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 2012  luglio 27 Venerdì calendario

IN PIZZERIA SI MUORE


L’altra sera sono andato in pizzeria. E uno può dire: chissenefrega. Ci sono andato con mia moglie. Io e lei, da soli. Ci piace parlare, ancora. Fitto fitto. Sono un ragazzo di settanta e fischia anni. Lei è più giovane. Non ho mai avuto la scorta da quando sono nel programma di protezione, non l’ho voluta: tanto se ti devono ammazzare per vendetta lo fanno lo stesso. Almeno non ammazzano anche qualche carabiniere. Mentre lo pensavo mi è tornato in mente Pippo Messina, il doppio gobbo, nel senso che c’aveva una gobba davanti e una di dietro. Tuttavia non aveva mai rinunciato a niente: amava la bella vita e le donne. Me l’avevano presentato nel carcere di Spelerò. Mi avevano detto: «Di lui ti puoi fidare». Infatti decisi di fidarmi. Era simpatico, Pippo Messina, benvoluto da tutti. Bruno come la fame ma se lo guardavi negli occhi ti piaceva, aveva l’espressione di uno su cui contare, uno fedele, buono davvero. Era rivale di Nitto Santapaola e per respirare aria più pulita si era trasferirò da Catania nella Lunigiana, ad Aulla. Si era portato come guardaspalle due concittadini, i fratelli Ferrara, e se la passava bene. Se gli servivano soldi, li faceva stampare. La sua zecca personale si chiamava Battistini, un bravissimo falsario che aveva prodotto migliaia di dollari anche per il faccendiere Flavio Carboni. Insomma, Pippo “Doppiagobba” Messina viveva bene, beveva champagne e c’aveva un sacco di donne che lo strofinavano davanti e dietro. M’invitava spesso da lui e mi diceva: «In questo territorio tu hai l’immunità, pentito o non pentito: ce l’ho fatto sapere a tutti, qua sei intoccabile». E così io andavo, finché mi fece sapere che gli avevano chiesto di me. Un tal Musumeci, amico di Riina, lo aveva avvicinato e gli aveva detto: «Cosa gradita sarebbe se, la prima volta che il tuo amico viene a trovarti, ci informassi». Ma lui, fedele, aveva risposto picche. Me lo raccontò mentre stavamo insieme in un bar. Gli dissi: «Questa negativa la prenderanno male». Scosse le spalle, e la gobba. Lo guardai negli occhi: erano proprio buoni. Decisi di non tornare più ad Aulla, per non metterlo negli impicci: immunità o non immunità. Non bastò. La madre salì dalla Sicilia per trovare Pippo. La sera andarono insieme in pizzeria. Lui volle stare solo con lei e disse ai fratelli Ferrara di non seguirli. Gli spararono mentre mangiava. Io non sono preoccupato. Non ho paura. Pippo mi ha dato l’immunità.