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 2012  luglio 29 Domenica calendario

LICIA COLÒ


Dal 1998 ci fa viaggiare con la mente e conoscere il mondo attraverso interviste e reportage: i suoi bellissimi occhi azzurri e il sorriso rassicurantesono diventati per il pubblico italiano quelli di una persona di famiglia. Licia Colò è tornata lo scorso otto luglio, in prima serata su Raitre, con un nuovo ciclo di puntate di Alle falde del Kilimangiaro. Da vera appassionata di natura e amici a quattro zampe, Licia non si smentisce mai e così trova spazio per la nostra intervista mentre aspetta di entrare dal veterinario. Sembra fatto apposta, non trova? «È curioso, ma le spiego: io e la mia bambina amiamo molto gli animali e così veniamo spesso dal veterinario ». Licia, ci racconta le novità di questa edizione di Alle Falde? «Qualcuno ha scritto che diamo più spazio alla cucina, ma voglio essere chiara a tal proposito: il nostro non è un programma di ricette, ma di viaggi; da noi nessuno si mette ai fornelli. Semplicemente, c’è una rubrica che si chiama Incontri ravvicinati, durante la quale io e i miei due ospiti sediamo intorno a una tavola, carica di cibi e pietanze tipiche del Paese che stiamo raccontando. Per noi la cucina è una delle più importanti chiavi di lettura. L’altra novità riguarda le destinazioni: da qualche tempo ci dedichiamo di più all’Italia, ma non perché non abbiamo più voglia di girare il mondo. Data la crisi economica, ci teniamo a spiegare al pubblico che il nostro Paese è pieno di località incantevoli che val la pena visitare». Qual è il segreto della longevità di questo programma? «A scriverlo siamo in quattro, molto affiatati. Al di là delle nostre esperienze (io, per esempio, mi occupo di viaggi e documentaristicada25 anni),abbiamol’obiet - tivo di essere chiari e immediati, come se parlassimo ai nostri amici; in questo la diretta ci aiuta». Cos’è cambiato rispetto a quando ha iniziato a fare televisione? «Tutto è cambiato, se pensa che ho fatto i primi lavori nel 1983, quindi nella preistoria. Prima non c’era tanta ambizione, la televisioneeraunlavoro comeunaltro. Io, per esempio, ho iniziato perché avevo bisogno di soldi: mi ero iscritta a psicologia e, per mantenermi, facevo la segretaria part time in un centro sportivo. Purtroppo fui licenziata e allora mi iscrissi a un’agenzia di fotomodelle: la vanità non mi è mai appartenuta, ma si guadagnava bene. Solo un mese dopo, fui mandata a fare un provino per annunciatrice estiva ad Antenna Nord lo superai». Le piaceva leggere gli annunci? «Era complicato imparare tutto a memoria: non mi gratificava. Per fortuna, poi, passai a Bim Bum Bam». Cosa guarda oggi in tv? «Come le dicevo, l’offerta è aumentata, ma non si può dire lo stesso della qualità. Francamente, non amo l’intrattenimento: stimo professionisti come Carlo Conti, ma trovo che i nuovi varietà siano beceri e un po’ brutti. Lo scorso autunno fui attaccata, perché dissi di non aver apprezzato lo show di Fiorello: non è mica un reato reputarlo poco originale, no? È importante, invece, guardare tutti i telegiornali e sentire le diverse campane». Avrebbe paura, se sua figlia le dicesse un giorno di voler fare la televisione? «No, io non sono una che si spaventa. Gli errori più grandi li fanno i genitori, perché caricano i figli di inutili aspettative. A me basta che mia figlia scelga di lavorare con amore, rispettando i propri desideri e salvaguardando la propria moralità. Per ora, dice di voler fare la parrucchiera, o, magari, la giardiniera ».