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 2012  luglio 26 Giovedì calendario

RICCHI: 53

mln$
A Londra per un pugno di gloria il record dei paperoni olimpici da Giochi–

Paperone non abita qui. Sui balconi del villaggio sventola il bucato, qualcuno sulla sdraio prende il sole. Però non cercate la preziosa lingerie di Maria appesa a un filo al vento né l’elegantissima polo bianca di Roger sporcarsi all’aria. Miss Sharapova preferisce il
laundry service
del suo albergo cinque stelle, mister Federer l’asettica efficacia della corte operosa
nella sua villetta a Wimbledon. Eppure i ricchi dello sport, gli Irraggiungibili da milioni di dollari l’anno, vengono alle Olimpiadi più di prima. Anzi: come mai prima. Vengono a giocare contro i signori nessuno, a mischiarsi con loro in questa riserva purissima un tempo destinata ai soli dilettanti. Schiacciano facoltosi a canestro o piazzano le loro ricchissime volée a un passo dalla riga, forse per tornare quello che sono stati, per riprendersi ed esibire quel piacere oscurato dai dollari negli altri 4 anni.
Non sono i Giochi ad aver bisogno degli assi con il bancomat, ma il contrario. Perché mai Ronaldinho o Beckham avrebbero tanto sudato per esserci, senza farcela? Per poter dire d’esserci stati. Per viverlo. Per raccontarlo. Per misurare se stessi senza la solita ossessione di dover mostrare l’estratto conto. È questa l’Olimpiade
più
upper class
della storia, aperta al maggior numero di remuneratissime celebrità. Undici atleti guadagnano più di 15 milioni di dollari all’anno. Manco una carriera intera per certi maratoneti africani, per un pallavolista di
provincia italiano, per un judoka qualsiasi. Ma il record di Londra ha il respiro corto. Nel 2016 sarà spazzato via nella Rio festosa, lasciva e promiscua: in programma entrerà il golf, e dunque il mito sgualcito di Tiger Woods, 59,4 milioni
di dollari di cui 55 dallo sponsor che non l’ha abbandonato dopo i guai extraconiugali (Nike).
Perciò a LeBron James conviene goderselo tutto adesso, il primato di riccone di Londra. Dai bassifondi di Akron, in Ohio, l’ala
piccola dei Miami Heat, oro a Pechino nel 2008, è il Prescelto anche per salario di questi Giochi: 53 milioni di dollari in busta paga, quasi tutti (40) dai marchi che si porta addosso (Nike, McDonald’s, Coca-Cola). La sua nuova
villa a Coconut Grove vale 9 milioni di dollari, vista mare da sei stanze da letto, otto bagni e mezzo (?), una cucina con due lavastoviglie e due frigo, due lavatrici, due asciugatori, una cantina, un teatro con sedie in pelle, un garage per tre auto, camera per gli ospiti e un porto per lo yacht.
Villaggione. Ma il Dream Team americano è così: unico tra gli altri. Da Barcellona ‘92 non ha smesso di essere americano: uguale eppure sublime nel suo essere pop. Innamorato delle Olimpiadi, inchiodato a quello spirito eppure avulso, come solo gli americani possono fare. Erano all’hotel Le Meridien in Spagna Larry Bird, Magic Johnson, Michael Jordan e gli altri, da allora non hanno smesso di essere dentro al Gioco, stelle che lasciano la polvere agli altri. A Londra quel loro vintage di lusso ha i nomi anche di Bryant, Paul, Durant: insieme 151 milioni di dollari. Poi c’è il re di questa erba verde che sono bei verdoni per Roger Federer, secondo olimpionico nella lista degli abbienti (52,7 milioni di dollari), uno svizzero cui la promiscuità delle mense, dei letti singoli non deve andare a genio ma che all’Olimpiade tiene eccome, puntualmente. D’altra parte neanche la corrispettiva di lusso Sharapova, quarta a Londra con i suoi 27,9 milioni, rinuncia al lustro. Pari opportunità manco a parlarne, Maria è sola qui in cima insieme alla collega cinese Li Na. Non è dato sapere quanto guadagni a cavallo Zara Phillips, nipote della regina, però dorme al villaggio. Anche i ricchi giocano, specie se sono inglesi.
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L’atleta, tra quelli che parteciperanno ai Giochi di Londra, che guadagna di più è LeBron James, 27 anni, stella Nba dei Miami Heat e del Dream Team Usa di basket con 53 milioni di dollari: 13 sono assicurati dall’ingaggio, altri 40 dai suoi numerosi sponsor personali, tra cui Nike, McDonald’s e Coca-Cola