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 2012  luglio 24 Martedì calendario

Spese per archistar e default sono strettamente correlate– Sembra passato un secolo, in realtà molto meno, da quando uno spagnolo rifiutò la proposta di un italiano di «mettere in sicurezza» (locuzione orrenda) i conti della Spagna e dell’Italia, prima di adottare l’euro

Spese per archistar e default sono strettamente correlate– Sembra passato un secolo, in realtà molto meno, da quando uno spagnolo rifiutò la proposta di un italiano di «mettere in sicurezza» (locuzione orrenda) i conti della Spagna e dell’Italia, prima di adottare l’euro. Poi, il rapporto con la Spagna si complicò all’arrivo di un certo Zapatero, la cui moglie l’aveva convinto che per diventare statista doveva: a) concedere i diritti civili «su tutto a tutti» (lo fece pure per le scimmie, seppur solo per quelle antropomorfe), senza pretendere banali doveri; b) in economia puntare sulla crescita, con infinite costruzioni immobiliari finanziate a debito, secondo le ridicole teorie di un eccentrico inglese di Bloomsbury. Per molti italiani, Zapatero divenne un mito. Per anni la Spagna ci umiliò, nella crescita economica, nel calcio, nel tennis, nel numero delle archistar utilizzate (ho un mio «marcatore»: spese per archistar e default sono intimamente intrecciati), poi la bolla scoppiò, 500 mila case spagnole divennero bulbi di tulipani, lo spread cominciò a salire. Venerdì scorso finalmente il «triplete»: Italia supera quota 500, Spagna quota 600, vittoria sulla Spagna (!). Eravamo entrati entrambi nel Club Euro col vestito di nozze liso, ne stiamo per uscire in jeans con le pezze al culo. Non certo per colpa di Monti, una bella persona, costretto a lavorare con individui criminali (vedi Libor), che prima gli promettono poi, con un gioco delle tre carte, trattengono lo scudo nibelungo a Karlsruhe. Certo, ci sono pure alcune sue scivolate: la lotta all’evasione (giusta) è stata così aggressiva che i contribuenti preferiscono non produrre più reddito pur di evitare le tasse restando così nella legalità, lo stesso per la riforma Fornero (giusta), piuttosto che compilare tutti i moduli richiesti meglio non assumere. Alternative? Parrebbero solo le elezioni anticipate, «col vecchio porcellum». Una follia, ma finalmente un ex pci doc, Bersani, andrebbe al potere attraverso libere elezioni, con un programma ispirato a quello di Hollande: settimana di 35 ore, pensione a 60 anni, imposte al 75% per i redditi annui oltre il milione, nozze gay, voto agli stranieri, eutanasia mascherata (finalmente abbattuti i costi della sanità pubblica). Un suggerimento a Bersani, attenzione agli «ottimati» della società civile. Ecco il loro schema: se sponsorizzano un pastore che pascola le pecore e le munge, loro prendono il latte, il loro Boss lo vende, coi profitti si compra i pascoli, i pastori diventano servi. Si chiama ciclo virtuoso, quindi etico, dicono loro.