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 2012  luglio 27 Venerdì calendario

IMMOBILI ALL’ASTA? SÌ, MA OCCHIO AGLI AFFITTI


Le manovre per la riduzione del debito pubblico stanno diventando un argomento non solo per ministri (l’ultimo e più autorevole è stato il nuovo titolare dell’Economia, Vittorio Grilli, nella sua peraltro prudente intervista al Corriere) o per studiosi, politici e sindacalisti, ma anche per i semplici cittadini. Non siamo ai suggerimenti sulla Nazionale azzurra, che tanti si sentono autorizzati a dare perché, da ragazzi, avevano praticato il calcio in parrocchia. Ma insomma...
Tra le soluzioni più gettonate spicca la cessione degli immobili, il cui valore venne stimato in centinaia di miliardi. In verità, i benefici d’inventario, invocati dai tecnici ministeriali autori del conteggio, romperebbero l’uovo di Colombo. Per poter predicare ugualmente, basta trascurarli. Il fatto è che ricollocare immobili su larga scala è arduo e innescherebbe una spirale di ribassi. Francesco Gaetano Caltagirone, da sempre il “re” del mattone di Roma, ha congelato i nuovi cantieri perché, di questo passo, ci vorranno non i canonici 12 ma ben 48 mesi per smaltire l’invenduto. Qualcosa, ovviamente, si può sempre fare. Si pensi alla Galleria Vittorio Emanuele di Milano, tra il Duomo e la Scala. Il consorzio Altagamma (il meglio del made in Italy) ha offerto quasi mezzo miliardo per il 49%, promette di riqualificarne alcune parti ed è pronto ad affitti di mercato. Ma quanti gioielli di tal fatta abbiamo da vendere? Lo stesso Comune di Milano, sindaco Letizia Moratti, concentrò altre proprietà in due fondi immobiliari. E il secondo andò male. Calma e gesso, dunque. Non spacciamo illusioni. E soprattutto cerchiamo di capire che cosa vogliamo. Probabilmente gli immobili più appetibili – per un investitore singolo o per fondi immobiliari, compresi quelli targati Cassa depositi e prestiti – sono i palazzi per uffici utilizzati dalla pubblica amministrazione centrale e locale. Oggi lo Stato si sobbarca solo le spese di gestione, spesso ridondanti.

Debiti e interessi. Domani pagherebbe l’affitto a un privato efficiente ma con l’incasso cancellerebbe altrettanto debito e risparmierebbe gli interessi relativi. Non è un’ideona, ma molte imprese in difficoltà vi fanno ricorso. Se funziona o no, si vede solo caso per caso. Ma a questo scopo urge chiarezza da parte del governo sul taglio del 15% degli affitti pagati dallo Stato anche sui contratti in essere. Se non motivato bene, genererebbe un’incertezza. Che determinerebbe un incremento dell’affitto da pagare sugli immobili ceduti. Un autogol, insomma.

Numeri a confronto:


Laureati italiani nel 2007 tuttora disoccupati
- 20 per cento Uomini
- 29 per cento Donne


Dove vanno i soldi cinesi:
Investimenti nel 2011 in Europa
10,4 miliardi di dollari
In Asia
8,2 miliardi di dollari

Dove va l’industria italiana:
- Imprese con meno di 10 addetti
95 per cento
- Occupati in imprese con meno di 10 addetti
3,9 per cento