Massimo Oriani, La Gazzetta dello Sport 1/8/2012, 1 agosto 2012
AL-ATTIYAH, CHE CAMALEONTE. DALLA DAKAR AL PODIO OLIMPICO
E’ il camaleonte dell’Olimpiade. Passa dal volante al fucile come se niente fosse. Nasser Al Attiyah, 41enne del Qatar, ieri ha vinto il bronzo nello skeet, diciotto mesi dopo aver trionfato alla Dakar in Argentina e Cile su una Volkswagen del Red Bull Team assieme al tedesco Timo Gottschalk. Per il Paese mediorientale è solo la terza medaglia nella storia dei Giochi dopo i due bronzi nei 1500 di Barcellona ’92 (Mohammed Suleiman) e nel sollevamento pesi a Sydney 2000 (Said Saif Asaad nella categoria +105 kg).
Principe Nasser è un principe, figlio del capo di gabinetto dell’emirato, non un poveretto quindi. «A casa mia ho tutto quello che posso desiderare, ma ora ho la cosa a cui tengo di più: una medaglia». Può permettersi di passare 7 mesi all’anno lontano dalla sua terra, «tra Italia, Francia, Repubblica Ceca e Austria - racconta - per allenarmi. Resto separato dalla famiglia (la moglie Sarah e due figli, ndr) a lungo, un sacrificio per tutti. Ma ne è valsa la pena: sono contentissimo, sognavo di vincere una medaglia olimpica da 20 anni». Dopo la finale di Sydney e il 4° posto di Atene, il portabandiera del Qatar a Pechino ce l’ha fatta. E ora? Magari un pensierino all’arco o al badminton? «No - ride lui - Penso d’aver già fatto abbastanza. Conquistare la Dakar è stato splendido ma nulla è paragonabile ai Giochi, un’occasione che ti si presenta una volta ogni 4 anni».
Rally Pilota da quando aveva 12 anni, «con una Suzuki 3 cilindri», non ha mai preso in considerazione una vita diversa da quella dello sportivo: «Non mi sono mai visto avvocato o dottore. Volevo rendere celebre il mio Paese, che fa tanto per me. E’ bello averlo potuto ripagare con una medaglia. Il Qatar è piccolo. Spero che questo terzo posto possa ispirare dei giovani a praticare questo sport».