Caterina Perniconi, GQ 27/7/2012, 27 luglio 2012
S’IO FOSSI PREMIER
«Ho studiato recitazione a scuola e ho fatto un tour teatrale con I rustici di Goldoni. Non mi sarebbe dispiaciuto diventare un’attrice». Forse grazie a quell’esperienza, o a un’indiscutibile faccia rosta, Daniela Garnero Santanchè non fatica affatto a calarsi nei panni di Rita Hayworth. Fra le tende rosse del teatro Manzoni di Milano si muove come una professionista. «In realtà, l’unica volta che sono salita su questo palco era per un comizio», racconta, mentre si concede a una seduta di trucco per trasformarsi in una moderna Gilda. «Chissà quanti mi giudicheranno per queste fotografie, senza capire che il nostro lato bambino e civettuolo va mostrato, invece di cedere alla sobrietà che ci sta rovinando». In guerra contro il governo di Mario Monti, ha la sicurezza di piacere alle altre donne perché — dice — «nel mio corpo è nascosto un uomo». Per dimostrarlo fa il verso alla sua imitatrice, Paola Cortellesi: «Io vivo del mio lavoro... ho fatto il militare a Cuneo!». È arrivata all’appuntamento trafelata, subito dopo un trasloco. «Ho ancora la vernice sulle mani, non mi risparmio niente, devo essere sempre eccessiva». Come quando, durante il servizio fotografico, scappa in mezzo alla strada con indosso l’abito da sera e si accende una sigaretta. «Per fortuna non si può più fumare nei locali, almeno sono costretta a limitarmi». Le scarpe con lo stiletto da 12 centimetri sono rimaste al centro del foyer. «Piuttosto scalza che con i tacchi bassi. Non mi fate scherzi, non li ho mai messi in vita mia». Neanche per traslocare? «Mai. Non ne posso più di questo clima serioso, minimal, sobrio. Bisogna dimostrare chi siamo. Invece stiamo diventando tutti paurosi, nessuno spende più soldi anche se li ha». Tutta colpa di Monti? «Monti non ha coraggio. In nome della responsabilità ci fa fare un sacco di cazzate». Tipo? «Votare leggi come quella sul lavoro o la tassa sulla casa». Avrà fatto qualcosa di buono. «Solo la riforma delle pensioni». È arrivata l’ora della Santanchè? «Servono le elezioni, la democrazia non può restare sospesa». E lei è pronta per le primarie? «Non amo i riti dei partiti organizzati alla maniera ottocentesca, ma se c’è da mettersi in gioco io di certo non mi tiro indietro. Però il nostro candidato sarà Silvio Berlusconi, lo chiederemo tutti con forza attraverso una grande manifestazione di piazza». Non temete che sia bollito? «È in forma smagliante. Se lo lasci dire da me, che lo conosco meglio di altri: è pronto a riprendere in mano la situazione». È il miglior candidato o l’unico? «Il migliore e l’unico». Farete la felicità di chi grida al ricambio, come Beppe Grillo... «Chi non offre soluzioni non può far paura. Berlusconi finirà quando ci sarà qualcuno che lo sostituirà. E per ora non c’è». Che fine ha fatto il predestinato Angolino Alfano? « È una persona capace e preparata». Ma non ha il quid. «Non sarà lui il candidato premier. Ha una bella dialettica, però non scalda i cuori». Allora è vero che lo chiamate «il Fini di Forza Italia». «Per carità, non parliamo di Fini. Io l’ho detto subito chi era. Poi se ne sono accorti tutti. Il mio problema è che anticipo troppo i tempi». Anticipò i tempi anche quando decise di candidarsi premier con La Destra? «Una candidatura da un milione di voti. Senza quella non sarei la Santanchè». Che sogna di diventare presidente del Consiglio... «Per ora c’è Berlusconi, poi si vedrà. Magari toccasse a una donna, e io sono ancora giovane». Non nasconde l’ambizione. «E non me ne vergogno. Mio padre mi ha insegnato che si nasconde solo ciò che si ruba. E io non ho rubato niente. Ma che senso ha essere così sobri? Il loden verde non lo metterò mai». Quindi il vicepremier di Berlusconi lo farebbe subito. «Io non cerco incarichi, i ruoli servono a chi non ha idee». Allora parliamo delle sue idee. Se fosse a Palazzo Chigi, che cosa farebbe per il lavoro? «Ripristinerei subito la legge precedente. Io questa non l’avrei mai fatta passare. Rimette di nuovo la magistratura al centro, che decide chi può o non può essere reintegrato. Crea flessibilità in uscita invece che in entrata, quella che serve agli imprenditori per far ripartire la crescita. In più siamo l’unico Paese europeo con l’articolo 18. E con questi giudici...». È chiaro, cambierebbe anche la giustizia. «È necessario accorciare subito i tempi dei processi ed eliminare la carcerazione preventiva. In Italia puoi finire in galera prima di essere giudicato e magari non andarci dopo la condanna. Un sistema inaccettabile. Poi le intercettazioni. Stiamo diventando come il film Le vite degli altri». L’Italia come la Germania dell’Est? «Non voglio consegnare questo Paese: a