Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  luglio 25 Mercoledì calendario

Il villaggio che fa una colletta per aiutare l’assassino a pagare i danni alla famiglia della vittima è una notizia

Il villaggio che fa una colletta per aiutare l’assassino a pagare i danni alla famiglia della vittima è una notizia. Però non la si apprezza come merita se non la si ambienta. Tutto si svolge a Vezet, 180 abitanti nel dipartimento della Haute-Saône, grosso modo verso il confine con la Svizzera. È la Francia profonda, rurale e ruspante. Vista da lì, Parigi con la sua sofisticazione e la sua frenesia potrebbe anche essere sulla luna. Siamo in pieno Maupassant, o anche Simenon quando il commissario Maigret va a indagare in provincia. Il fattaccio risale a quattro anni fa. L’omicida si chiama Charles Beau, elettricista, 36 anni, sposato e padre di famiglia. La vittima, Frédéric Badet detto «Fil di ferro», che quando è morto di anni ne aveva 35 ma, mentalmente, ne dimostrava 14, minorato mentale all’80%. Ed era il terrore del villaggio: furti, scherzi pesanti, molestie alle donne. Quel brutto giorno del 2008, Beau sorprese Badet mentre scassinava un capanno. Ci fu una rissa. Come sia andata con precisione non è chiaro, fatto sta che Badet finì per impalarsi sul coltello di Beau. Per i giudici, fu «una violenza volontaria che ha causato la morte senza intenzione di darla». In primo grado, nell’aprile 2011, il tribunale di Vesoul condannò Beau a cinque anni di cui quattro con la condizionale. In gennaio, la corte d’appello di Digione gli ha ridotto la pena a un anno solo, ma con l’aggiunta di 80 mila euro di danni e interessi da pagare alla famiglia di Badet. L’elettricista l’anno di galera l’ha già scontato e adesso è libero. Fin qui la vicenda giudiziaria. Il villaggio, però, ha preso le parti del colpevole. All’epoca del primo processo, mezzo paese fece il viaggio a Vesoul per essergli vicino. Adesso, tutti si mobilitano per aiutarlo a pagare. Anche i nomi sono incredibili. L’elettricista si è trasferito da Vezet nel paesello vicino, che si chiama Bucey-lès-Gy e la corale di Bucey eccetera, la «T’huits Printemps», ha cambiato apposta lo statuto per inserirci come ragione sociale anche la reinserimento delle persone in difficoltà. L’unico da reinserire è appunto Beau. E allora ecco che i coristi organizzano vendite di torrone, tombole (una) e lotterie (due) per raccogliere soldi per un assassino che è visto piuttosto come un liberatore: «Badet? Ci terrorizzava». Il sindaco la pensa allo stesso modo perché ha deliberato un aiuto di mille euro e il Consiglio comunale l’ha votato all’unanimità. La mamma di Badet, che porta il lutto stretto e la foto del figlio appesa al collo in un medaglione (Maupassant, appunto), ovviamente non ci sta e si sfoga con il «Parisien»: «Mio figlio è morto, non lo vedrò più, mentre monsieur Beau, che è un omicida, è libero e sostenuto da tutta Vezet». Tanto più che finora i Badet non hanno visto un centesimo: «Ma non corriamo dietro ai soldi. Io, volevo che Beau restasse in galera». E invece è diventato l’idolo del villaggio.