Marco A. Capisani, ItaliaOggi 26/7/2012; Marco A. Capisani, ItaliaOggi 27/7/2012, 26 luglio 2012
[4 pezzi sull’editoria, Conde’nast e cali in Espresso, Mondadori e gruppo Caltagirone in rosso] Condé Nast, Verdelli si dimette (26/7) Carlo Verdelli lascerà a fine mese la carica di executive vice president editorial and communication di Condé Nast Italia, ossia di braccio destro del presidente e a
[4 pezzi sull’editoria, Conde’nast e cali in Espresso, Mondadori e gruppo Caltagirone in rosso] Condé Nast, Verdelli si dimette (26/7) Carlo Verdelli lascerà a fine mese la carica di executive vice president editorial and communication di Condé Nast Italia, ossia di braccio destro del presidente e a.d. Giampaolo Grandi. Resterà però nel cda della casa editrice milanese di piazza Castello e affiancherà ancora Grandi nell’Editorial advisory board, creato per tutelare la qualità delle testate e crearne di nuove. Si agitano così ancora di più le acque in cui naviga Condé Nast Italia, che prevede nuovi tagli per contenere i costi generali e, in particolar modo, quelli del personale. Di recente, ha anche abortito il progetto di un nuovo familiare-televisivo affidato a Raffaella Finzi, ma bocciato dalla casa madre americana dopo averne esaminato alcuni numeri zero. Al momento, a fare le spese dei primi tagli sono perlopiù le firme giornalistiche di prestigio (quelle con uno stipendio maggiore): prima fra tutte Michela Gattermayer, vicedirettore di Vanity Fair con delega su moda, costume e immagini che sconta anche rapporti poco sereni prima con la redazione e, successivamente, pure con la direzione. In uscita c’è anche Marco De Martino, approdato alla vicedirezione del settimanale diretto da Luca Dini dalla vicedirezione di Wired, mensile sempre pubblicato da Condé Nast Italia. A rischio potrebbero esserci infine lo stesso direttore di Vanity Fair Dini e quello di Gq, Gabriele Romagnoli. I tagli riguardano infine venti tra dirigenti e agenti, hanno già coinvolto singoli responsabili della pubblicità di alcune testate e hanno portato alla riduzione dei compensi (circa del 15%) per tutti i collaboratori della casa editrice. A preoccupare l’a.d. Grandi e i vertici di Condé Nast Stati Uniti sono il calo della raccolta pubblicitaria e quello delle vendite, a partire da Vanity Fair. Su quest’ultimo fronte, per esempio, la diffusione media di Vanity Fair è scesa a 239,5 mila copie e quella di Gq a quota 67,9 mila copie, secondo le nuove rilevazioni Ads. L’ultimo esercizio di Condé Nast si è chiuso con un utile netto di 13,7 milioni, giù del 5,5% (vedere ItaliaOggi del 6/6/2012) I ricavi son cresciuti del 3% per 185,8 milioni di euro, con quelli diffusionali per 30,3 milioni su del 2,2% e quelli pubblicitari a quota 149,9 milioni di euro, dai precedenti 145,5 mln, su del 3%. Ai 4,4 milioni di differenza, però, la stampa ha contribuito solo per 0,7 milioni mentre il web ha portato i restanti 3,7 milioni di euro. *** Gruppo Espresso, utile giù del 33% Pubblicità a -8,5%, collaterali -37%. Tengono le vendite (-1,6%) di Marco A. Capisani (26/7)– Il gruppo Espresso archivia il primo semestre dell’anno con un utile che scende a 21,2 milioni, in calo del 32,7%. Soffre il fatturato pari a 419,8 milioni (-8,2%), a causa dell’andamento dei collaterali e della raccolta pubblicitaria. Se infatti i ricavi diffusionali da 127,1 mln contraggono di un contenuto 1,6%, sono quelli pubblicitari a scendere dell’8,5% a quota 251,1 mln e quelli generati dai prodotti opzionali a calare del 37,3% sulla soglia dei 25,6 mln. È così che l’ebitda di 60,8 mln arretra del 25,4%, l’ebit di 42,1 mln del 33,2%. Sono questi i principali risultati registrati dal gruppo presieduto da Carlo De Benedetti nei primi sei mesi del 2012 così come approvati ieri dal cda che, pur a fronte delle «difficoltà registrate a livello settoriale nel primo semestre e destinate a perdurare, in particolare sulla raccolta pubblicitaria», prevede comunque di raggiungere a fine anno «un risultato positivo», anche se «in sensibile riduzione rispetto al 2011». A livello di fatturato, in particolare, i ricavi complessivi (-8,2%) sono influenzati negativamente sia dalla diminuzione dei collaterali (-37,3%), che a loro volta risentono di un confronto sfavorevole col primo semestre 2011 e della crisi generale dei consumi, sia dalla raccolta pubblicitaria con la stampa a -12,6% e la radio a -5%, registrando però un