mio figlio». E se suo figlio le dicesse che vuole sposare un uomo? «Io rispetto tutti i diritti individuali. Ma sono contraria alle coppie di fatto, ai registri, ai Dico. Se una coppia etero vuole essere riconosciuta, può farlo con il matrimonio, anche quello civile. Chi si sposa non è uguale a chi non lo fa. Per quanto riguarda gli omosessuali, sono contraria ai diritti di coppia. La verità è che è una battaglia ideologica. Io ho moltissimi amici gay e nessuno di loro si vuole sposare». Magari vorrebbero dei diritti su temi come l’assistenza o l’eredità. «Di questo sono disposta a parlare». Invece di moschee no. «Di moschee ce ne sono anche troppe, se considera che solo il 5% dei musulmani le frequenta. Ed è una religione che non rispetta le donne». La legge sull’aborto? « È un male necessario. Ma guai a chi parla di conquista. Uccidere un figlio è una sconfitta per qualsiasi donna». Da dove comincerebbe per risollevare il Paese? «Dalla moneta. O cambiamo l’Europa o rinunciamo all’euro». Non ha paura del crollo economico? «Ma stiamo già crollando. Agosto è il mese della speculazione e questo sarà peggiore dei precedenti. O l’Europa crea una politica economica, fiscale e monetaria più forte, oppure bisogna fuggire dall’euro prima che ci caccino». Intanto: via l’Imu. «Il 40% dei proprietari non ha pagato la prima rata e ha fatto bene. Mette in ginocchio famiglie e imprese. Io non incito allo sciopero fiscale né alla disobbedienza civile, ma questo governo deve ravvedersi. Basta tasse». Preferisce la spending review? «Monti non ha avuto il coraggio di tagliare abbastanza sprechi. Vorrei che si facesse davvero un lavoro sulla politica e sulla pubblica amministrazione. Tutto ciò che non serve va eliminato». Anche se ventimila dipendenti pubblici perdono il lavoro? «Se il loro lavoro non serve, sì». Ma non crede che le cose stiano andando meglio con Monti? «Finora i tecnici non hanno portato a casa niente. Il Paese non è cresciuto e l’Europa non vuole più aiutarci. Almeno Berlusconi lo ascoltavano». Ne è certa? Monti è stato chiamato proprio per la sua autorevolezza. «Berlusconi era lì da più tempo. E io con l’autorevolezza di Monti non ci mangio. Poi, dopo averlo visto alla finale degli Europei a Kiev...». La storia della sfiga? «Diciamo che non mi dà sicurezza per il futuro». Meglio Montezemolo? «Montezemolo potrebbe essere utile all’Italia, ma dovrebbe uscire dall’equivoco e non avere la presunzione di essere chiamato a fare il presidente del Consiglio senza una battaglia elettorale. In democrazia ci si deve confrontare con gli elettori». Potrebbe unire i moderati? «Quali moderati? Non ce ne sono più. Gli italiani sono arrabbiati, io incontro solo gente incazzata. Non ci sarà un altro Monti». E Mario Draghi? «Draghi è capace nelle alte sfere, ma una del popolo come me non lo giudica». Lei si sente «una del popolo»? «Certo». Eppure per il popolo lei è «quella del Billionaire».,. «Ci andavo una volta l’anno, all’inaugurazione, e le foto che mi facevano quella sera giravano per tutta l’estate, come se fossi sempre lì. Ora non ci vado più, almeno non si pone il problema». Ha ceduto ai moralisti? «Io non voglio cambiare, voglio restare quella che sono. Senza dare corda ai bacchettoni e ai bigotti. Ma insomma, va bene la serietà, però ogni tanto in discoteca bisogna andare, vivaddio!». Quindi suo figlio ci va al Billionaire. «A mio figlio non insegno a frequentare le discoteche e stappare bottiglie di champagne ogni sera, cerco di dargli altri valori. Però Flavio Briatore ha ragione quando dice di volersene andare: questo Paese è diventato insostenibile. La ricchezza non va criminalizzata. E poi quella società dà da mangiare a più di 200 famiglie». Altro che esodati... «Che pasticcio. La Fornero è stata una vera delusione. Ha trattato le persone come numeri. E non è nemmeno spiritosa. Ci sarà un motivo se non avete chiamato lei per farle fare Rita Hayworth...». C’è una donna che stima in questo esecutivo? «L’unica è la Cancellieri. Però le donne restano poche». Sono lo stesso numero del precedente governo Berlusconi. «Nel prossimo saranno di più». Quindi è convinta che vincerete di nuovo? «Ne sono certa». Anche senza un Matteo Renzi? «Renzi mi piace, ha coraggio». Starebbe meglio a destra? «No, lo vedo bene lì, che fa fuori i Bersani e i D’Alema, sono pronta a dargli una medaglia». Mentre lei farà fuori Berlusconi... «Mai. Sono altri che pensano di farlo fuori. Molti che hanno vinto la lotteria senza neanche comprare il biglietto e adesso pensano di poter continuare senza di lui. Che ingrati!». Nel Pdl? «Sì, certo». Lei invece aspetterà il suo turno, anche se i sondaggi la danno come favorita dietro Berlusconi? «Appunto: prima c’è lui».