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 2012  luglio 31 Martedì calendario

AI FRANCESI PIACE IMBALSAMARSI


Si chiama tanatoprassi (dai termini greci thanatos, morte, e praxis, pratica) ed è una sorta di imbalsamazione provvisoria del cadavere. Un modo per conservare il corpo del defunto per un paio di settimane dopo la morte, attraverso un apposito trattamento, così da eliminare i segni del decesso.

Niente a che vedere, insomma, con il trattamento praticato nell’antico Egitto e che ha permesso alle mummie di conservarsi fino ai nostri giorni.
In Francia, uno dei pochi paesi europei in cui la tanatoprassi è consentita dalla legge, il ricorso a questa pratica è in aumento. Secondo l’Istituto francese di ricerca e sicurezza (Inrs), ogni anno vengono effettuati circa 200 mila interventi, pari al 3% dei decessi totali. L’incremento annuo è tuttavia nell’ordine del 7-10%.
Quello che più stupisce è l’interesse dei giovani nei confronti della professione di imbalsamatore, per dirla con un termine improprio ma che rende l’idea. Merito anche di una serie tv americana partita nel 2001, Six Feet Under (Sei piedi sottoterra), e di altre trasmissioni successive che hanno fatto conoscere la realtà della tanatoprassi. Così, afferma Florence Fresse, delegato generale della Federazione francese delle pompe funebri, molti giovani si propongono per questo mestiere, spesso improvvisandosi appassionati imbalsamatori, ma senza capire che i lati negativi della professione sono incancellabili. Ci sono ventenni, che magari hanno interrotto gli studi di medicina, inviano il curriculum e sperano di essere selezionati dicendo di avere sempre sognato di praticare la tanatoprassi. Gli addetti ai lavori, però, non ne sono così convinti.
La tanatoprassi, nata negli Stati Uniti, è apparsa in Francia agli inizi degli anni 60. Inizialmente destinata a pochi privilegiati a causa dei costi elevati, si è via via democratizzata. Il sogno di rendere il defunto simile a com’era in vita è ora appannaggio di molte più persone: costa da 200 a 500 euro. Le controindicazioni, però, esistono. Riguardano la qualità delle prestazioni, sempre più spinte al ribasso. La colpa è dell’eccesso di professionisti. Oltralpe gli addetti alla tanatoprassi sono un migliaio e, prima del provvedimento che fissò il numero chiuso a 50 nuovi ingressi annui, la situazione rischiava di diventare ingovernabile.
Nonostante le restrizioni, in Francia il settore è ormai saturo. C’è la guerra delle tariffe: se le fatture presentate alla clientela vanno da 200 a 500 euro, alcuni professionisti propongono i loro servizi per 130 euro. A guadagnarci sono le imprese di pompe funebri, mentre sempre più spesso i protocolli non vengono rispettati e le cure sono sbrigative.
Come sottolinea Michel Kawnik, presidente dell’Associazione francese di informazione funeraria, c’è chi fa tutto in pochi minuti, mentre un intervento serio richiede almeno un’ora e mezza: lavaggio, disinfezione del corpo, aspirazione dei liquidi, iniezione di formolo (una soluzione chimica), vestizione, trucco. Come se non bastasse, è stato eliminato l’obbligo di presenza della polizia al momento dell’iniezione del formolo. Proprio quest’ultimo è pericoloso per la salute umana: non per il cadavere, ovviamente, ma per chi pratica la tanatoprassi, che rimane esposto continuamente a questa sostanza, spesso sottovalutandone i pericoli.