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 2012  agosto 01 Mercoledì calendario

ACQUISTO PIÙ «FACILE» PER I BOND PRIVATI

L’acquisto di obbligazioni del settore privato, emesse da banche o imprese, è una delle opzioni sul tavolo del Consiglio della Banca centrale europea, che si riunisce da stasera a Francoforte. Questo tipo di intervento potrebbe rivelarsi meno controverso dell’acquisto di titoli del debito pubblico, fortemente osteggiato dalla Bundesbank, ma la portata dell’impatto è incerta.
Quando il presidente della Bce, Mario Draghi, e il governatore della Banca di Francia, Christian Noyer, hanno fatto riferimento nei giorni scorsi alla possibilità dell’Eurotower di intervenire per correggere il malfunzionamento della trasmissione della politica monetaria (il taglio dei tassi decretato a luglio, per esempio, ha effetti divergenti sulle condizioni del credito nei Paesi "del Nord" dell’Eurozona e in quelli in difficoltà della "periferia"), si è immediatamente pensato a una riattivazione del programma Smp con l’acquisto di titoli del debito sovrano. La stessa giustificazione era stata usata nel maggio 2010 per acquistare titoli della Grecia e dall’estate 2011 fino al marzo scorso per Italia e Spagna. Ora, però, sta emergendo che la Bce sarebbe riluttante a intervenire di nuovo sui titoli di Stato senza essere affiancata, o preceduta, dal fondo salva-Stati Efsf, e poi dal suo successore, l’Esm. E questo richiede una richiesta della Spagna (e/o dell’Italia).
L’annunciodell’avvio dell’Smp due anni fa prevedeva però già che con questo meccanismo "temporaneo" (caratteristica sottolineata più volte da Draghi) le banche centrali nazionali acquistino debito "pubblico o privato". L’intervento su quest’ultimo avverrebbe mantenendo i rischi presso le singole banche centrali nazionali, non presso la Bce. Nel caso di acquisti di titoli bancari, questo presenterebbe il vantaggio che a livello nazionale si hanno maggiori informazioni sullo stato di salute dei singoli istituti di credito e le loro necessità di finanziamento. Inoltre, a differenza delle operazioni di fornitura di liquidità Ltro, le banche non avrebbero bisogno di presentare altro collaterale che, soprattutto nel caso della Spagna, comincia decisamente a scarseggiare. Lo stesso problema presentano i covered bonds, che pure la Bce ha acquistato nei mesi scorsi. «Un acquisto di obbligazioni bancarie di nuova emissione - dice Natacha Valla, economista di Goldman Sachs - avrebbe un effetto molto più potente e rivitalizzerebbe mercati che ora sono morti».
L’altra possibilità è l’acquisto di obbligazioni corporate. Così si affronterebbe sia il problema di disponibilità del credito sia il problema delle condizioni di finanziamento alle imprese: di fatto le banche centrali finanzierebbero direttamente l’economia reale. L’intervento però ha due limitazioni: le imprese che emettono bond, sia in Spagna sia in Italia, si contano sulle dita delle mani e quindi l’effetto dell’azione sarebbe molto circoscritto a meno di allargare la platea degli emittenti. Inoltre, si rischierebbe di ampliare ulteriormente la differenza di accesso al credito fra grandi gruppi e imprese medio-piccole.