Maria Serena Natale, la Lettura (Corriere della Sera) 22/07/2012, 22 luglio 2012
LE VENE SOTTERRANEE DELL’EUROPA
Per Julio Cortázar era «l’inferno che visitiamo in vita». Un al di là provvisorio con porte d’accesso disseminate e ben segnalate nelle città. Il mondo sottosopra del metrò. La visualizzazione di oggi ce lo restituisce come un magma che ribolle sotto la superficie a raggiera della vecchia Europa, Milano centro ideale. A sciogliere il groviglio dei binari e adagiarli in sequenza si ottiene una linea immaginaria lunga tremilaquattrocentosettantasei chilometri, quasi tre volte l’arco alpino. Una mappa a cerchi concentrici che rappresentano le pulsazioni spazio-temporali di un universo parallelo. Più s’espande e s’innalza la città di sopra, più s’allunga e s’addensa il suo doppio sotterraneo, ferroso coagulo di corpi e di nero.
Londra la più estesa e antica, anno di nascita il 1863 con tratte prevalentemente di superficie fino alla rivoluzione elettrica del 1890 che apre ai convogli le viscere della terra. Parigi la più fitta, 590 metri la distanza media tra due stazioni. Ciascun cerchio corrisponde a venti chilometri di strada ferrata, se seguissero una rotta lineare i treni di Madrid porterebbero a ottanta chilometri da Barcellona. Una forza d’attrazione irresistibile fa precipitare la massa metropolitana nel cuore del continente tra Germania, Francia, Belgio e Olanda, terra di incroci e stratificazioni con la maggiore concentrazione di reti sotterranee.
Luoghi di capovolgimenti come nel romanzo del ceco Jaroslav Rudiš Il cielo sotto Berlino, dove il sottosuolo berlinese fa da sfondo alle vicissitudini di sbandate anime rock underground. Ricettacoli d’incubi letterari e bersagli perfetti per quella densità umana che ne ha fatto trappole come negli attentati di Minsk 2011, 15 morti e caso chiuso con due presunti innocenti di 26 anni giustiziati dal regime di Lukashenko; Mosca 2010, 41 persone uccise da due attentatrici suicide; Londra 2005, 52 morti e 700 feriti, ormai un’icona la donna in fuga con la maschera di garza bianca sul volto ustionato. Figure del terrore contemporaneo ma anche trincee di umanità. Artisti, vagabondi, manager, pendolari in uno spazio di contaminazioni dov’è vietato fermarsi, bisogna andare… A Napoli, dove gli scavi restituiscono regolarmente tracce di passaggi lontani, molti snodi sono tappe di un percorso artistico-architettonico. A Milano certe stazioni, rassicuranti e surreali, sono all’interno di palazzi — linea verde, fermata Lanza, di fronte al Piccolo Teatro.
Maria Serena Natale