Agnese Ananasso, la Repubblica 29/7/2012, 29 luglio 2012
HI-TECH TRAINER
In principio fu la Wii. La console lanciata nel 2006 dalla Nintendo ha rivoluzionato per sempre il modo di giocare ai videogame facendoli diventare una scusa per fare ginnastica. Così, oggi, c’è persino il programmino per la riabilitazione, Physiofun, per recuperare equilibrio e «propriocettività» dopo un infortunio. A completare l’opera arrivò poi mister Jobs, che ha integrato il mondo degli amanti della corsa, della bici e della camminata veloce con quello della musica grazie al Nike+iPod: un chip-sensore che trasforma il lettore musicale in un allenatore-diariojuke box. Il lancio dell’iPhone, infine, ha dato il via al boom delle app per il fitness. E ora? «L’applicazione delle tecnologie “social” allo sport, al running in particolare, è il vero business del futuro» dice Fabrizio Fabri, esperto di web-marketing. «Running oggi vuol dire “stare bene”, ma anche socializzare. È uno sport anticiclico: nonostante la crisi i fatturati delle aziende del settore crescono. Perché quando non ci sono i soldi per la palestra basta mettersi le scarpe da ginnastica e correre. E poi c’è l’emozione del poter fare una maratona con i campioni, si scoprono le endorfine... Questo spiega il successo di app come Runkeeper, che ha attirato oltre dieci milioni di persone».
Non di sola corsa sono fatte le app però: per 79 centesimi per esempio si può scaricare All in Fitness, con mille video in alta definizione su esercizi e allenamenti di ogni tipo, tarati su obiettivi e livelli. Conta anche le calorie, calcola l’indice di massa magra (Bmi) e fa da diario per misurare i progressi. Strava è la app specifica per ciclisti e runner, che analizza il percorso, il livello di allenamento, le calorie bruciate. Un po’ come fa Cardiotrainer. Solo che qui c’è l’imbarazzo della scelta tra gli sport. C’è persino l’equitazione e la canoa. Fioccano poi programmini per perdere peso come Noom weight loss, che unisce il controllo dell’esercizio fisico a quello dietetico. Chi l’ha formulato dice che «non fa male». Ma il fai-da-te va preso con le molle, specialmente se si è alle prime armi. «La tecnologia va bene ma quando c’è un allenatore dietro» dice Marcello Ambrogi, tecnico di atletica leggera, allena amatori ma anche l’ostacolista olimpica Marzia Caravelli. «Per praticare uno sport a livello amatoriale non basta un programmino sul cellulare perché va analizzata la persona a livello fisiologico, il suo stile di vita, l’età, il suo universo insomma. E per farlo serve l’occhio di un allenatore».
Ciò detto c’è anche chi col fai-da-te ci ha preparato la mezza maratona Roma-Ostia utilizzando la app Sports-tracker e un programma
di allenamento, il First (Furman institute
of running & scientific training), che si basa su tre allenamenti settimanali (ripetute, fondo medio e fondo lento). «Ho elaborato la tabella inserendo i dati e le prestazioni sui cinque e dieci chilometri» dice Alessio. «Ho raggiunto l’obiettivo delle due ore. La app Sports-tracker è stata fondamentale come diario, per monitorare i progressi e tracciare i percorsi usando il Gps dello smartphone».
Ma è soprattutto nei laboratori di ricerca che la tecnologia corre, per migliorare le prestazioni di atleti di alto livello. Tecnologie che vedremo anche in questi giorni alle Olimpiadi. Nella piscina della pallanuoto, per esempio, verrà utilizzato il sistema di illuminazione a led Waterpolo visual system ideato dalle italiane Aqvatech Engineering e Piscine Castiglione. Serve a delimitare le varie aree di gioco, così da facilitare il compito di arbitri e atleti. «Nella piscina di riscalda-
mento verrà invece installato il Virtual Trainer, un sistema a led di monitoraggio» spiega Alessandro Buresta, presidente di Aqvatech Engineering. «Grazie al software scaricato sul pc e sullo smartphone l’allenatore sa in tempo reale come sta andando l’atleta. In futuro integreremo anche il monitoraggio del battito cardiaco, della soglia aerobica, così da elaborare un piano di allenamento tarato sulla fisiologia dell’atleta». Con Aqvatech collabora Sensorize per la valutazione della nuotata nel nuoto pinnato. L’azienda sta lavorando con la Federazione italiana di atletica leggera per sviluppare tecnologie in grado di analizzare fin nei minimi dettagli le diverse tecniche di corsa. Sta ultimando la fase di test di FreeRun, (la commercializzazione è prevista per settembre), «un sistema che restituisce ai tecnici, in tempo reale, dati e indici di facile interpretazione e immediato utilizzo» dice il direttore generale di Sensorize Emidio Di Laura Frattura. «Grazie ai sensori inerziali, al bluetooth e ad algoritmi specifici siamo in grado di raccogliere ed elaborare tutte le informazioni del gesto atletico, dal numero degli appoggi ai tempi di contatto e di volo, dall’ampiezza alla frequenza, all’accelerazione. Stiamo sperimentando anche le valutazioni sul cambio del testimone. Il futuro è riuscire a ottenere un unico strumento utilizzabile da un’équipe di specialisti (fisiatra, tecnico, ortopedico, nutrizionista) che possa confrontarsi su un dato oggettivo e dare una valutazione funzionale dell’atleta. È nato così FreeRehab, per la riabilitazione: analizza il recupero funzionale dell’arto leso restituendo un dato oggettivo».
Fondamentale è però usare macchinari validati scientificamente, utilizzati da persone competenti. «Mai fidarsi della macchina » afferma Claudio Gallozzi, medico dello sport e docente in biomeccanica. «Lo strumento non è la soluzione, ci vuole dietro una mente allenata, in grado di prevedere anche lo stesso dato». E l’esperienza nessuna tecnologia
può sostituirla.