Alessanra Longo, la Repubblica 2/8/2012, 2 agosto 2012
ALESSANDRA LONGO
ROMA
— E come non tornare indietro con i ricordi nel giorno in cui sembra che Bersani e Vendola abbiano intenzioni serie di coppia. Come non ripercorrere la lunga, tormentata, odissea degli incontri e degli scontri, dei sogni e degli incubi, degli sgambetti, dei corteggiamenti e dei tradimenti. Centrosinistra con o senza trattino. A cominciare dai Progressisti di Achille Occhetto e della sua mai dimenticata e «gioiosa macchina da guerra». Era il ‘94, altra era geologica, sigle scomparse, il Ccd di Casini e Mastella, il Ppi di Martinazzoli. Una bella botta elettorale, la prima, con un Berlusconi rampante appena appena ritoccato.
E poi, nel ‘96, il colpo d’ingegno dell’Ulivo, la pianta che non muore mai (ma, per amor di verità, bisogna dire che, nel 2001, l’ulivo personalmente piantato da Prodi, poco lontano dall’abbazia
di Monteveglio, si seccò), la pianta che mette assieme i Ds, i popolari, i Democratici, i Verdi e Rinnovamento Italiano) e umilia il Cavaliere alle elezioni, grazie anche alla desistenza con Rifondazione. Si affollano le foto. L’album dei ricordi restituisce il primo Prodi trionfante, chioma nera e sorriso sulle labbra. Ignaro della via crucis che lo attende. I cugini inquieti di Rifondazione di lì a poco fibrilleranno fino a scoppiare. Ottobre ‘ 98, Bertinotti e Cossutta divorziano, nasce il Pdci, partito dei comunisti italiani, che non riuscirà a salvare il governo. Addio Prodi per un voto e avanti un
altro. Avanti chi?
Ma certo che lo ricordate: tocca a Massimo D’Alema che si guadagna l’appoggio di Mastella e la benedizione storica di Cossiga. Ecco un primo piano di Giuliano Amato: sì, torna anche lui, ministro delle Riforme e poi
del Tesoro e Bilancio. Sovrapposizione di volti e di ruoli. Il dottor Sottile assapora Palazzo Chigi nel 2000 ma per le politiche del 2001 il centrosinistra sceglie di puntare su Francesco Rutelli, al momento in rampante ascesa, Lusi il cassiere di là da venire. E’ il turno dell’Ulivo Express, del treno allegro ma non troppo che gira l’Italia per promuovere il candidato premier. Di Pietro e Rifondazione sono la terza forza, i Verdi con lo Sdi si inventano il Girasole. Rutelli, «bello guaglione», (perfida definizione prodiana) perderà onorevolmente. Berlusconi si ripiglia la poltrona.
Che fatica fare e disfare, fra
Girotondi che nascono e leadership non ortodosse che inquietano l’establishment come quella di Sergio Cofferati. Alle Europee del 2004 ecco rimaterializzarsi gli Uniti nell’Ulivo (i Ds di Fassino, la Margherita, lo Sdi di Boselli, i Repubblicani della signora Sbarbati). E ancora: spunta la Gad, arriva la Fed... Ma qui molti di voi si saranno già persi nel labirinto. Più difficile dimenticare il Prodi due. Siamo nel 2006, ultima esperienza di governo del centrosinistra aspettando la lunga notte del Bunga Bunga. I primi piani ci restituiscono la faccia di Mastella che si sfila (2008) e fa cadere il governo. E, ancor prima, quella di Fausto Bertinotti che canta il de profundis al «brodino caldo» del professore, paragonato a Vincenzo Cardarelli, «il più grande poeta morente». Dall’album spuntano anche i volti di Franco Turigliatto (ex Quarta Internazionale, poi Rifondazione)) e Fernando Rossi (Pdci).
Coppia “diabolica” di compagni non allineati. Rossi spara il suo no alla fiducia e si guadagna un posto nella storia minore.
Le foto diventano a colori, la memoria richiama fatti recenti, evoca la nascita faticosa del Pd. Walter Veltroni lascia la poltrona di sindaco di Roma (ahimé consegnandola, causa sconfitta di Rutelli, a Gianni Alemanno) e si imbarca da candidato premier sul pullman. Altro giro d’Italia, altre prove, purtroppo vane, di centrosinistra al governo, Di Pietro alleato, la sinistra estrema gentilmente pregata di sparire. Aprile 2008: Berlusconi ritorna e ci porterà dritti verso il burrone.
Basta così? No, occorre riprovarci. Bersani e Vendola cercano di «profilare» l’alternativa alla destra. Twittano gli indignati. Mai che ci fosse un percorso facile. Cacciari l’ha detto: «Il centrosinistra? Un campo di capre pazze...».