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 2012  luglio 30 Lunedì calendario

E’ bastato che lo spread si raddrizzasse un po’, perché mass media e notabili della politica romana si esercitassero nel nuovo gioco dell’estate: cosa farà Mario Monti da «grande»? In poche ore sono fioriti «piani» e «contropiani», ipotesi di tutti i tipi

E’ bastato che lo spread si raddrizzasse un po’, perché mass media e notabili della politica romana si esercitassero nel nuovo gioco dell’estate: cosa farà Mario Monti da «grande»? In poche ore sono fioriti «piani» e «contropiani», ipotesi di tutti i tipi. E dunque: il Professore starebbe lavorando per lo scioglimento anticipato delle Camere; il Professore avrebbe dato carta bianca perché si presenti una Lista a lui ispirata; il Professore starebbe creando i presupposti per un suo ruolo di primo piano in Europa. Ipotesi spesso in conflitto tra loro, di sicuro chi ha parlato con Mario Monti nelle ultime 48 ore, alla vigilia del tour europeo, lo ha trovato molto sollevato dopo l’esternazione di Mario Draghi, ma ovviamente prudente su ciò che potrà accadere da oggi fino a giovedì, quando si riunirà il board della Bce. Ma già da qualche giorno, parlando con lui, chi allude a questioni che riguardano il suo futuro, si sente rispondere da Monti con quella che sembra essere la sua nuova parolachiave: «Continuità». Come dire, senza dirlo esplicitamente, che le tre opzioni che lo riguardano (Quirinale, bis a palazzo Chigi, incarico di prestigio a Bruxelles), sono interessanti nella misura in cui possono garantire «continuità» con la politica di rigore dell’attuale governo, contribuendo «a mettere in sicurezza il Paese». Certo, in pubblico lui continua a dire che il suo incarico è «temporaneo», ma in questi mesi il professore ha dimostrato di giostrarsi bene con le parole dette in pubblico e in privato, al punto che Pier Ferdinando Casini ama dire che «quanto a furbizia, Monti batte Andreotti!». E’ provato che nei giorni scorsi il presidente del Consiglio abbia esplorato la strada di uno scioglimento anticipato delle Camere, soluzione che tra l’altro avrebbe consentito al Capo dello Stato di gestire la formazione del nuovo governo, ma anche il dopoNapolitano. Ma dentro il «pacchetto» elezioni anticipate, la «sorpresa» più probabile sarebbe stata il Monti-bis e proprio per questo il Pd ha lasciato cadere l’ipotesi. E dunque, se si voterà alla scadenza naturale, concorrerà anche una lista «per Monti»? L’ipotesi è stata fatta circolare da alcuni ministri di «area Todi» che intendono continuare a far politica, anche se non risulta che ci sia imprimatur da parte del premier. Certo, se lui desse un segno di assenso, l’area Monti si affollerebbe rapidamente, eppure un «montiano» ante-marcia come Bruno Tabacci, che col premier coltiva da anni un rapporto di reciproca stima e fatto di grande riservatezza, osserva: «Il presidente finora si è dedicato alla partita europea, lo ha fatto con grande efficacia e si può escludere che abbia avuto il tempo, non dico di dedicarsi ma anche di pensare a questioni di questo tipo. Una cosa è certa: nel futuro l’Italia non potrà fare a meno di Monti. Al governo, ma anche al Quirinale, dove rappresenterebbe la garanzia davanti al mondo della continuità di una visione». E un Monti-bis? Il ministro agli Affari europei Ezio Moavero, l’uomo più vicino a Monti, lo ripete con chiunque parli: «Il presidente non resterà a palazzo Chigi». Ma allo scioglimento naturale delle Camere mancano ancora otto mesi, le incognite sono ancora tante, a cominciare da una riforma elettorale che tanto più proporzionalità avrà, tanto più richiederà un premier di sintesi. Certo, nelle settimane scorse, le ostilità sul fronte interno hanno scoraggiato Monti. Anche perché lui, come ha confessato in una intervista al «Sette-Corriere della Sera», ammette di avere «un umore un po’ instabile» e per lui «è importante sentirsi rispettato». Dunque, anche nelle scelte di Monti, c’è un «fattore umano» destinato a pesare. Anche per questo motivo, al momento opportuno potrebbe tornare a farsi sentire la sirena europea? La presidenza della Bce a Draghi è ostacolo insormontabile per le «poltronissime» che si libereranno nel 2014, Presidenza della Commissione e del Consiglio? Intanto Monti non disdegna gli impegni in Italia: con grande riservatezza i vertici del Pd gli hanno chiesto di partecipare alla Festa democratica di Reggio Emilia. Un sì di Monti sarebbe una prima volta destinata a trasformarsi in un evento.