Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  luglio 24 Martedì calendario

Le ricette platoniche di Giavazzi – Giappone: 0,7% interesse con un debito/pil doppio dell’Italia– Se Alberto Alesina e Francesco Giavazzi con il loro articolo comparso sul Corriere della Sera di domenica scorsa:«A che punto è la notte» pensavano di rincuorare gli italiani, hanno sbagliato bersaglio

Le ricette platoniche di Giavazzi – Giappone: 0,7% interesse con un debito/pil doppio dell’Italia– Se Alberto Alesina e Francesco Giavazzi con il loro articolo comparso sul Corriere della Sera di domenica scorsa:«A che punto è la notte» pensavano di rincuorare gli italiani, hanno sbagliato bersaglio. Per uscire dalla crisi indicano infatti obiettivi impossibili da raggiungere. «Occorre ripensare a quello che il nostro Stato può e non può fare»_«Occorre ridurre le tasse che gravano su chi lavora e produce»_«premiare il merito, punire le rendite di posizione, scardinare sprechi e privilegi, rendere il mercato più equo, colpire l’evasione». Se per uscire dalla crisi occorre fare tutte queste cose che, di fatto, sono impossibili in Italia, allora siamo morti. Accontentiamoci di cose più alla nostra portata. Il Giappone non cresce da vent’anni e ha un debito pubblico rispetto al Pil doppio del nostro (240% contro 120%). Ma il tasso di interesse sul titolo decennale è 0,7% (contro 1,20% della virtuosissima Germania). Come mai? Alesina e Giavazzi non lo spiegano. La risposta è: perché c’è la Banca Centrale del Giappone che ha il potere di acquistare illimitatamente titoli pubblici di quel paese. Se, al di là del libro dei sogni, la Bce avesse tale potere, i molti problemi dell’economia italiana resterebbero, ma lo spread fra titoli italiani e tedeschi scomparirebbe o si ridurrebbe ai minimi termini (diciamo 0,5%). Per questo più che all’articolo di fondo dei due economisti bisogna guardare a quanto ha detto Mario Draghi in questi giorni:«L’euro è irrevocabile poiché chi pensa il contrario sottovaluta il capitale politico che i nostri Stati hanno investito in questa Unione e anche il sostegno giunto dai cittadini europei»_«La BCE è pronta a fare di più_non abbiamo tabù». Che cosa vuol dire? Che quando Annibale è alle porte, i divieti di acquisto dei titoli pubblici dei paesi di Eurolandia previsti nello statuto della Bce non valgono più. Che cosa possono fare a quel punto i legalisti dei Trattati europei? Chiamare la polizia e mettere sotto chiave la Bce? Ma mi faccia il piacere.