un’anguilla.
Il sindaco (e collega) Boris Johnson che si diverte come un ragazzino in un negozio di videogiochi. «Boris sta alla gioia come Giuliani (sindaco di New York, ndr) stava alla tragedia», hanno scritto. Se un giorno diventasse primo ministro — è possibile — aspettiamoci un British Pop Government.
L’atteggiamento degli sponsor. Pretendono i biglietti per gli eventi, e lasciano posti vuoti. A Casa Nike non si entra vestiti Adidas. Nei negozi olimpici si può pagare solo con carta Visa, etc. Se così pensano di rendersi simpatici, si sbagliano.
Lamentele commerciali. È noto che un’Olimpiade attira molti turisti, ma ne allontana altrettanti. The Association of Leading Visitor Attractions parla di un calo del 30-35% delle presenze in teatri, mostre e musei. Bella scoperta: ci sono i Giochi e la gente guarda quelli. Se non dal vivo, in tivù.
Hubris alberghiera. Gli hotel di Londra prima hanno alzato i prezzi alle stelle, e ora si lamentano di avere stanze vuote. È il mercato, signori.
Casa Italia del Coni, a Westminster. Un caravanserraglio festoso. Noi italiani siamo riusciti a rendere accogliente perfino il Queen Elisabeth Conference Centre, che è come rendere umile Massimo D’Alema o sofisticato Maurizio Gasparri: un’impresa titanica.
Il fatto che nelle medaglie d’oro ci sia solo l’1% d’oro. Ecco perché i vincitori le masticano: pensano siano di cioccolato.
I taxisti che insultano continuamente le corsie preferenziali olimpiche (chiamate «Zil lanes», dal nome delle auto di rappresentanza sovietiche). È un vantaggio: si imparano un sacco di nuove parolacce.
Gli amici inglesi che, spaventati dall’invasione olimpica, sono scappati all’estero, in campagna, sotto il divano. Peggio per voi, ragazzi.
Il Parco Olimpico a Stratford, con le sue costruzioni bislacche, attraversato da un fiume di gente felice. Il beach volley a Horse Guard Parade, a ridosso del giardino interno di 10, Downing Street. Londra è una festa mobile. Se potete andarci, fatelo.
Beppe Severgnini