Aldo Grasso, Corriere della Sera 20/07/2012, 20 luglio 2012
GILETTI MESCOLA SACRO E PROFANO
Quando ho intravisto Roberto Vecchioni arrampicarsi sugli specchi per spiegare cos’ è la fede mi sono imperiosamente tornati in mente - non so perché - alcuni versi di Fabrizio De André, da «La domenica delle salme»: «Voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio/ con i pianoforti a tracolla vestiti da Pinocchio/ voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti/ per l’ Amazzonia e per la pecunia/ nei palastilisti/ e dai padri Maristi/ voi avevate voci potenti/ lingue allenate a battere il tamburo/ voi avevate voci potenti/ adatte per il Vaffa.». Quando ho sentito Massimo Giletti attorcigliarsi intorno a una frase del genere: «L’ altro giorno leggendo alcune pagine di Victor Hugo che diceva.» mi sono subito venuti in mente i suoi dibattiti domenicali e ho capito - forse, spero - che le anime belle sono quasi sempre anche anime doppie, hanno un vestito per la festa e un altro per il combattimento (e normalmente, però, hanno anche dei modesti autori che gli mettono in bocca Victor Hugo). Quando ho visto la tinta nerastra dei capelli del grande attore Massimo Ranieri ho avuto un moto di compassione per quelle religiose che, mescolate al pubblico che sedeva davanti al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, battevano le mani con grande trasporto. Ci sono programmi, come «Le note degli Angeli», che sembrano costruiti apposta per mescolare il sacro e il profano, lo svago e la tv del dolore, «i grandi valori della Pace e della Carità» e «Quando l’ amore diventa poesia» di Orietta Berti (Raiuno, mercoledì, ore 21.20). Certi artisti sono artisti, bisogna comprenderli: in mezzo alle tonache fanno i baciapile, al Festival dell’ Unità i mangiapreti: così i nostri sorrisi si trasformano in sospiri, così la felicità altrui diventa, per un sera, un bagno rigenerante di nobili pretesti. Domani si ricomincia. Con «L’ arena».
Aldo Grasso