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 2012  luglio 27 Venerdì calendario

La “necropolitica” dell’ex pm così i soci del governo Monti sono ridotti a morti viventi– CI SALVI Iddio dalla necropolitica, che poi a forza ci darci dentro magari porta anche jella, e viene fuori davvero qualche guaio

La “necropolitica” dell’ex pm così i soci del governo Monti sono ridotti a morti viventi– CI SALVI Iddio dalla necropolitica, che poi a forza ci darci dentro magari porta anche jella, e viene fuori davvero qualche guaio. Cimiteri, cadaveri, morti, morti viventi, putrefazione, decomposizione, vampiri, zombie e altre graziose trovate che gli uomini politici lanciano per fare titolo con poca fatica allietando un’atmosfera che di suo pare già abbastanza stravagante. L’altro giorno perfino l’ex ministro Fioroni, Pd, aveva evocato gli zombie, e poi anche — ma questo è più normale — il senatore leghista Rizzi che alla classe dei morti viventi ha accomunato Berlusconi e Rutelli, e vabbè. Ora, nessuno si sogna di celebrare il grado di vitalità dell’odierna classe politica, ma ieri la palma dell’ossessione mortifera, oltretutto ad alta intensità multimediale, se l’è conquistata l’onorevole Di Pietro che sul sito dell’Italia dei Valori ha lasciato per qualche ora a disposizione degli appassionati dell’horror partitocratico un breve e anonimo video in cui Monti, Alfano, Bersani e Casini erano raffigurati, o meglio erano photo-shoppati come gli orridi e sanguinolenti protagonisti del celebre film di Romero. Il montaggio, in verità piuttosto bruttino, indugiava sull’aula di Montecitorio per poi culminare in un primo piano dell’onorevole Di Pietro che debitamente senza cravatta e con la voce particolarmente impostata diceva qualcosa sulla maggioranza che non c’è più mentre «esistono soltanto dei morti viventi che hanno paura di andare alle elezioni perché saranno presi a calci nel sedere » eccetera. Nulla lascia pensare che egli abbia avvertito uno scarto non solo di tono fra l’immagine del calcio nel sedere e l’inesorabile, mostruoso procedere degli zombi, tant’è che nel video Tonino insisteva con l’immagine dei morti viventi, a sua volta non proprio originalissima. Perché il nemico di solito sta sempre per morire, anzi è già morto. Nello specifico il tema può ormai dirsi antico, inaugurato nei primi anni 90 da Cossiga ai danni di Occhetto («zombie coi baffi», con successivo pentimento post-presidenziale) e proseguito a colpi di Capanna, Sgarbi, Bossi e via andare, fino alla Fondazione FareFuturo. Ma il rilievo politico, per così dire, della questione è che ricorrendo ai suddetti morti viventi Di Pietro, che pure ha già dato parecchio alla civiltà dell’insulto (ci si limita qui a ricordare quando diede del «magnaccia» a Berlusconi), si pone con decisione all’inseguimento di Beppe Grillo. E qui la faccenda si fa più complicata e interessante. Perché la retorica politica e/o antipolitica di Grillo ruota attorno a due capisaldi: la merda, con rispetto parlando, e la morte. Il massimo della corporeità e il suo eccessivo contrario. Sul primo tema, anche in vista delle elezioni, non mancheranno occasioni di tornare. Ma sul secondo terreno chi abbia un po’ frequentato il sito non può non essersi accorto che l’invocazione dei morti e degli zombie, e delle salme («un corteo di salme» furono definiti Napolitano, Schifani, Fini e Monti che il 25 aprile scorso commemoravano la Resistenza) e della decomposizione, e del fetore, e dei becchini, e delle tombe, e dell’Italia politica descritta come un «intero cimitero vivente», insomma, nella logica binaria di Grillo lo scontro si riduce a quello dei vivi contro i morti. Così, tra evoluti manicheismi e millenarismi che a loro volta s’intrecciano a quella che il professor Guido Vitiello in un interessante articolo sul Foglio ha riconosciuto come «fantascienza post-apocalittica», un drappello di sopravvissuti salvano e guidano l’umanità dopo la Grande Catastrofe, torna alla memoria il discorso finale della «Wooststock» del M5S (Cesena, settembre 2010): «Siamo vivi, vivi! — gridava Grillo — Siamo usciti dalle catacombe, siamo sopra e siamo oltre, sopra al nulla della politica... Siamo vivi, non fatevi contaminare dai morti». Ecco, appunto, deve aver pensato l’onorevole Di Pietro, dopo che gli avevano tolto di tasca e poi strappato la foto di Vasto. Morti viventi. Messaggio elementare, corredo pop, vagamente trasgressivo, come fare l’occhietto e insieme un complimento al predicatore delle Cinque Stelle (che due anni fa gli scrisse la prefazione per un libro intitolato Ad ogni costo, Ponte alle Grazie). Si sa come vanno queste cose: piatto ricco mi ci ficco. Zombie e calci nel sedere, necrofilia ruspante, chi si accontenta gode e soprattutto ritorna a Montecitorio. © RIPRODUZIONE RISERVATA