http://diversamenteaff-abile.gazzetta.it/2012/06/26/istruzioni-per-luso/#.UBBWSCYJzFs.facebook, 25 luglio 2012
Non è facile per nessuno fare i “conti” quotidianamente con Sua Molestia. Non è facile fare la tara a tutto, alle proprie forze, a quelle di chi ci sta accanto, al clima, allo stress, alla fatica, alle delusioni, agli imbecilli di cui il mondo pullula, non è facile immaginare cosa ci sarà dietro l’angolo domani o dopodomani
Non è facile per nessuno fare i “conti” quotidianamente con Sua Molestia. Non è facile fare la tara a tutto, alle proprie forze, a quelle di chi ci sta accanto, al clima, allo stress, alla fatica, alle delusioni, agli imbecilli di cui il mondo pullula, non è facile immaginare cosa ci sarà dietro l’angolo domani o dopodomani. Lo sappiamo e l’ho già detto mille volte: Sua Molestia è dispotica, imprevedibile, mutevole, capricciosa e variabile da persona a persona. Non vuole rendere conto a nessuno e non prevede istruzioni per l’uso. Mi ha lasciato in pace per tanti anni. Già ai tempi del liceo era lì, accanto a me, ma dormiva. Due figli, l’università, il lavoro, due mariti, alcune dolorosissime morti di persone a me care. Ma lei non si svegliava nemmeno con le cannonate. Poi nel 1993, è successo: si è svegliata e ha fatto uno sbadiglio talmente rumoroso che, finalmente, se ne sono accorti tutti, soprattutto i medici che era lì. Allora, visto che tutti la guardavano, si è fatta ancor più notare, dandosi molte arie. Sostanzialmente, però, mi ha accompagnato senza particolari fragori fino al 2000. Credevo, credevamo di aver trovato un equilibrio, quando ha cominciato a rivoltarsi, a rispondermi male, a guardar male chi mi stava intorno. Mi sono spaventata ma ho continuato a far finta di nulla, portandomela addosso spavaldamente, come un tempo le signore si portavano sulle spalle le stole di volpi. Stupida! Piano piano, senza quasi accorgermene, sono entrata nel panico. E piano piano Sua Molestia ha preso spazio, togliendone alla mia autonomia. Non sul lavoro, perchè Sua Molestia non mi ha mai impedito di farlo. La radio, per esempio, dove oggettivamente non mi sono mai risparmiata, e ho sempre lavorato il doppio di quello che avrei potuto e dovuto. Certamente sarebbero stati guai seri se avessi fatto l’indossatrice o la speleologa. Per sintetizzare: nel Natale 2000 ho fatto la mia ultima sciata “storta” su una pista di neve, nel Natale 2004 ho smesso di andare in motorino, nel Natale 2007 ho cominciato a camminare con il bastone, nel Natale 2009 ad uscire con la seggiolina superleggera, nel Natale 2011 a camminare con il bastone dentro casa ecc.ecc. Sono fortunata perchè Sua Molestia con me è andata piano, mi ha dato il tempo di “digerire” la sua orribile presenza. Con altri è veloce come un serpente a sonagli. Non lascia il tempo per metabolizzare, accettare, riflettere. Non esistono istruzioni per l’uso con Sua Molestia, lo ripeto, ma quando procede spedita non darebbe nemmeno il tempo di leggerle. Silvia ha lasciato recentemente un commento poco “affabile” a un mio post del 28 aprile scorso. Ecco le parole di Silvia: “Ennò Fiamma questo non me lo dovevi fare! Questo buonismo e retorica sulla malattia che non ci ha tolto niente, che non ci impedisce di fare, o perchè abbiamo fatto prima o perchè abbiamo capito che le cose imprtanti sono altre. Adesso sono io che sono indignata…perchè DIPENDE, TUTTO DIPENDE…da quando ti ammali, a quale età, che tipo di forma ti prende…sono troppe le variabili per poter dire che si sono potute fare tante cose, che l’importante è pedalare, rialzarsi, stare a galla. Sti cazzi, l’importante è non cadere! Io personalmente mi sono ammalata a 35 anni e da due anni non ho tregua, ricadute, terapie che non funzionano altre che si provano in attesa…non di guarire ovviamente ma almeno di fermare. E sapete a me cosa mi ha tolto la malattia…la possibilità di un figlio…questa è la cosa più triste, e credo che basti. Poi me ne sta togliendo tante altre, camminare (e non dico fare maratone) ma dico arrivare alla fermata dell’autobus, fare un giretto, mi ha tolto autonomia, mi ha tolto speranza e fiducia nella vita e nel futuro. Scusate ma dovevo dirlo.” Cara Silvia, comprendo il tuo stato d’animo e ti abbraccio davvero. Ma cerca, per quanto sta in te, di tenere la barra del timone. La rabbia è la miglior amica di Sua Molestia… E poi considera che in Cina e in India si stanno molto dedicando alla ricerca. Sono popolazioni dotate di intelligenza e fantasia, sono numericamente 4/5 volte superiori alla somma dei pochi Paesi Occidentali che hanno fatto significativa ricerca nel scorso secolo, e il livello di diffusione della loro istruzione è molto superiore a quello che avevamo noi qualche decennio fa. Ritengo che convenga sperare e considerare quello che hai o che potrai avere, e non quello che hai perso, anche se è tantissimo. So che non è facile, ma bisogna riuscirci. Credimi Silvia, non esiste un libretto d’istruzioni che valga per tutti. Ma un consiglio sento di potertelo dare: continua a tenere la barra del timone, anche se scotta terribilmente. Fai in modo di non lasciarla. Quando sono entrata nel panico e l’ho mollata, ho peggiorato la situazione e ho perso una parte fondamentale di me. Ma questa è un’altra storia…