Andrea Brenta, ItaliaOggi 24/7/2012, 24 luglio 2012
Dopo 30 anni l’Aids è sconfitto Sono 35 milioni oggi nel mondo le persone affette dalla malattia– Il virus Hiv, responsabile dell’Aids, la sindrome da immunodeficienza acquisita, avrebbe ormai i giorni contati
Dopo 30 anni l’Aids è sconfitto Sono 35 milioni oggi nel mondo le persone affette dalla malattia– Il virus Hiv, responsabile dell’Aids, la sindrome da immunodeficienza acquisita, avrebbe ormai i giorni contati. Quello di una sua definitiva eradicazione è infatti l’obiettivo lanciato nel corso della XIX Conferenza internazionale sull’Aids, che si è aperta domenica a Washington (Usa) e che vede la partecipazione, fino al 27 luglio, di 25 mila persone (ricercatori, personalità politiche e del mondo dello spettacolo, militanti anti-Aids) provenienti da più di 190 paesi. L’epidemia di Aids era stata identificata più di trent’anni fa, nel 1981. In assenza di cure, i primi dieci anni avevano messo l’accento sulla prevenzione. Il secondo decennio ha permesso di sviluppare dei farmaci antivirali in grado di stabilizzare questa malattia mortale. Nel corso degli ultimi dieci anni, l’obiettivo, sulla via del successo, è stato quello di rendere accessibili questi farmaci a tutti i malati, compresi quelli che vivono nei paesi in via di sviluppo. Il decennio che si è aperto punta invece a mettere la parola fine alla terribile pandemia che in trent’anni ha provocato oltre 30 milioni di morti. Ossia a eradicare il virus Hiv, responsabile dell’infezione che attualmente affligge 35 milioni di persone nel mondo. «Possiamo affermare oggi con sicurezza», ha dichiarato Anthony Fauci, direttore dell’Istituto americano delle allergie e delle malattie infettive, «che abbiamo le basi scientifiche per mettere fine a questa epidemia. Non sappiamo quando ci arriveremo. Tutto quello che possiamo dire è che la scienza è dalla nostra parte e che possiamo vedere la fine del tunnel». Allo studio ci sono nuove strategie terapeutiche, tuttavia Fauci spera che gli antiretrovirali utilizzati preventivamente in soggetti sieronegativi che abbiano relazioni sessuali a rischio contribuiscano a ridurre i contagi. Un farmaco di questo tipo, il Truvada, è stato da poco autorizzato negli Stati Uniti e potrebbe ridurre del 75% il rischio di essere infettati in soggetti sani all’interno di coppie sierodiscordanti.Ma l’eradicazione del virus passa anche attraverso la cura di tutti i malati: il fatto di ricevere degli antiretrovirali riduce fortemente la carica virale dei sieropositivi, i quali trasmettono molto meno il virus ai propri partner sessuali. Secondo gli ultimi dati dell’Unaids, il programma delle Nazioni Unite per l’Aids, più di 8 milioni di persone contaminate dall’Hiv assumevano antiretrovirali a fine 2011 nei paesi a basso reddito: un numero record, in aumento del 20%. Ciò significa che ne beneficia il 54% dei 15 milioni di infetti che ne hanno bisogno. Questo nel 2011, secondo l’Onu, ha avuto come effetto un calo del 24% della mortalità, soprattutto nell’Africa subsahariana, la regione più devastata dalla pandemia. Una doccia fredda arriva tuttavia sul fronte della prevenzione. Come infatti sottolinea la rivista Lancet, le campagne di prevenzione dell’Aids tra la popolazione omosessuale sono assolutamente da rivedere e in numerosi paesi, in seno alla comunità gay, l’Aids può essere considerata come «un’epidemia riemergente». E questo malgrado trent’anni di campagne di prevenzione e sensibilizzazione.