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 2012  agosto 01 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA LEGGE ELETTORALE


ASCA - ULTIME NOTIZIE

ASCA) - Roma, 1 ago - Come annunciato, il Pdl ha presentato ieri al Senato il proprio disegno di legge di riforma della legge elettorale che oggi a mezzogiorno sara’ esaminato in prima battuta dal Comitato ristretto della commissione Affari costituzionali del Senato di cui fanno parte Carlo Vizzini (Pdl, presidente della commissione), Lucio Malan (Pdl), Enzo Bianco (Pd), Roberto Calderoli (Lega Nord), Giampiero D’Alia (Udc), Francesco Pardi (Idv), Giovanni Pistorio (Misto), Maurizio Saia (Coesione nazionale), Francesco Rutelli (Api) e Luigi Zanda (Pd). Il testo del disegno di legge conferma le indiscrezioni della vigilia: premio di governabilita’ al 10% per il partito vincente, reinserimento delle preferenze.

Si prevede inoltre che per ciascuna lista circoscrizionale due terzi dei candidati siano scelti con i voti di preferenza e la restante parte con lista bloccata. Ogni elettore ha a disposizione tre voti di preferenza. Nel caso esprima piu’ di un voto di preferenza, la scelta deve comprendere almeno un uomo e una donna pena l’annullamento dei voti di preferenza successivi al primo.

Nelle circoscrizioni piu’ piccole in cui si attribuiscono fino a cinque seggi, ogni elettore potra’ esprimere una sola preferenza. Ogni lista deve inoltre essere composta da due elenchi di candidati. Nel primo ci sono quelli sottoposti al voto di preferenza. Il secondo elenco e’ costituito invece da quei candidati la cui elezione e’ determinata in base all’ordine di presentazione (il loro numero non puo’ essere superiore a un terzo). Nel testo del Pdl, la soglia di sbarramento e’ fissata al 5% a livello nazionale per la Camera mentre per il Senato sale all’8% nelle circoscrizioni regionali.

Le fredde reazioni del Pd al contenuto del disegno di legge del Pdl, malgrado il mix di eletti nei collegi e nelle cosiddette ’’liste corte’’ di collegio formate da candidati bloccati sui l’elettore non puo’ scegliere il singolo candidato ma solo il simbolo del partito, fanno prevedere un probabile rinvio del confronto all’inizio di settembre. E’ infatti probabile l’annullamento dell’impegno che aveva preso il Comitato ristretto del Senato di provare a stendere un testo base di riforma che sui punti controversi mettesse in evidenza le alternative nel tentativo di favorire la mediazione. I relatori Malan e Bianco hanno infatti rinunciato a presentare un loro testo, mentre il secondo oggi potrebbe illustrare a titolo personale un progetto di riforma che non contempla il doppio turno, posizione ufficiale del Pd, e prova a mediare con quello del Pdl. Secondo Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori del Pdl, il disegno di legge del suo partito ’’contempla previsioni normative sulle quali vi e’ gia’ un sostanziale accordo, maturato nel corso di mesi di dibattiti e confronti, mentre sugli aspetti ancora controversi offre al dibattito le opzioni e le proposte del Pdl’’.

Ottimista si dichiara Vizzini sui lavori della commissione Affari costituzionali che presiede: ’’Mi interessa fare una buona legge elettorale che elimini questa schifezza del Porcellum e cancelli il Parlamento dei nominati. Sono convinto che siamo sulla buona strada e che ci sono le condizioni per raggiungere un’intesa’’. Dopo la nota del presidente Giorgio Napolitano in cui si ribadiva l’ auspicio di una soluzione il piu’ possibile unitaria in Parlamento, non e’ piu’ all’ordine del giorno del Pdl l’intento di precostituire una maggioranza con la Lega Nord con cui approvare il proprio progetto di riforma. ’’Dobbiamo ammainare le nostre bandiere’’, insiste Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc. Sul tema e’ intervenuto anche Renato Schifani, presidente del Senato, nel corso della tradizionale cerimonia di consegna del Ventaglio da parte dell’Associazione della stampa parlamentare: ’’La qualita’ delle nuove regole e’ direttamente proporzionale alla quantita’ di consenso che si coagulera’: la legge elettorale che oggi tutti vogliono abolire e ormai non ha piu’ nessuna paternita’ fu una legge votata a maggioranza dalla quale tutti ora prendono le distanze. Quindi dobbiamo evitare quello che e’ successo quando e’ stata messa in essere’’. Sulla legge elettorale c’e’ da segnalare quanto detto dal punto di vista metodologico ieri dal premier Mario Monti prima della sua partenza per Parigi (oggi sara’ a Helsinki e domani a Madrid): ’’Lo scenario peggiore, quello che voglio esorcizzare, sarebbe quello di elezioni alla scadenza naturale, e quindi non anticipate, ma a cui si arrivasse senza una riforma elettorale e in un clima di disordinata rissa tra i partiti’’.

Non si sono intanto interrotti i contatti tra gli sherpa Denis Verdini (Pdl), Maurizio Migliavacca (Pd) e Ferdinando Adornato (Udc) che hanno il compito di verificare le condizioni di un progetto di riforma comune.

L’obiettivo iniziale di presentare un testo sulla nuova legge elettorale entro il 10 agosto non sembra piu’ percorribile. Diventata piu’ debole l’ipotesi di voto anticipato a novembre, c’e’ piu’ tempo per discutere e confrontarsi sulle norme elettorali.