Marco Alfieri, La Stampa 23/7/2012, 23 luglio 2012
Rebajas», «ribassi». Sconti dappertutto tra le calle de Serrano, Goya e Ortega y Gasset, le vie dello shopping madrileno
Rebajas», «ribassi». Sconti dappertutto tra le calle de Serrano, Goya e Ortega y Gasset, le vie dello shopping madrileno. «Pieno di sconti ma vuoto di gente», ironizza Antonio, incastrato nel suo chioschetto delle bibite piazzato davanti alla vetrina di Gucci. Nella Spagna delle banche esposte per 400 miliardi sull’immobiliare, delle province in bolletta e del ceto medio senza lavoro, basta venire nel cuore della capitale, una domenica pomeriggio assolata di fine luglio, per capire che nemmeno i super saldi festivi smuovono un paese sull’orlo del default. Da qualche mese gli orari dei negozi a Madrid sono stati liberalizzati. Ognuno può aprire quando e come crede. Per il governo il provvedimento serve a spingere un po’ i consumi e magari creare qualche posto di lavoro; i commercianti sono sul piede di guerra perché oltre alla recessione temono la concorrenza dei colossi. Sta di fatto che le grandi catene si sono adeguate e tengono aperto facendo mega ribassi ma con scarsissimi risultati. Da Zadig&Voltaire, uno store alla moda che prende 5-6 vetrine all’angolo con calle de Juan Bravo, non c’è anima viva nonostante il cartello «domingo abierto» e l’infornata di sconti 40-50% su pantaloni e camicette. Dentro ci sono tre commesse che piegano abitini e mandano messaggini per ingannare la noia. «Sono le 17, saranno entrate 10 persone...», sorride amaro una di loro. Poco avanti Zara Home e Zara Kids sembrano negozi aperti per inventario. Di solito sui bimbi non si lesina eppure non bastano tre diverse formule di «rebajas» per attirare gente. Da Imaginarium alcuni bambini vorrebbero entrare ma i genitori tirano dritto davanti al cartello «periodo di ofertas» su tutti i giocattoli dal 29.6 al 31.7. Sono gli ultimi giorni buoni ma nessuno sembra accorgersene. «Siamo in quattro in famiglia - dice Diego, brizzolato e sulla cinquantina, impiegato alla Iberdrola - mia moglie ha da poco perso il lavoro, come si fa...». E non si parla di super griffe o boutique esclusive ma di negozi da classe media che nella capitale spagnola sono sempre andati forte. Al «Corte Ingles», come dire la Rinascente di Madrid, fanno ribassi fino al 60%. Di prassi sono aperti da lunedì a sabato dalle 10 alle 22 ma ultimamente, per dare un miglior servizio, raddoppiano alla domenica. L’ufficio marketing le sta provando tutte: paginate di pubblicità su El Pais e i grandi giornali, la modella ex Miss Spagna Eva Gonzales che fa la testimonial dei «rebajas» dicendo «Me encantan», e le corsie con più sconti messe strategicamente vicino alle scale mobili per colpire l’immaginario. Ribassano praticamente tutti: Ralph Lauren, Ferragamo, Armani, Boss, Gucci, Burberry, Zegna... Scarpe, borse, giacche, abiti, profumi. Alcuni offrono ulteriori ribassi del 20% oltre al 40-50 dei saldi. Eppure fa quasi tenerezza incrociare gli sguardi di commesse e vigilantes interni vagare per i piani. «C’è cosi poca gente che si sente la ventola del condizionatore», fa notare una commessa di Lancome. «Siamo al 20-25% di incassi in meno sullo scorso luglio», si lascia scappare un responsabile di piano. D’altronde le famiglie sono super indebitate (i mutui valgono il 190% del Pil contro una media Ue del 51%). «Il giro di turisti in città più o meno è quello degli anni passati, ma ci sono molti meno spagnoli che comprano», confermano al punto accoglienza in cima al Corte Ingles 47. Perché più avanti c’è il 52, regno di libri, elettronica, elettrodomestici e telefonia. Qui è persino peggio, nessuno cambia la tv o la lavatrice, nonostante i forti ribassi. Idem da Cortifiel, «todo hombre 50-70% di sconto», Punto Roma, Woman secret (solo un paio di ragazze che escono con dei pacchettini miseri), Massimo Dutti o Loewe in calle Goya. Semi deserto dappertutto. Eppure c’è gente in città. Lo vedi che è un fine luglio di tregenda e bolletta dalle auto parcheggiate nei quartieri del ceto medio, sono ancora tantissime, «gli anni scorsi qui si trovava posto facilmente», racconta l’inquilino di un palazzo. Lo vedi sul paseo del Prado, davanti al museo, dove persino ieri mattina c’era un drappello di pompieri che protestava sotto il sole contro i tagli. Lo vedi dai cartelli «vendesi» e «affitasi» anche nelle zone bene: uffici, garage, appartamenti. E lo vedi dalle banche, ce ne sono fin troppe a Madrid, le big e le tantissime «caia» piene di manifesti civetta, offerte e testimonial patinati come Cristiano Ronaldo. Un’intera stagione di sbornia immobiliare che finisce mestamente ai saldi. Verso sera i madrileni rimasti a casa nel weekend perchè forzati dalla crisi, dopo aver preso d’assalto le piscine cittadine, li trovi nel quartiere «Latina» a fare la spola tra bar, ristoranti e «cervezerie» che ti fanno mangiare a tutte le ore. «La voglia di calle e di movida resta forte», dice uno studente di ingegneria che si paga i corsi facendo il cameriere. «Ma lo vedete, in giro c’è meno gente del solito, i soldi stanno finendo...». E stamattina riaprono le Borse.