Giovanni Bucchi, ItaliaOggi 1/8/2012, 1 agosto 2012
LE MARCHE TAGLIANO ASSUMENDO 16 DIRIGENTI
Il titolo della legge è al passo con i tempi: «Misure urgenti in materia di contenimento della spesa». Una spending review montiana in versione locale. Quel che però fa strabuzzare gli occhi è l’emendamento approvato tra mille polemiche e volto a stabilizzare le posizioni di sedici dirigenti, tredici relativi alla struttura della giunta regionale e tre a quella del consiglio. Il tutto approvato a colpi di maggioranza da parte del centrosinistra, dove però non sono mancate alcune defezioni. Succede nelle Marche guidate dall’alleanza Pd-Udc, un asse di governo che ha traballato su questa delibera, attorno alla quale si è scatenato un mezzo pandemonio. Loro, i funzionari regionali, dopo il voto in aula del fine settimana scorso non hanno più molto da temere: i contratti di assunzione a tempo determinato, quindi «precari», sono stati trasformati in un baleno in contratti a tempo indeterminato, e questo grazie a un emendamento firmato proprio dal governatore del Pd. Gian Mario Spacca. Un miraggio o una chimera per chi bazzica oggi in aziende private. In Regione invece si può. Non solo, con questa infornata di dirigenti la giunta sostiene di avere risparmiato ben mezzo milione di euro. Meglio di così quindi non poteva andare.
L’assessore al personale, l’udc Luigi Viventi, ha più volte ricordato come questi funzionari siano già in servizio dal 2007, quindi da cinque anni la Regione li paga, dopo aver scelto le posizioni organizzative tramite una selezione interna. Insomma, «la situazione non cambierà di una virgola». In realtà, Viventi si è in parte tradito quando ha ammesso che questo provvedimento veniva preso proprio adesso perché in futuro, vista la situazione dei conti pubblici, sarebbe stato pressoché impossibile farlo. Il blocco dei concorsi è lo spauracchio che ha fatto accelerare i tempi alla giunta regionale, convinta con questa stabilizzazione di risparmiare mezzo milione ma soprattutto di poter blindare sedici dirigenti fidati scelti senza alcun concorso pubblico ma solo tramite una selezione interna. Un aspetto questo che ha suscitato molte critiche anche nello stesso Pd.
La proposta di legge aveva anche ottenuto il parere positivo (seppur con riserva) del Pdl in commissione, ma i berlusconiani sono andati poi su tutte le furie quando si sono trovati l’emendamento in aula senza nemmeno vederlo passare dall’ufficio di presidenza. Una volta arrivata al vaglio del consiglio, la stabilizzazione dei sedici dirigenti è quindi passata col benevolo sostegno di tutto il centrosinistra, scettici compresi.