Michela Gargiulo, il Fatto Quotidiano 31/7/2012, 31 luglio 2012
POVERO DANTE, CACCIATO DI NUOVO DA FIRENZE
Chissà se Dante vivrebbe come un nuovo tradimento quello che gli sta succedendo nella sua città. Già una volta era stato cacciato e lui si era sentito un esule senza colpa. Oggi l’Università di Firenze decide di cancellare la cattedra di Filologia e critica dantesca. Per il sommo poeta non si trova più un professore titolare e l’ateneo toscano cancella l’insegnamento. “In realtà la cattedra di ordinario non esisteva più dal 2001, anno nel quale era andato in pensione Francesco Mazzoni, uno dei più grandi conoscitori dell’opera di Dante – spiega Riccardo Bruscagli, preside della facoltà di Lettere – Al suo posto era arrivata una sua allieva, Leonella Coglievina, ma la professoressa è morta nel 2007. Abbiamo cercato di prendere accordi con alcuni docenti di altre università ma i tentativi non sono andati a buon fine”. Francesco Mazzoni, considerato uno dei massimi conoscitori dell’opera di Dante, presidente della società dantesca italiana, membro dell’Accademia della Crusca è morto nel gennaio 2007. “Un uomo che aveva vissuto tutta la vita allo studio e al culto di Dante, quello di filologia e critica dantesca era un corso creato per lui – ricorda Riccardo Bruscagli – Oggi ci sono eccellenti filologi, e critici di altissimo livello ma ritrovare la passione di Mazzoni è impossibile”.
FINO all’anno scorso il corso era affidato a un ricercatore, da quest’anno il corso non è più presente nell’offerta formativa della’Università. Ma che lo studio di Dante sia ormai un insegnamento in estinzione lo conferma anche la situazione nelle altre università italiane. È presente nel programma del prossimo anno accademico dell’Università di Bologna, Venezia, Udine e Roma Tre. All’Università di Perugia il corso era stato affidato a un’altra illustre allieva del Mazzoni, Rosetta Migliorini Fissi. Ma come si spiega che mentre Roberto Benigni riempie le piazze leggendo la Divina Commedia all’Università di Firenze salti il corso di Filologia e critica dantesca? “Ci sono i tagli che non aiutano, ma qui il problema è diverso – spiega il preside della facoltà di Lettere – Per quel corso bisogna trovare competenze concrete dentro l’Università. Dante è un rappresentante della nostra cultura che coglie sempre nel segno. In America i miei colleghi hanno legato la loro carriera alle opere di Dante. Noi abbiamo assegnato a Roberto Benigni la laurea honoris causa perché è riuscito a riconciliare le masse del pubblico intorno alla Commedia. Dietro Benigni c’è un grande lavoro e anni di studio”. Il preside rassicura che lo studio di Dante e le sue opere non scompariranno dall’offerta formativa dell’Ateneo toscano. “Tutte le facoltà di Lettere potrebbero dedicare più spazio a Dante con o senza cattedra. Anche chi si iscrive quest’anno avrà la possibilità di studiare le opere del Sommo Poeta anche se non posso garantire la continuità tutti gli anni”. C’è anche chi fuori dalle università, dentro i Licei classici continua a insistere e dice che l’opera di Dante non può essere dimenticata e che i ragazzi devono conoscere il messaggio del poeta. “Il mio incontro con Dante è stato una folgorazione – racconta un ex allievo di Francesco Mazzoni, da 30 anni insegnante di Lettere e latino nei licei classici della Toscana – Mi sono passate davanti generazioni di ragazzi e nessuno è rimasto indifferente alla lettura della Commedia”.
I SUOI STUDENTI non dimenticano l’arrivo di quel professore fiorentino che salutava, chiudeva il libro e recitava i canti a memoria. “Un tempo si leggeva Dante durante le veglie, Benigni ha trovato una formula straordinaria, ma l’università non può perdere un insegnamento così importante. Il segreto dell’opera di Dante è che allora come adesso gli uomini hanno il desiderio di avere delle certezze e lui, nelle sue opere, fissava i limiti e confini tra il bene e il male. Quando ho conosciuto Dante sono stato colto da un ‘incantamento’ e ancora oggi tento di trasmettere questo senso di innamoramento ai miei studenti. Sì, forse Dante potrebbe pensare di essere di nuovo stato cacciato dai fiorentini, ma sarebbe difficile per me spiegargli perché è successo”.