Luca Bianchini, la Repubblica 28/7/2012, 28 luglio 2012
I giapponesi, tanto per non farsi notare, la fanno in bagno: una siesta con il capo appoggiato sullo sciacquone, sulla seduta, o su una montagna di rotoli di carta
I giapponesi, tanto per non farsi notare, la fanno in bagno: una siesta con il capo appoggiato sullo sciacquone, sulla seduta, o su una montagna di rotoli di carta. Si chiama “toilet napping”, e basta un giro su Internet per vedere come ritagliarsi un momento di privacy e ricaricare le batterie. Giuro che, guardando le foto, viene proprio voglia di accasciarsi nel bagno di casa per capire com’è. Perché è ormai comprovato che un sonnellino durante l’orario di lavoro aumenta il benessere e aiuta a ridurre i problemi legati allo stress. Soprattutto per chi è molto produttivo e la sera sta ore su Internet o davanti alla tv. Fior di studi medici lo hanno confermato, anche se è difficile abbattere il pregiudizio: in una società occidentale, in un periodo come quello attuale, concedersi un pisolino in ufficio — anche all’interno della propria pausa — viene interpretato come lassismo o svogliatezza. Invece farebbe bene a tutti, capi compresi. Non bisogna però esagerare: la pausa ideale, secondo i neurologi, dovrebbe essere di 20-30 minuti. Tanti basterebbero per ritrovare serenità e concentrazione. Se invece ci si lascia andare all’istinto, il rischio è di risvegliarsi con una simpatica cefalea o un forte senso di disorientamento. Quindi, quando siete al lavoro, l’ideale è rinchiudersi proprio in bagno: prima o poi uno sciacquone vi risveglierà.