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 2012  luglio 26 Giovedì calendario

«CHE FREGATURA IL BEL TENEBROSO»

Parlandole, ti accorgi subito che Lunetta Savino è una donna speciale. Un misto di dolcezza e di determinazione, di comicità e di malinconia. Molto conosciuta (e molto amata) dal grande pubblico per il ruolo di Cettina Gargiulo nella fiction tv «Un medico in famiglia», Lunetta ha in realtà alle spalle una più che solida carriera di cinema e di teatro.
Proprio al teatro, racconta, è legato il ricordo del suo primo amore, «bello e tormentato», con un giovane attore conosciuto su un palcoscenico di Bari, la città dove è nata e cresciuta.
«Provavamo uno spettacolo un po’ alternativo sull’amore — racconta —, basato più su un’idea visiva del sentimento che sulle parole. C’era una scena in cui lui doveva avvicinarsi a me... In sottofondo una musica di Mahler, che poi ho a lungo cercato senza mai trovarla... Dovevo abbracciarlo, il cuore mi batteva a mille, ricordo ancora il suo profumo mentre mi veniva incontro dicendomi che non mi avrebbe mai lasciato, che saremmo stati sempre insieme». Da come la racconta, sembra che si fosse presa proprio una bella cotta... «Sì, ma non durò a lungo. Poco dopo fece uno spettacolo con un’altra attrice con cui poi partì in tournée». Lei non la prese bene.
«Soffrii molto, come sempre si soffre quando le relazioni finiscono senza un perché. Ma ho dei ricordi bellissimi, e molto vividi. Come quello delle nostre passeggiate sul lungomare di Bari spazzato dal vento, carico del profumo aspro della salsedine. Ripensandoci oggi, credo che la passione che provavo avesse a che fare più con il mio amore per il teatro che con lui, un amore che mi ha fatto poi incappare sempre in attori tenebrosi, sfuggenti... Credo di aver confuso spesso la finzione con la realtà, sognavo qualcosa che potesse tenere insieme le due cose. Oggi naturalmente ho imparato a separare i due piani, una cosa che sembra facile ma non lo è». Continua: «A lungo dopo la sua "sparizione", se capitavo a Bari di passaggio per le vacanze o per trovare i miei, quando lo rincontravo sentivo ancora quel tuffo al cuore...».
Quell’attore le rubò il cuore ma non il primo bacio: «Quella fu tutta un’altra storia». L’attrice racconta di essere stata «un’adolescente molto romantica, anche se forse ad attirarmi era più l’idea dell’amore che non l’amato in sé. Tant’è che mi prendevo sempre delle cotte ma scappavo non appena il pretendente di turno mi faceva capire che gli piacevo». Il primo bacio arriva, dice, tardi. «Avevo già 16 anni, e tutte le mie amiche lo avevano già sperimentato». Devo dire che l’idea del bacio profondo, con la lingua, un po’ mi turbava. Finché un giorno, ai giardinetti di Bari, questo ragazzo che mi corteggiava, uno studente più grande di me, un "fuori sede" che studiava all’Università di Bari, si avvicinò per baciarmi. Risposi al bacio, ma mi lasciò confusa, in un tumulto di sensazioni contrastanti. Non mi sentivo coinvolta, e non lo rividi più. Avevo anche un po’ la sensazione che lui volesse andare "oltre", cosa che io non ero ancora pronta a fare, nonostante venissi da una famiglia molto aperta». Di quei turbamenti la giovane Lunetta parla alla madre, presso cui cerca consiglio. «"Cosa devo fare?" le domandai. Lei mi chiese se ero innamorata: no, non lo ero. "Allora lascia perdere" mi disse».
Questo primo bacio «sperimentale» non fu il solo che l’attrice non avrebbe voluto dare. «Odio tutti i baci cinematografici — confessa —. I primissimi che ho dato erano tutti pessimi, poi con la tecnica sono migliorata». Anche se può non sembrare particolarmente romantico, quei baci appassionati che vediamo sullo schermo sono frutto di tecniche precise. «Bisogna socchiudere la bocca, chiudere gli occhi, lasciare andare la mascella... Purtroppo i baci dati al cinema sono diversi da quelli dati in teatro, sul grande schermo spesso il bacio è in primo piano quindi non si possono fare scherzi, mentre a teatro, dove il pubblico è comunque lontano, si può anche barare. In "California Suite", dove ero in scena con Neri Marcorè, lo spettacolo si chiudeva con lui a letto. Io dovevo andargli sopra e baciarlo, invece gli facevo una gran pernacchia. Massimo Ghini invece è scafatissimo, un baciatore provetto!».
Ci sono attori con cui però potrebbe essere bello fare pratica. «Visti sullo schermo gli attori sono tutti desiderabili, ma nella maggior parte dei casi quando li incontri sono una delusione. A me Al Pacino fa un gran sangue, ma chissà poi com’è di persona. Piuttosto che correre il rischio di rimanere deluse, meglio continuare a sognare».
Laura Zangarini