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 2012  luglio 23 Lunedì calendario

RCR, LA “ROTTAMAZIONE” DEL CRISTALLO FA RIPARTIRE IL POLO DI COLLE VAL D’ELSA


Firenze «Rottamazione» di calici e bicchieri, offerta a resort, alberghi, agriturismi, ristoranti, enoteche e bar toscani: così cerca di uscire da una crisi ultradecennale l’industria del cristallo italiano, radicata intorno alla cittadina senese di Colle val d’Elsa dove si concentra il 95% della produzione nazionale e il 40% di quella mondiale. Il polo è costituito principalmente dalla Rcr Cristalleria Italiana, Calp fino al 2007, leader nella produzione di articoli in cristallo e vetro di qualità per la tavola, ma anche complementi d’arredo e oggetti da regalo. Agli operatori del turismo, il Consorzio del cristallo di Colle, di cui fanno parte istituzioni e tutte le aziende della filiera, dai molatori agli stampisti, propone di liberarsi dei vecchi bicchieri e di sostituirli con scintillanti calici con un’operazione incentivata. I vecchi oggetti vengono ritirati e rigenerati. In cambio, ad un prezzo compreso tra un euro e un euro e mezzo a pezzo, il Consorzio consegna calici nuovi del valore commerciale di 3 euro e di 200 grammi di peso realizzati da Rcr in Luxion, materiale inventato e registrato nel 2007 dall’azienda colligiana, un vetro sonoro superiore su cui il gruppo sta fondando la ripresa dopo anni difficili. «Vogliamo usare l’enorme vetrina delle strutture turistiche toscane affollate da turisti provenienti da tutto il mondo» spiega Giampiero Brogi, presidente del Consorzio e produttore. Su “Taste the quality” - si chiama così la “rottamazione” rivolta in primis agli 850 ristoranti che partecipano a “Vetrina toscana” con cui la Regione porta in tavola prodotti di nicchia scommette Rcr che in un anno di sperimentazione ha già sostituto oltre 2.700 calici e bicchieri, per un peso totale di 6 tonnellate, ad operatori turistici nei comuni di Colle, San Gimignano, Poggibonsi, Casole e Monteriggioni (gli esercenti si impegnano, per tre anni, a reintegrare i serviti solo dal Consorzio). Rcr viene da anni difficili. Erede di Calp, nata nel 1967 dalla fusione di due botteghe artigiane, Calb e La Piana, e quotata alla Borsa di Milano tra il 1987 e il 2003, a fine anni Novanta fatturava 80 milioni e occupava 720 persone. Poi la crisi, anche per il cambiamento dei gusti della clientela che si orienta su prodotti meno costosi e più di uso quotidiano rispetto al cristallo. Dal 2009 il gruppo, che è controllato dalla finanziaria Industria e Innovazione insieme a fondatori e soci locali, è in sensibile recupero di volume d’affari. Intanto Rcr ha nettamente orientato la produzione sul Luxion, detto anche “cristallino”, nella cui lavorazione non viene utilizzato il piombo, che è accreditato di eccellenti doti di trasparenza e brillantezza, leggerezza e resistenza. «Per qualità sta solo un passo sotto il cristallo e largamente sopra tutti gli altri materiali in vetro», sostiene l’ad di Rcr Roberto Pierucci. E soprattutto costa il 20% in meno rispetto al cristallo ed ha un mercato potenziale da 400 milioni l’anno contro i 150 del cristallo. Oggi il 70% della produzione di Rcr è in Luxion e il 30% in cristallo, destinata quest’ultima in cobranding a marchi come Tiffany e Waterford nell’ambito degli oggetti per la casa e il regalo, Illy, Dom Perignon e il marchio Johnnie Walker del gruppo Diageo nel mondo food and beverage. Nel cristallo Rcr ha un solo competitor mondiale, gli sloveni di Rogaska, mentre i concorrenti nel “cristallino” sono i francesi di Arc international e le aziende tedesche Zwiesel e Spiegelau. Seconda leva azionata da Rcr è stata quella di spingere sull’export in 80 paesi - soprattutto verso Bric, Medio Oriente, Giappone e Sud America - da cui il gruppo colligiano ricava ora il 70% del fatturato contro il 30% realizzato fino a pochi anni fa. Infine il potenziamento di ricerca e sviluppo a cui si deve il brevetto Luxion. «Oltre a sperimentare forme nuove per degustazione, regali, liste nozze, ci siamo spinti a produrre per arredamento, fotovoltaico e illuminotecnica» dice Pierucci. Vimar e Fabbian tra i brand forniti nell’illuminazione. Il fatturato di Rcr è in crescita - dai 39,2 milioni del 2009 ai 55 previsti quest’anno (ebitda dal 4,5% al 15% previsto nel 2012). Sono numeri in controtendenza rispetto al mercato dei cristalli che ha registrato una flessione del 40% dal 2005 ad oggi, mentre negli ultimi tre anni anche il business del “cristallino” è diminuito del 3%. «Rcr può contare su otto linee di produzione che lavorano a ciclo continuo e soprattutto, caso quasi unico al mondo, su due grandi forni a fusione elettrica che ci impongono costi energetici elevatissimi, sui quali abbiamo chiesto attenzione al governo», lamenta Pierucci, capo di un’azienda che oggi occupa 400 persone, ha ancora 60 lavoratori in cassa integrazione e punta dunque molto sulla “rottamazione”. «Metteremo in campo intermediari in tutte le province - promette l’ad - Non poniamo limiti alla quantità di bicchieri da rottamare e sostituire».