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 2012  luglio 27 Venerdì calendario

Posate olimpiche – Olimpiadi britanniche in salsa tricolore. Saranno così, almeno a tavola, i Giochi di Londra 2012, in partenza il 27 luglio

Posate olimpiche – Olimpiadi britanniche in salsa tricolore. Saranno così, almeno a tavola, i Giochi di Londra 2012, in partenza il 27 luglio. I bicchieri e le posate usati per distribuire circa 17 milioni di pasti saranno infatti made in Italy, realizzati in mater-bi, la bioplastica prodotta da Novamont, azienda novarese capitanata da Catia Bastioli. È a lei che si deve il brevetto del polimero in amido di mais biodegradabile e compostabile, capace di mandare in ferie tutte le casalinghe e salvare madre natura. Non poteva che essere una donna a realizzare il sogno di vedere sparire i piatti dal lavello, perché anche solo caricarli in lavastoviglie costa fatica e anche tempo. E Bastioli quel tempo ha preferito trascorrerlo in azienda. Umbra, classe 1957, una laurea in chimica all’università di Perugia, l’amministratore delegato di Novamont ha preso un master in Portogallo e si è aggiudicata la "Mela d’oro" 2012 del premio Marisa Bellisario, sezione imprenditrici. Quando all’università le offrirono una borsa di studio a Berkeley, il padre si oppose, ma a 27 anni lei era già alla guida di un laboratorio di ricerca della Montedison nel campo dei materiali compositi. Iniziò così la sua avventura nel mondo della grande chimica italiana. «Quell’esperienza mi permise di dare il mio contributo quando Raul Gardini ebbe l’intuizione della chimica verde che ancora oggi è alla base di tutto il mio lavoro», dice. Un’idea fissa che le ha permesso di depositare ben 70 brevetti nel settore dei polimeri sintetici e naturali. Con quello per i sacchetti in mater-bi ha vinto nel 2007 il premio "Inventore europeo dell’anno". Se le buste tradizionali per decomporsi impiegano dai 100 ai 400 anni, le sue una volta usate si dissolvono nell’aria in poche settimane. Bastioli è riuscita così a recuperare parte di quella credibilità ambientale che l’Italia ha da tempo perso a livello internazionale con l’emergenza rifiuti. Un cervello italiano non in fuga, il suo. Tutte le volte che le hanno chiesto di trasferirsi in America, Francia, Canada e Singapore, ha risposto: «Occorre stare in Italia. La sfida è ardua: bisogna puntare sull’innovazione, la formazione dei giovani e soprattutto a un modello di economia in cui le materie prime vengano usate con saggezza». Quando parla di bioeconomia, Bastioli s’illumina. Il suo sogno è un sistema di relazioni tra agricoltura, mondo della ricerca e industria. «Un’economia di filiera, che crea valore, ricchezza e risorse in tutta la catena, nel rispetto dell’ambiente». Da un paio di anni il suo obiettivo è realizzare le bioraffinerie di terza generazione. Impianti capaci di sviluppare prodotti da fonte rinnovabile attraverso lo sfruttamento della biodiversità locale e l’applicazione di tecnologie innovative. Un modo per rivitalizzare i siti chimici deindustrializzati. Novamont sta cercando di farlo in Sardegna con Matrìca (madre, in dialetto gallurese), la joint venture con Eni Versalis che a Porto Torres promette di realizzare il più grande polo di chimica verde d’Europa: partendo da colture a basso input e da scarti permetterebbe di ottenere polimeri, biolubrificanti, bio filler e bioplastiche. Antonietta Demurtas