Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  luglio 31 Martedì calendario

I TURISTI ARABI SCELGONO LA BAVIERA


La Baviera è la Vandea tedesca, cattolica e devota, ma allo stesso tempo pragmatica. In altre parole, si prega e si pensa agli affari: i soldi sono soldi. Mentre a Parigi si vieta il burka, e in Italia si ripetono gli episodi di intolleranza contro i musulmani, vietando la costruzione di moschee, o insultando le donne che girano per strada coperte dal velo islamico (non è altro che il fazzoletto sfoggiato dalle nostre nonne in Meridione), a Monaco e dintorni si tollera tutto, o quasi.

E gli effetti si vedono, rallegrando osti e albergatori: l’85% dei turisti in Europa provenienti da paesi arabi preferiscono la Baviera alla Francia o alla Gran Bretagna. Saranno ancora pochi in numero assoluto, ma spendono molto, in media mille euro a testa e al giorno.
È lo stile del Freistaat Bayern, che ha una sua bandiera e un suo inno, e un pil regionale pro capite che porrebbe il Land di diritto nel G8. Ai suoi tempi, Franz Josef Strauss, il Leone del libero Stato di Baviera, era il leader dei conservatori, ma fu il primo a volare a Mosca, pilotando di persona il suo aereo, per incontrare Gorbaciov. Nella regione si produce la Bmw, ma anche aerei e carri armati, e quando gli chiesero a chi vendeva armi rispose: a tutti, tranne Cuba e Nicaragua, che tra l’altro non avrebbero potuto saldare il conto.
A Monaco si interpretano in modo restrittivo le norme sull’aborto, e le bavaresi devono andare spesso altrove, ma allo stesso tempo si rispetta la dignità dello Stato. Quando alcune suore, insegnanti in una scuola elementare pubblica, strapparono dal sussidiario il capitolo sull’educazione sessuale, vennero licenziate in tronco. La legge è legge. Agli immigrati musulmani che volevano edificare moschee proposero: costruite quelle che volete, ma per favore rinunciate ai minareti che turberebbero il nostro panorama. Un compromesso accettabile.
Per quanto riguarda il burka, nessuna preoccupazione. Il numero dei turisti arabi, comunica il ministero dell’economia, si è quadruplicato dal 2002. Solo da gennaio a maggio di quest’anno, ne sono arrivati 35 mila, con un aumento del 22% rispetto al 2011, e sembra che in estate l’incremento sfiori il 30%, anche se i dati non sono ancora ufficiali. Nel 2009, i turisti arabi furono 89 mila, nel 2010, 125 mila, e l’aumento continua.
Una delle mete preferite è il Bmw Welt, il mondo della Bmw, la cattedrale della casa automobilistica, dove vengono consegnate le vetture ai clienti, e dove si possono ammirare tutti i modelli di oggi e di ieri. Da aprile a giugno, i visitatori accompagnati dalle mogli velate sono stati 15 mila, e la maggioranza non si limita a guardare. Comprano le vetture più care. Nel 2011, in piena crisi, non si sono mai vendute tante Rolls-Royce (ormai made by Bmw), fin dalla nascita della marca britannica. Il cliente ha sempre ragione, e i bavaresi hanno consegnato una Rolls nei colori desiderati: a strisce rosa e verde. Gli inglesi non l’avrebbero mai fatto.
Vengono a fare shopping e a farsi curare nelle funzionali cliniche della regione, assistiti da personale che spesso parla arabo. Per gli hotel è una fortuna: gli ospiti prenotano sempre le suite più care, e interi piani per il personale al seguito.
E i bavaresi stanno attenti ad assecondare i loro gusti. Hanno allestito bar in cui non si serve alcol, e in camera fanno trovare un piccolo regalo di benvenuto: una bussola in confezione di lusso, in modo che gli ospiti possano sempre sapere in che direzione si trovi la Mecca. Infine si organizzano speciali gite per «snow watching»: si va in montagna a vedere la neve che, ovviamente, è una grande attrazione per chi giunge dal deserto. Non a caso, i bavaresi vengono considerati dal resto dei tedeschi «quasi come italiani». Come loro pensano che gli italiani siano, e da tempo non sono più.