complessivo -8,5% rispetto al -9,5% del mercato a maggio. A controbilanciare c’è di nuovo il web, su del 13,2%. Tengono i ricavi diffusionali (-1,6%), beneficiando anche dell’aumento del prezzo di vendita dei quotidiani, mentre aumentano i ricavi diversi (+20%, pari a 16 milioni di euro), sostenuti dall’affitto a terzi di banda larga digitale terrestre tv e alla crescita degli abbonamenti ai prodotti digitali. I costi totali si riducono del 4,2% per effetto dei nuovi piani di riduzione dell’organico e delle spese, iniziati nel 2011. Il numero di dipendenti del gruppo guidato dall’a.d. Monica Mondardini, inclusi i contratti a termine, diminuisce infatti del 4,8% rispetto al primo semestre 2011 e, in confronto alla fine dell’anno scorso, di 41 unità. Per un ulteriore contenimento dei costi, fanno sapere dalla casa editrice del settimanale l’Espresso e del quotidiano la Repubblica, il gruppo sarà «nuovamente impegnato in interventi di salvaguardia della propria economicità, nel breve e medio termine». La diminuzione delle inserzioni su stampa e radio e, con peso paritetico, quella dei ricavi dei prodotti opzionali hanno influito quindi sull’ebitda (-25,4%, pari a 60,8 mln) che alla fine del primo trimestre era pari a 29,6 milioni con un’incidenza sul fatturato del 14,3% (un valore di redditività maggiore rispetto ai concorrenti del settore). Complessivamente, la posizione finanziaria netta del gruppo passa dai precedenti -150,7 mln dei primi sei mesi del 2011 agli attuali -147,1 mln, «tenendo conto di dividendi per 25 mln e di acquisti di azioni proprie per 1,2 mln». Per quanto riguarda, infine, la sentenza n. 64/9/12 della Commissione tributaria regionale (Ctr) di Roma (vedere ItaliaOggi del 24/5/2012), il gruppo editoriale guidato dall’a.d. Mondardini ha presentato ricorso in Cassazione lo scorso 27 giugno e ottenuto dalla stessa Ctr, il 19 luglio 2012, la sospensione dell’esecuzione del pagamento di imposte su plusvalenze non dichiarate per un importo pari a oltre 440 miliardi delle vecchie lire, a cui si aggiungono altri costi ripresi a tassazione per circa 14 miliardi di lire. Ieri il titolo ha chiuso in Borsa a +0,5%. *** Mondadori, l’utile giù del 67% Ricavi a -8,5%, pubblicità -18,3%. Redditività 2012 in calo Diminuisce del 67% l’utile netto di Mondadori nei primi sei mesi del 2012, pari a 7,5 milioni di euro. Sui ricavi di 676,2 milioni (-8,5% e -11,1% a perimetro omogeneo) pesano gli investimenti pubblicitari in calo, le vendite più basse, mentre sull’ebitda di 36 milioni (-39%) incidono anche minori plusvalenze e maggiori costi per la ristrutturazione organizzativa. L’ebit è a -50,3% per 23,8 mln, l’utile ante-imposte a -58,4% per 15,6, pur a fronte di un miglioramento degli oneri finanziari di 2,2 mln (pari a 8,2 mln). La posizione finanziaria netta passa dai -335,4 mln a fine 2011 agli attuali -370 mln. In occasione dell’approvazione della semestrale, la casa editrice presieduta da Marina Berlusconi ha annunciato ieri ulteriori piani per contenere i costi e, soprattutto, che «è prevedibile» non raggiungere nei prossimi mesi «i livelli di redditività operativa dell’esercizio passato. Per Mondadori», hanno precisato da Segrate, «risultano prioritarie le azioni di consolidamento delle attività internazionali, anche attraverso partnership, e lo sviluppo delle attività digitali». Intanto, l’organico del gruppo guidato dal vicepresidente e a.d. Maurizio Costa si è ridotto di 51 unità (-1,3%), rispetto al primo semestre 2011. I costi del personale crescono del 3,1% ma, a perimetro omogeneo, si ridurrebbero del 3%. In un’ottica di razionalizzazione societaria, poi, Mondadori International verrà fusa per incorporazione in Arnoldo Mondadori Editore, ma prima le sue attività internazionali (comprese quelle di licensing) verranno riunite in una newco. Settore per settore di attività, i ricavi dei periodici in Italia sono pari a 209,9 mln, in flessione del 15,3% con un fatturato diffusionale a -9,9% (penalizzato sia nell’edicola sia negli abbonamenti) e quello pubblicitario a -17,6% (che sconta tra gli altri la temporanea sospensione di Flair e la chiusura di Economy). Giù del 23,6%, in particolare, i ricavi dei collaterali. Tra Donnamoderna.com, Grazia.it, Panorama.it e Panoramauto.it, invece, i siti dei periodici hanno il segno positivo sulle inserzioni (+29%). L’area libri, invece, tocca quota 144,6 mln di ricavi (-13,4%), mentre