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 2012  luglio 24 Martedì calendario

ITALIA E SPAGNA AFFONDANO IL PANICO ORA PER ORA

Non c’è una ragione. O forse ce ne sono troppe. Comunque è inutile, in questi giorni d’estate, cercare una logica nel movimento degli investitori, che ieri hanno svenduto titoli di debito italiani e spagnoli, spingendoinaltoglispread(perl’Italia fino a 529, la Spagna ha toccato 642) e in basso le Borse, con Milano che tra tracolli e piccole ripresesièfermataa-2,76percento eMadrid-1,10.Nonèpossibiledare una forma univoca alle paure dei mercati, distinguere tra razionale prudenza e cinica speculazione. Ma si può invece ricostruire il filo della giornata, per ricostruire, se non spiegare, le scelte dei trader.

ORE 9.00

Gli operatori europei iniziano la giornata vedendo l’euro, sulla Borsa di Hong Kong, ai minimi rispetto allo Yen da 12 anni (un euro vale 95 Yen), cioè praticamente da quando esiste. Subito il trend si trasferisce in Europa, dove la moneta unica apre in ribasso rispetto al dollaro, parte da 1,21 e scende. Chi osserva i terminali di Bloomberg nota che sono le banche tedesche a dare il ritmo: fissano rendimenti sempre più alti per i titoli di Stato italiani e spagnoli, cioè spingono gli spread al rialzo. I gruppi bancari di altri Paesi tentennano un po’ (questione di secondi, che nella finanza sono secoli) e poi si adeguano. Il risultato si vede subito: lo spread italiano schizza a 520 punti, la Borsa di Milano si inabissa. Alle 9.30 le agenzie battono la notizia che i principali titoli del listino, quelli del settore finanziario, vengono sospesi per eccesso di ribasso.

ORE 10.00

Apre la Borsa di Atene in leggero calo. La Grecia è al centro dei pensieri di tutti, sui mercati: gli investitori hanno letto sui giornali l’indiscrezione che il Fondo monetario internazionale che sarebbe pronto a bloccare i prestiti che tengono in piedi le finanze elleniche, perché il nuovo governo di Antonin Samaras vuole prendersi altri due anni per rispettare gli impegni presi su rigore e riforme. Il ministro tedesco Wolfgang Schäuble si limita a dire alla Bild: “Se c’è un ritardo la Grecia deve recuperare”. Poche ore dopo un portavoce del ministero delle Finanze dice, in pratica, che la Grecia deve arrangiarsi: se ha bisogno può finanziarsi sul mercato monetario, cioè con finanziamenti a brevissimo termine. Come dire, che devono prepararsi a essere abbandonati dall’Europa. Normale che la Borsa greca sprofondi sempre più giù, mentre l’inquietudine per il ritorno dell’ipotesi default e ritorno alla dracma spaventi tutti.

ORE 12.00

Gli investitori obbediscono al comportamento gregario: se vendono gli altri, vendo anche io. Piazza Affari arriva a perdere oltre il 5 per cento, Atene è già a -7. Interviene Antoine Colombani, il portavoce della Commissione europeapergliAffarieconomici:“La Grecia deve rimanere nell’euro”. E poi aggiunge: “Abbiamo gli strumenti per rispondere agli attacchi speculativi”. I mercati sanno che non è vero. Ma la notizia di un incontroadue,aBruxelles,trailpresidente della Commissione Ue JoséBarrosoeilpresidentedellaBce Mario Draghi lascia sperare che qualcosa di grosso sia pronto. Non è così: “Solo un incontro di routine”, precisano i portavoce. Le parole di Draghi a Le Monde sabato – “l’euro è irreversibile” – paiono soltanto un auspicio, più che una dichiarazione di intenti.

ORE 15.00

La Consob di Giuseppe Vegas ricorre a una misura non molto efficace, ma dal forte valore simbolico: per tutta la settimana sono vietate le vendite allo scoperto, quelle fatte da chi si impegna a consegnare a una certa scadenza un titolo che ancora non possiede, scommettendo sul ribasso del prezzo. La scelta probabilmente è concordata con Madrid, perché anche la Cnmv, autorità che vigila sulla Borsa iberica, blocca le venditealloscoperto.Pertremesi.Un parallelismo che alimenta l’idea che l’Italia sarà la prossima Spagna. La Banca centrale tedesca, la Bundesbank, che incarna l’anima più intransigente della cultura finanziaria tedesca avverte che chi vuole restare nell’euro deve adottare “una politica economica e finanziaria responsabile”. Oppure se ne può anche andare. Gli spagnoli, quasi a voler confermare gli stereotipi sulla loro scarsa propensione al duro lavoro, annunciano che il piano per ripulire i bilanci delle banche dai crediti inesigibili partirà a novembre, con una bad bank che forse potrà contare sul sostegno della Bce. Novembre è lontanissimo, chissà se l’euro ci sarà ancora. Nel frattempo anche lo Stato spagnolo potrebbe aver fatto ricorso al fondo Efsf per avere finanziamenti ed evitare il default. Eventualità che tutti, sui mercati, aspettano a giorni.

ORE 17.00

Ci mancava soltanto una cosa a peggiorare la situazione: Lch Clearnet, la principale piattaforma di scambio titoli, annuncia un aumento dei margini per chi scambia buoni del Tesoro italiani o spagnoli. Per l’Italia si passa da 8,3 a 9,5 per cento. Tradotto: da un giorno all’altro il debito italiano e spagnolo diventa più rischioso e chi vuole commerciarlo deve dare maggiori garanzie agli intermediari perché non si sa mai quello che può succedere. Scende quindi la liquidità di questi titoli, ancora meno attraenti di ieri. Ma l’effetto della decisione di Lch Clearnet si sentirà soltanto questa mattina. A novembre la stessa misura aveva contribuito a spingere lo spread a 575 punti e alla caduta di Silvio Berlusconi.