L. G., Il Sole 24 Ore 1/8/2012, 1 agosto 2012
AGNELLI, LA SAPA E LE NUOVE REGOLE
Quello che era per lo più una prassi, seppure riconosciuta a applicata, ora è diventata regola ferrea. La Giovanni Agnelli & C Sapa recentemente si è dotata di un nuovo ed estesissimo articolo all’interno dello statuto che disciplina passo a passo la cessione delle preziose azioni dell’accomandita. Già nelle precedenti versioni venivano fissati paletti importanti ma ora è stato regolamentato ogni singolo step con l’aggiunta di una specifica rilevante: l’introduzione della figura del capostipite. Di fatto all’interno della Sapa sono state riconosciute nove dinastie: cinque che fanno capo al ramo Agnelli (Clara Agnelli, Giovanni Agnelli, Susanna Agnelli, Maria Sole Agnelli, Cristiana Agnelli, Umberto Agnelli) e quattro a quello dei Nasi (Clara Nasi, Laura Nasi, Giovanni Nasi, Emanuele Nasi). Si tratta di un distinguo fondamentale perché d’ora in poi se un azionista della Sapa vorrà cedere il proprio pacchetto dovrà prima proporlo al proprio discendente o ascendente diretto; quindi, se questi non vorranno acquistarlo, i titoli dovranno essere offerti al proprio capostipite oppure ai possessori di azioni discendenti dal medesimo capostipite. In sostanza, l’azionista potrà alienare la partecipazione vendendola al di fuori del proprio ramo di famiglia solo nel momento in cui nessuno degli appartenenti a quel ramo si dovesse rendere disponibile ad acquistarla. Solo in questo caso il pacchetto potrà essere offerto agli altri soci della Sapa diversi dal capostipite e dai suoi discendenti. Peraltro, prima che quella partecipazione possa essere ceduta a terzi debbono verificarsi altri due passaggi. Se nessuno dei soci della Sapa intende mettere in portafoglio quel pacchetto allora prima dovrà essere offerto alla società stessa e poi se anche la Sapa dovesse dire di no l’acquirente terzo dovrebbe comunque ricevere il gradimento del consiglio degli accomandatari. Senza questo sigillo non si può essere iscritti nel libro soci. Un sigillo, peraltro, che anche il coniuge non separato in caso di successione legittima o testamentaria deve ottenere. Per restare in tema di eredità, anche quest’ultimo aspetto prima non disciplinato, ora è stato regolamentato. Le azioni ordinarie finite nelle mani di soggetti che non siano discendenti consanguinei o per donazione o per successione dovranno prima essere offerte in opzione agli altri possessori di titoli. Insomma, la Sapa, che già in passato aveva fissato paletti precisi sull’alienazione delle azioni, ora si è data lunghe e precise regole scritte. Per fissare anche sulla carta quello che Giovanni Agnelli aveva ben in mente quando decise di sostituire il patto di sindacato che allora governava le azioni Ifi con qualcosa di più forte e maggiormente "difensivo" rispetto alla necessità di mantenere saldo il controllo della catena in mano alla famiglia.