ebitda ed ebit «registrano una flessione, con un miglioramento nel secondo trimestre grazie anche al contenimento dei costi e proventi non ricorrenti». Sul fronte di Mondadori Pubblicità, che raccoglie sia per la casa editrice di Segrate sia per editori terzi, i ricavi si contraggono del 18,3%, con le campagne promozionali sui periodici Mondadori in Italia in diminuzione del 18,3%. Tenendo conto anche dei budget di testate in joint-venture o di editori terzi, la variazione negativa è del 23,4%. «Alla diminuzione dei ricavi hanno contribuito in egual misura settimanali e mensili», hanno aggiunto da Mondadori. «I ricavi sul mezzo radio hanno registrato una flessione del 2,9%». Sempre nel settore radio, in particolare, R101 ha attirato investimenti per 7,6 mln (-7,3%). Mentre il web curato da Mediamond vede crescere i ricavi del 65%, grazie a 32 siti verticali e 12 milioni di utenti unici. Mondadori può comunque contare sull’estero, Oltralpe soprattutto: Mondadori France registra nel primo semestre dell’anno in corso un fatturato da 193,6 milioni, su del 12,3%. L’ebitda è pari a 20 milioni di euro (+7,3%). In Francia, le vendite in edicola calano del 4,4% contro una media del mercato a -5,3%, si consolidano gli abbonamenti (+1,5%) arrivando a rappresentare il 33,6% dei ricavi complessivi di Mondadori France. A livello di testate, se Grazia ha raggiunto le 187 mila copie (+3,3%), sono state lanciate pure le nuove versioni di Biba, Modes & Travaux e Auto Journal. Sempre Oltralpe, i ricavi pubblicitari online aumentano del 25%. Ampliando la visuale geografica alle attività internazionali del gruppo guidato dall’a.d. Costa, il fatturato cresce fino a toccare quota 80 milioni, sostenuto perlopiù dalle venti edizioni estere di Grazia. Buoni risultati per Grazia, in particolare, non solo in Francia ma anche in Germania, Gran Bretagna e Russia (quest’ultima con inserzioni in aumento del 66%). Complessivamente, le venti edizioni valgono, in pubblicità raccolta sul mercato italiano da Mondadori, 3,1 milioni di euro (+27%). In calo, infine, l’area direct con un giro d’affari da 113,1 milioni, giù dell’11,6%, a causa della chiusura di alcuni punti vendita nel retail, della riduzione degli investimenti delle aziende nel direct marketing e, nell’e-commerce, visto il clima contingente del mercato. Ieri il titolo ha chiuso in Borsa a +0,78%. *** Caltagirone ed., rosso di 11,4 mln (27/7) Caltagirone editore chiude il primo semestre 2012 in perdita di 11,4 milioni. Nei primi sei mesi dell’anno scorso, l’utile registrato era di 2,3 milioni di euro. Al 30 giugno 2012, i ricavi sono diminuiti del 12,8%, pari a 101,4 milioni, contro una contrazione dei costi di un contenuto 0,6%. Ne risente così l’ebitda, negativo per 7,4 milioni di euro e da confrontare con lo stesso dato positivo per 6,8 milioni nel 2011. L’ebit è pari a -12,9 milioni, al netto di ammortamenti, svalutazioni e accantonamenti, rispetto ai precedenti 763 mila euro in positivo. La posizione finanziaria netta è pari a 167 milioni di euro e si riduce di circa 13,7 milioni. Sono questi i dati principali registrati da Caltagirone editore nei primi sei mesi dell’anno in corso, così come approvati ieri dal cda presieduto da Francesco Gaetano Caltagirone. In particolare, i ricavi diminuiscono soprattutto a causa dei minori investimenti pubblicitari, in calo del 18,7%. Internet raccoglie invece il 23,9% in più, ma «i volumi di tale settore non sono ancora significativi rispetto al fatturato pubblicitario complessivo», hanno fatto sapere dalla casa editrice tra gli altri del Messaggero, Mattino di Napoli, Gazzettino del Nordest e il quotidiano gratuito Leggo. I ricavi diffusionali calano del 2,8%, non avendo ancora «applicato l’aumento di prezzo di vendita posto in essere da quasi tutti i principali concorrenti». Di contro, sul fronte dei costi, l’aumento complessivo è dettato da quello della carta (+3,2%). Il costo del personale è salito del 5,4% «per effetto di oneri non strutturali legati ai piani di riorganizzazione posti in essere in alcune società del gruppo», hanno sottolineato da Caltagirone editore. Per i prossimi mesi, la casa editrice continuerà ad «attuare una rigorosa politica di controllo e riduzione dei costi». Tra le novità in vista (vedere ItaliaOggi del 1/6/2012), è previsto dopo l’estate il restyling grafico del Messaggero, che ha già rinnovato il suo sito web www.ilmessaggero.it.