Caterina Perniconi, Il Fatto Quotidiano 27/7/2012, 27 luglio 2012
IL GOVERNO MONTI CI METTE I SOLDI: “RIAPRIRE SUBITO”
336 MILIONI IN UN PROTOCOLLO URGENTE VARATO DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE–
È SERVITO un atto della magistratura perché da Roma arrivasse un intervento urgente “di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto” quantificabile in 336 milioni di euro. A firmarlo il ministro dell’Ambiente Corrado Clini con le istituzioni locali e i sindacati, mentre l’attuazione del protocollo è affidata a una cabina di regia coordinata dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. “L’auspicio è che al primo giudice possa seguire uno che ne dia un giudizio diverso al riesame – ha dichiarato il governatore, che ha annullato tutti i suoi impegni per andare a Taranto – perché il sequestro dell’area a caldo e del parco minerali va letto puntualmente: non significa automaticamente lo spegnimento della fabbrica”. Dello stesso parere anche il ministro dell’Ambiente : “Chiederò che il provvedimento di riesame avvenga con la massima urgenza – ha detto Clini – abbiamo rastrellato queste risorse in una situazione di enorme penuria ma sono solo l’inizio di un ciclo che porterà risorse molto più cospicue: lo Stato e gli enti locali stanno dando un segnale di serietà, speriamo di poter dare pesto speranza di vita alla fabbrica”. Il protocollo è stato firmato anche dal ministro dello Sviluppo economico, che ha lanciato un allarme: “Il rischio di interruzione produttiva sarebbe pericolosissimo – ha detto Corrado Passera – bisogna fare tutto, tutti”. Il destino economico di 20 mila famiglie (l’80% dei dipendenti è compreso in una fascia di età tra i 20 e i 39 anni) è legato a doppio filo con quello della loro salute. “È una terapia d’urto per sanare una malattia nata 52 anni fa – secondo il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno – oggi abbiamo la certezza di un’azione per attuare il diritto alla salute e allo stesso tempo riportare il diritto al lavoro”.
LA CRISI ha centrato l’attenzione dei sindacati e della politica sulla salvaguardia del lavoro dei 12 mila addetti dell’Ilva. “Cgil, Cisl e Uil sono a fianco di tutti i lavoratori coinvolti, sia diretti che dell’indotto, in quanto il diritto al lavoro, pur nel rispetto delle prerogative della magistratura, non può essere messo in discussione” hanno scritto in una nota congiunta Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. “La drammatica situazione occupazionale dell’Ilva di Taranto rischia di compromettere anche gli altri siti di Genova e Novi Ligure – hanno spiegato i tre leader sindacali – e la produzione di acciaio nel nostro paese è indispensabile per tutelare il sistema produttivo italiano”. E se per il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, “è decisivo che nel contesto delle iniziative della magistratura sia possibile mantenere l’attività produttiva e l’occupazione del più grande stabilimento siderurgico d’Europa”, il vicepresidente della Camera, il pidiellino Maurizio Lupi, chiede che “tutte le forze politiche si impegnino al fianco del governo e degli enti locali, per trovare nel più breve tempo possibile una soluzione che abbia come primo obiettivo quello di garantire l’impiego degli operai”. Che da ieri sono in sciopero a oltranza