Alberto Mattioli, la Stampa 24/7/2012, 24 luglio 2012
RISCHIO BORSEGGIO ALL’OMBRA DELLA GIOCONDA
Quando siete davanti alla Gioconda tenete gli occhi aperti e gli zaini chiusi. Guai a cedere alla sindrome di Stendhaloall’abbioccosuidivanetti.UnavisitaalLouvre è la festa dell’arte ma anche dei borseggiatori, in maggioranza ragazzini dell’Est. La novità è che una volta lavoravano sui turisti in coda per entrare, adesso su quelli già entrati. Comprano il loro bravo biglietto e poi inizia la caccia. La selvagginanonmanca.SecondositopiùvisitatodiParigidopola Tour Eiffel, d’estate il Louvre viaggia su una media di 40 mila ingressi al giorno. E la marcia dei 40 mila finisce sempre lì: tutti vogliono vedere le stesse opere, quindi davanti alla Gioconda o alla Venere di Milo sembra di essere nella metropolitana di Tokyo all’ora di punta. Con l’aggravante che ci sono anche i «pickpockets», così agguerriti che il Museo ha dovuto sistemare i cartelli con gli avvertimenti in dieci lingue anche dentro le austere sale, dove non sono un bel vedere. Il record, pare, è stato toccato il 12 luglio: al giro serale, i custodi hanno recuperato 56 portafogli, ovviamente vuoti. Il Museo invita a non esagerare con l’allarme, però annuncia rinforzi. Il problema è che le guardie giurate non possono arrestare nessuno e, quando ci riesce la polizia, i baby-borseggiatori sanno che saranno liberati dopo poche ore. Quindi, colpiti da un’inarrestabile passione per l’arte, tornano subito al Louvre. Giocondi.