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 2012  luglio 27 Venerdì calendario

UNA SCUSA TIRA L’ALTRA LA CASTA DEI “TUTTO QUI?”

Sulle accuse a Formigoni: “Dipende dal contesto” “Io non ho seguito”. “Io sì, colpa dei giudici”

Sentirsi solo? Impossibile. Abbandonato? Ancora meno. Scaricato politicamente? Siamo in Italia. Il giorno dopo per Roberto Formigoni è meglio del precedente: la coalizione è forte. Lo coccola, lo protegge nonostante l’accusa di corruzione aggravata. Nonostante gli oltre 8 milioni contestati dalla Polizia giudiziaria. Lui risponde con un fiero “nulla mi scalfisce” e un sempreverde “intellettuali da strapazzo”. Mentre mercoledì il Celeste aveva raggiunto la catarsi con un bel “tutto qui? Solo questo mi contestate?”. Noi lo abbiamo domandato ai suoi compagni di partito: “Caro onorevole, è veramente tutto qui? Nessuno di voi si stupisce di quanto scritto nelle carte?”.

Mario Landolfi: “Formigoni dice altro”. Cosa? “Che non c’è nulla di nuovo rispetto a quanto uscito”. Quindi non è grave. “No, i titoli di reato sono forti”. Però... “Lui non deve dimostrare nulla. È innocente fino a prova contraria”. Deve resistere. “Certo!”. Landolfi è nato a Mondragone, provincia di Caserta. Il 15 maggio 2012 è stato rinviato a giudizio con le accuse di concorso in corruzione e truffa aggravata dall’avere agito per favorire il clan camorristico dei Casalesi.

Gennaro Malgeri : “Chi è?”. Siamo del Fatto. “Ah. E con chi vuole parlare?” Con l’onorevole Malgeri. Silenzio. “Allora sono io. Su Formigoni? Bisognerebbe conoscere il contesto”. Secondo le carte il contesto è chiaro. “Non so cosa dire. Non conosco i fatti. La prego di tener conto di questo”. Certo.

Luigi Casero: “Non conosco il procedimento”. D’accordo con il tutto qui. “È una questione personale, ognuno reagisce come crede. Ma al posto suo sarei stato più turbato”.

Giorgia Meloni: “Non lo so... Non ho seguito molto la vicenda”. Eppure non è piccola. “Sì, ma non lo so...”. Un’idea. “Il nostro è uno stato di diritto, finché uno non è giudicato in via definitiva. Però...” Cosa? “Non lo so”. Siamo in centro a Roma, si avvicina una ragazza inglese, si rivolge alla Meloni: “Speak english?”. “No... cioè sì, ma non è il momento. Devo rispondere”. Allora dicevamo. “Deve restare finché non c’è la condanna”. Va bene, ma lo ammetta, tra di voi non siete così soddisfatti del comportamento di Formigoni. “Va bene, io mi sarei comportata diversamente. Questione di coscienza. Ma questo io”.

Mario Mantovani: “E di cosa doveva stupirsi? Sapeva già tutto”. All’estero altri leader hanno lasciato per molto meno. “Ma loro hanno un’altra giustizia. Noi abbiamo i giudici che vanno alle feste di partito. Fanno comizi!”. Addirittura. “Sì! In Italia c’è uno scontro tra poteri. Se non avessero questi atteggiamenti, sarebbero accolti con maggiore rispetto”. Ma chi? “I giudici, ovvio”. Giacomo Di Capua, ex segretario di Mantovani, è stato l’autore del manifesto affisso a Milano con su scritto: “Via le Br dalle procure”.

Alessandra Mussolini: “Non si dimette... francamente... chi per un euro si dimette... chi non si dimette. Non c’è una regola”. Non si dimette, ma neanche si stupisce. “Ma qui non si dimette più nessuno. Ce ne sono talmente tanti. Poi uno si dimentica. Ma che fine hanno fatto Balducci e Anemone? E comunque manca poco”. A cosa? “Alla fine del mandato in Lombardia”. Insomma, in teoria il 2015. “Ah, parecchio!”.

Osvaldo Napoli: “Le dico subito una cosa: sono un garantista”. E su questo ci siamo. “Roberto ha reagito così perché è certo di una cosa”. Della sua innocenza. “Delle prove inconsistenti. Niente dimissioni, almeno prima di una eventuale condanna di primo grado”. Una Regione sfortunata: dodici indagati per inchieste diverse. “Troppi”. E ora di farla cadere. “No. Sembra quasi, e sottolineo sembra, ci sia un accanimento da parte della Procura”. Il complotto dei giudici. “Non dico questo. Ma sembra, e sottolineo sembra, ci sia un accanimento. Dovrebbero giudicarne uno, e poi andare avanti”. Ma i reati sono diversi, non è un unico faldone. “Insomma, non si possono lasciare i cittadini così. Parlo di tutti i cittadini”.

Lara Comi: “Non c’è nulla di vero in quelle carte”. Ne è certa. “Le spiego il motivo della reazione di Formigoni. Sono garantista fino alla sentenza definitiva”. Allora il Celeste può stare tranquillo. “Noi abbiamo proposto la riforma della Giustizia, la sinistra l’ha strumentalizzata su Berlusconi”.