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 2012  luglio 28 Sabato calendario

DAL NOSTRO INVIATO

LONDRA
The blind archer colpisce ancora. È una questione di percezione. Del vento, dei colori, forse del mondo chiuso in quel bersaglio lontano settanta metri che gli appare
sfocato ma che lui sa fare suo come nessun altro. Im Dong-Hyun ha ventisei anni ed è praticamente cieco. Due decimi nell’occhio destro, uno nel sinistro. In Corea del sud, il suo paese, è considerato ufficialmente un ipovedente. Infatti tutti lo conoscono come the blind archer, l’arciere cieco. Ieri mattina, nelle qualificazioni, Dong-Hyun ha centrato con le sue 72 frecce il record olimpico e il record del mondo individuale (699 punti) e anche di squadra,
con i 2.087 punti messi insieme ai suoi due compagni di avventura Kim Bub-min e Oh Jin-Hyek. Dong Hyum è un fenomeno vero. E in Corea, dove il tiro con l’arco è sport nazionale, una leggenda vivente. Capello rossiccio e viso da bonaccione, il ragazzo di Seul inquadra la sua vita oltre le diottrie e oltre ogni ostacolo. «Per me vedere pochissimo non conta. Il centro del bersaglio va percepito.
Lo senti nella sensibilità delle dita. E perfino nei rumori che attraversano il tuo silenzio interiore. Ho imparato col tempo. E per me il record è molto importante». Ma non nuovo. Quello precedente (696), infatti, era sempre figlio della sua illuminazione quasi mistica. Ora si candida ufficialmente alla medaglia d’oro, quella che fino ad oggi è riuscito a conquistare solo nella competizione a squadre, sia a Atene, dove il titolo individuale fu conquistato da Marco Galliazzo, sia a Pechino. Proprio la squadra italiana si è qualificata nel ranking al sesto posto, con prove deludenti di Michele Frangilli e dello stesso Marco Galliazzo, un piazzamento comunque che consentirà agli azzurri di evitare la Corea fino all’eventuale finale. Ma questa era la giornata del blind archer, purtroppo senza pubblico: una cinquantina di persone erano fuori imbestialite per un appuntamento indicato dagli organizzatori come “unticketed”, cioè senza biglietto. Una definizione che non indicava l’ingresso gratuito ma le porte chiuse. Peccato che qualche giornale e molti siti internet abbiano frainteso. E così una folla di appassionati è tornata a casa arrabbiata: il record del mondo di un arciere cieco è un evento vero. Magari non per l’illuminato Im Dong-Hium, ma per il resto del mondo sì.