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 2012  agosto 01 Mercoledì calendario

U n tempo lo choc termico più forte lo si provava soprattutto negli Stati Uniti, il primo Paese del mondo a legalizzare l’uso dell’aria condizionata come arma letale: tale è infatti la temperatura interna di 18 gradi o meno quando fuori ce ne sono 30 o più

U n tempo lo choc termico più forte lo si provava soprattutto negli Stati Uniti, il primo Paese del mondo a legalizzare l’uso dell’aria condizionata come arma letale: tale è infatti la temperatura interna di 18 gradi o meno quando fuori ce ne sono 30 o più. Tanti italiani tornavano deliziati dalla visita oltreoceano ma anche sollevati dal non provare più quel senso di mazzata nello stomaco che si avverte quando si varca una soglia artica. Con un po’ di sfortuna poteva addirittura capitare, a febbraio, di partire da Boston con la neve e arrivare a New Orleans, in Louisiana, con 30 gradi e un’umidità tropicale. Scampati i rigori del New England, e tolto il giaccone, era facile prendersi un accidente nella città di Louis Armstrong, caldissima fuori e freddissima dentro. Con la globalizzazione le cose stanno cambiando. Gli Stati Uniti non detengono più l’esclusiva dell’eccesso. Al Nuovo Mondo si sono aggiunti i Nuovissimi, l’Estremo Oriente e l’Oceania, il Medio Oriente e l’America del Sud. Se uno vuole fare il «giro del mondo in 8 gradi», deve guardare perciò all’intero globo. Naturalmente i grandi numeri li fa ancora l’America. «Per molto tempo — scrive lo scienziato del Land Institute Stan Cox nel saggio «Riscaldare un pianeta più caldo: l’impennata globale dell’aria condizionata» (Università di Yale) — gli Stati Uniti hanno consumato ogni anno per il condizionamento d’aria più energia del resto del mondo. Tra il 1993 e il 2005 c’è stato un raddoppio dei consumi, saliti di un altro 20% fino al 2010». Considerazioni sanitarie, necessità di risparmio energetico e semplice buon senso hanno ridotto l’accelerazione, ma l’abitudine yankee all’aria condizionata «a palla» sarà dura a morire, soprattutto nei caldi Stati del Sud. D’altra parte alcune città americane esistono e sono cresciute solo grazie all’invenzione dell’aria condizionata: come Phoenix, in Arizona (caldo secco), passata dai 120 mila abitanti del 1940 agli oltre 4 milioni del 2010; o Miami, in Florida (caldo umido), cresciuta nello stesso periodo da 250 mila a 5 milioni e mezzo di abitanti. Chi sta compiendo il fatidico «grande balzo in avanti» è la Cina, che entro il 2020 dovrebbe superare gli States come massimo divoratore di energia elettrica per aria condizionata. In particolare colpisce la velocità del processo. «Il numero delle case americane dotate di aria condizionata — ricorda Cox — è salito da 64 a 100 milioni tra il 1993 e il 2009. Un numero alto, altissimo, certo. Ma in Cina, nel solo 2010, sono stati venduti ben 50 milioni di condizionatori. A cui si aggiunge la previsione che i veicoli dotati di aria condizionata saranno 100 milioni nel 2015, ovvero più del doppio rispetto al 2010». La notizia che arriva da Hong Kong — cioè la decisione delle autorità di promuovere un innalzamento delle temperature dagli attuali 18 a 24-26 gradi (non è ben chiaro se con la forza della convinzione o con la convinzione della forza) — va vista perciò in un contesto economico e sociale in cui le ragioni del risparmio energetico, dell’ecologia e della salute rimangono, almeno per ora, in secondo piano. Anche in Medio Oriente, spiegano gli esperti, si tenta di attivare misure di risparmio energetico, tuttavia la crescita dei consumi è destinata a continuare. Nell’arco di 15 anni, secondo alcune ricerche, l’Arabia Saudita potrebbe consumare più petrolio di quanto ne esporti, principalmente a causa dell’aumento dell’aria condizionata e dell’incremento demografico. Non molto diverso è lo scenario che si profila in India, nelle cui megalopoli, da Mumbai a New Delhi, il 40% dei consumi elettrici è destinato a rinfrescare gli ambienti, pubblici e privati. E dove l’altro ieri e ieri, a causa del sovraccarico della rete, un blackout ha colpito le regioni del Nord e la stessa capitale lasciando senza corrente 370 milioni di persone. Va tuttavia considerato, fanno notare gli esperti, che in tutti i continenti sono in corso sforzi industriali molto importanti per sviluppare metodi di condizionamento a basso consumo energetico.