Ferruccio Sansa, il Fatto Quotidiano 21/7/2012, 21 luglio 2012
LA RAPINA DELL’EURIBOR
Trani contro Golia. Contro i giganti della finanza, i padroni dell’Euribor e del Libor. Il fascicolo è aperto nell’ufficio del pm pugliese Michele Ruggiero. In quella Procura minuscola, poche stanze affacciate su una delle piazze più belle del mondo, davanti alla cattedrale di Trani. Pare quasi una vicenda fatta apposta per diventare simbolo. Ma le accuse sono serissime: truffa aggravata e manipolazione dei mercati. Per adesso contro ignoti. Tutto nasce da un esposto presentato da Adusbef e Federconsumatori. Che raccontano: “Il magistrato ha delegato la Guardia di Finanza perché acquisisca i documenti. Non solo: ha costituito un pool di esperti indipendenti per accertare le gravissime manipolazioni dei tassi Euribor, quelli che hanno prodotto danni ai mutua-tari italiani stimati in almeno 3 miliardi di euro. La pena prevista per i reati di manipolazione dei mercati è di 12 anni di carcere”.
Qualcuno forse sorriderà di fronte all’ennesima mission impossible partita dalla minuscola procura di Trani, da questo pm dai modi cordiali, che magari arriva in ufficio in bicicletta. E, guarda un po’, si è messo in testa di combattere i mostri sacri della finanza. “Il pm Ruggiero – controbattono Adusbef e Federconsumatori – è uno dei magistrati italiani più preparati ed esperti in reati finanziari”.
IL FASCICOLO sull’Euribor è soltanto l’ultimo di una lunga serie di inchieste clamorose partite proprio da qui. “Perché – sostenevano scettici e critici – le inchieste sui colossi dell’economia partono da una cittadina pugliese?”. Semplice, sostengono i pm, esiste la competenza diffusa. Che, in pratica, si radica nella procura dove viene aperto il primo fascicolo. Così ecco che gli esposti delle associazioni dei consumatori, ignorati altrove, hanno invece convinto i magistrati pugliesi. E sono cominciate le inchieste. Un’impostazione, quella del magistrato pugliese, che in molti casi è stata accolta.
Tutto era cominciato quasi per caso, con un’indagine sulle carte di credito “revolving” marcate American Express: l’ipotesi dell’accusa era che fossero praticati tassi usurari sui debiti in mora. Ma dagli atti e dalle intercettazioni ecco emergere uno spaccato dei rapporti tra Berlusconi, l’allora direttore generale della Rai, Mauro Masi, Augusto Minzolini (all’epoca direttore del Tg1), e Giancarlo Innocenzi dell’Agcom. È lo scandalo sulle pressioni del premier per chiudere Annozero che, da un punto di vista penale, si chiude con una richiesta di archiviazione da parte della Procura di Roma (dove l’inchiesta era stata trasferita).
POI È TOCCATO alle carte revolving Barclay’s. Da ultimo sono finite sotto inchiesta le agenzie di rating e i loro giudizi dagli effetti catastrofici per le economie dei paesi in crisi (vedi Spagna e Italia). Così Ruggiero si occupa di Moody’s, Standard&Poor’s e Fitch. Le indagini su Standard&Poor’s si sono concluse pochi giorni fa. Il pm pugliese accusa i cinque indagati di aver messo in atto. Poi c’è il capitolo Moody’s. Secondo Ruggiero gli analisti Robert Abertcomby e Johannes Wassemberg “fornivano intenzionalmente ai mercati informazioni tendenziose, distorte (e come tali falsate)”. Il magistrato ha messo in risalto la “scelta mirata dei tempi” e “l’impiego di tecniche argomentative suggestive, ambigue e foriere di allarme”. Ruggiero sostiene che il rating di Moody’s sul-l’Italia, diffuso il 6 maggio scorso a mercati aperti, ha suggerito “intenzionalmente” agli operatori finanziari “una relazione tra il rischio Grecia e la rischiosità delle banche italiane (…): relazione e rischiosità a quella data inesistenti e tuttavia proprio in diretta conseguenza dell’annuncio percepite come realmente esistenti”. Adesso si attende la chiusura delle indagini su Fitch. Se si arrivasse al processo, già si annunciano richieste di risarcimento miliardarie: “I danni causati dalle valutazioni delle “tre sorelle del rating” al sistema Italia – sostengono le associazioni dei consumatori – sarebbero quantificabili in 120 miliardi”.